Introduzione
Il Natale di quest’anno non sarà all'insegna dell’austerità e il giro d'affari della festività sarà in crescita rispetto al passato. Ma attenzione agli sprechi a tavola: secondo un sondaggio di Too Good To Go, l’86% degli intervistati ha dichiarato di sprecare più prodotti alimentari durante le ricorrenze di fine anno. Quali sono le previsioni di consumi e spese (non solo per il cibo) degli italiani per le feste natalizie e di fine anno?
Quello che devi sapere
Albero e presepe
- Il 57% degli italiani non rinuncia al presepe e neanche ad una spesa media di 39 euro per l'abete green che sarà presente in 3,7 milioni di case, secondo una analisi di Coldiretti/Ixé. Al via anche i mercatini di Natale mentre è in evoluzione il menu delle ricorrenze di fine anno, tra risparmi, cambiamenti climatici e sprechi alimentari.
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Le novità a tavola
- A cambiare sarà il menu della Vigilia che registra l'arrivo a tavola di ostriche Made in Italy e lupini di mare per sopperire al vuoto lasciato dalle vongole veraci nostrane, ormai decimate dal granchio blu. L'invasione di questa specie aliena ha tagliato drasticamente la produzione concentrata in Emilia-Romagna e Veneto, con prezzi all'ingrosso passati dagli 8 euro al chilo nel 2022 agli attuali 18 euro, sempre che si trovino e siano davvero italiane. Per le vongole lupino, contrariamente a quanto sta accadendo alle veraci, non ci sono particolari variazioni, con prezzi scesi del 10% in quest'ultimo anno, grazie ad un'alta disponibilità di prodotto soprattutto in Adriatico, attestandosi all'ingrosso tra i 5 e gli 8 euro/kg a seconda della taglia
Le ostriche
- Un altro prodotto sempre più richiesto durante le festività è l'ostrica e l'Italia si sta attrezzando per rispondere a questa domanda di mercato con allevamenti in continua espansione. Ad oggi, la produzione nostrana è di circa 200 tonnellate l'anno, mentre il fabbisogno impone un import di oltre il 90% di questi gustosi bivalvi. Le aziende nazionali riescono a produrre ostriche con fasce di prezzo diverse in base alla fase dell'ingrasso; il ché si traduce in una forbice che va dai 4 euro/kg, per la piccola pezzatura usata soprattutto per il consumo da cotto, a oltre i 40 euro/kg come per la varietà del Delta del Po
I nuovi prodotti Made in Italy
- Si sta italianizzando anche la fornitura di avocado e mango grazie alle colture avviate in Sicilia, alle pendici dell'Etna, e il Natale arriva in piena raccolta di questi frutti che il cambiamento climatico ha reso anche made in Italy
Rincari e sprechi alimentari
- I conti della spesa alimentare salgono, un po' per i rincari, con listini in crescita in media del +3,2% rispetto allo scorso anno, segnala il Codacons, e un po' per gli sprechi a tavola. Panettone, pandoro, e torte, seguiti dal pane (35%) e dagli antipasti come salumi, stuzzichini o torte salate (25%) sono i prodotti che avanzano di più sulle tavole nel periodo natalizio. A dichiarare lo spreco alimentare sono 4 italiani su dieci. Lo rileva, nell'ambito di previsioni economiche dell'Osservatorio Sigep Natale 2024, un sondaggio di Too Good To Go (azienda ad impatto sociale con la missione di ispirare ed abilitare tutti a combattere lo spreco alimentare) realizzato in collaborazione con YouGov. Sigep ha rilevato anche che i consumi del comparto pasticceria registreranno una crescita dell'1,5%, con gli acquisti che si attesteranno a 11,4 miliardi di euro
Più cibo sprecato durante le feste
- Too Good To Go segnala che lo spreco alimentare è un fenomeno che subisce un incremento durante le feste ed è confermato dall' 86% degli intervistati dal sondaggio, che ha dichiarato di sprecare prodotti alimentari durante le ricorrenze. "Un dato che equivale a tonnellate di cibo buttato, spesso quasi intoccato, a causa di acquisti - sottolineano gli analisti - impulsivi o esagerati, che durante le feste aumentano esponenzialmente, o ad una gestione errata degli acquisti"
L’analisi
- Mirco Cerisola, Country Director Italia di Too Good To Go, spiega che "ridurre lo spreco alimentare, in un periodo particolare come quello delle feste natalizie, non significa dover rinunciare al piacere della tradizione, ma semplicemente viverla in modo più consapevole e rispettoso nei confronti dell'ambiente. Nonostante gli enormi passi avanti che sono stati fatti in questi anni, ancora oggi, 6 italiani su 10 tendono ad acquistare più alimenti rispetto al solito quando hanno ospiti
Quanto si spenderà a Natale?
- Le stime del Codacons confermano le previsioni delle organizzazioni dei commercianti sul clima di ottimismo. "La spesa degli italiani raggiungerà quest'anno i 25,6 miliardi tra alimentari, viaggi, regali e ristorazione, con una spesa media da 992 euro a famiglia. La prima voce a salire è quella relativa ai regali con circa 9,5 miliardi. Per il cenone della Vigilia e pranzo di Natale si spenderanno oltre 3 miliardi. Sarà di circa 420 milioni di euro la spesa riservata per chi mangia al ristorante nelle festività (+5% sul 2023)"
Il Natale inquina
- Più spese, più consumi, ma anche più inquinamento: questo l'altro lato della medaglia denunciato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). "Nel periodo che va dall'8 dicembre al 6 gennaio sia gli interni che gli esterni delle abitazioni sono decorati con illuminazioni natalizie che rimangono accese diverse ore al giorno. Una invasione di fili luminosi e di lampadine che determina un incremento dei consumi energetici di circa il +30% rispetto al resto dell'anno, pari a 1.600 MWh al giorno ossia 46.400 MWh di energia consumata solo nel periodo che va dall'8 dicembre all'Epifania. Consumi che equivalgono a 650 tonnellate di CO2 immesse ogni giorno in atmosfera, tra le 18mila e le 20mila tonnellate di CO2 durante l'intero periodo delle festività" - spiega il presidente Sima, Alessandro Miani. Ad aumentare è anche la produzione di rifiuti: "in media 80mila tonnellate di rifiuti in carta e cartone, pari in media a oltre 3 kg a famiglia, mentre circa 500mila tonnellate di cibo, soprattutto prodotti freschi soggetti a deterioramento come frutta, pasta e verdura, finiscono nella spazzatura", avvisa Sima. La nota più dolente, tuttavia, è quella dei trasporti: "Nel periodo delle festività di fine anno i maggiori spostamenti dei cittadini attraverso vetture private e mezzi di trasporto pubblici (treni, aerei, bus), unitamente all'incremento delle attività logistiche connesse al commercio e alla spedizione delle merci, produce un aumento delle emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera (CO2, ossidi di azoto, ecc.) di circa il +130%", conclude Miani.
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