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Francia, le zone a basse emissioni (Zfe) sono a rischio? Lo scenario

Economia
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Salone auto Parigi, tutte le novità elettriche e concept
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Salone auto Parigi, tutte le novità elettriche e concept
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Introduzione

In base alle leggi francesi, approvate nel 2019 e nel 2021, le autorità locali delle aree urbane che non rispettano le soglie di qualità dell’aria devono istituire zone a basse emissioni (Zfe, zone à faibles émissions mobilité). L’obiettivo è ridurre le emissioni di particolato fine escludendo dalla circolazione alcuni veicoli vecchi o inquinanti. 

 

Ma ora un gruppo di parlamentari francesi chiede di eliminare o ridimensionare il programma, con i critici che sostengono che le regole puniscano ingiustamente gli automobilisti più poveri, perché non sono in grado di comprare veicoli più nuovi e meno inquinanti.

Quello che devi sapere

Come funzionano le Zfe

  • Introdotte nel 2019, le Zfe francesi puntano a ridurre l'inquinamento atmosferico responsabile delle malattie respiratorie e di circa 40.000 decessi all'anno, secondo il ministero della Salute francese. Nel 2021 il sistema è stato poi esteso a più territori. Agnès Pannier-Runacher, ministra della Transizione ecologica, ha sottolineato che "nelle due aree urbane in cui sono in vigore gli Zfe, cioè Parigi e Lione, la concentrazione di biossido di azoto è diminuita di oltre un terzo".
  • In Francia ad oggi sono oltre 20 le zone che hanno le Zfe. Per quanto riguarda le aree urbane, quelle coinvolte non lo sono mai su tutto il loro territorio, ma solo in dererminati punti. Anche per questo ci sono siti web dedicati che offrono una mappa precisa del territorio coperto dalle restrizioni, come ricorda anche il sito Entreprendre.Service-Public.fr.
  • Tra le aree coinvolte ci sono i maggiori centri abitati, compresi Parigi e Lione, così come Grenoble e Montpellier. Dal 1° gennaio, nessuna auto privata a diesel immatricolata prima del 2011 o a benzina immatricolata prima del 2006 è autorizzata a circolare in queste quattro città. I veicoli che entrano in tali zone devono esibire l’adesivo “Crit’Air” che attesta il loro basso livello di inquinamento. Chi non lo fa rischia una multa che va dai 68 ai 135 euro in base al tipo di veicolo.

Per approfondire:

Auto elettriche, emissioni di C02 e multe. Cosa cambia con il nuovo piano Ue

C'è chi adotta restrizioni meno severe

  • Ma altre areee che hanno le Zfe, come ad esempio Aix-en-Provence-Marsiglia, Digione e Rennes, stanno applicando restrizioni meno severe. In queste aree metropolitane sono interessate solo le auto private immatricolate prima del 31 dicembre 1996, i veicoli commerciali immatricolati prima del 30 settembre 1997 e i veicoli pesanti immatricolati prima del 30 settembre 200.

 

La proposta per abolire le zone a basse emissioni

  • Inoltre, tutte le città francesi con più di 150.000 residenti dovrebbero introdurre le Zfe quest’anno. Ma, come ha scritto Bfmtv, un gruppo di parlamentari del Rassemblement National e della Destra, insieme ad alcuni indipendenti e parlamentari del gruppo Rinascimento di Emmanuel Macron, ha presentato una proposta per abolire le zone a basse emissioni. "Accettare le Zfe significa accettare misure ambientali punitive e antisociali", aveva già sostenuto il presidente del RN, Jordan Bardella, lo scorso gennaio.

 

La strategia

  • Sempre Bfmtv ricorda inoltre come, di fronte a un inquinamento atmosferico particolarmente elevato e persistente, Parigi e Lione siano le uniche due città attualmente costrette dallo Stato ad adottare misure di divieto di circolazione, il che non ha impedito a Montpellier e Grenoble di adottare comunque lo stesso provvedimento. 
  • "Vogliamo quindi dare ai Comuni la libertà di attuare le misure che desiderano per la qualità dell'aria", insiste la ministra della Transizione Ecologica che è chiaramente intenzionata a salvare le Zfe introducendo comunque delle modifiche all’attuale sistema.

I fondi da Bruxelles

  • Come ricordano diversi media francesi, la misura è accompagnata da sussidi versati da Bruxelles. E non si tratta semplicemente di una piccola somma di denaro che la Commissione europea intende erogare, bensì di un pacchetto di 40 miliardi che la Francia riceverà come parte del suo piano nazionale di ripresa e resilienza. Anche le Zfe fanno parte del lotto e, con una eventuale marcia indietro, si teme di non vedere mai l'ammontare completo delle somme previste, e addirittura di dover rimborsare una parte già incassata, ovvero oltre 3 miliardi di euro, secondo una nota della Direzione generale del Tesoro.
  • Per questo l'idea sarebbe quella di organizzare l'implementazione delle Zfe, piuttosto che eliminarle.

Per approfondire:

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