Crisi dell'auto, arrivano maxi multe e ‘scambi’ di C02. Ma vince ancora Musk

La tagliola è scattata: dal primo gennaio siamo entrati nell’anno delle mega-multe europee alle case auto che sforano i tetti di emissioni inquinanti . Le contromisure, pure. A partire dal fenomeno del “pool di emissioni” che consente ai gruppi messi peggio di eliminare il rischio esborsi. Che sarebbero, secondo i calcoli di tutti gli analisti, enormi: si parla di 15 o più miliardi di euro nel complesso. In che modo si arriva a queste cifre, lo vediamo tra poco. Vediamo prima come funziona questa ‘condivisione del rischio’: grandi marchi si stanno mettendo insieme in gruppi, per abbassare la media delle emissioni sommate tra di loro, e quindi le relative multe . Esempio: la casa A inquina per 100, la casa B invece è a zero , il limite da non superare è 55, allora sommando insieme le emissioni di CO2 di entrambe si ottiene 50, e la sanzione non scatta per la casa A+B. La seconda società, la più virtuosa, cosa ci guadagna? Tanti soldi: perché vende i cosiddetti “crediti di carbonio” al gruppo che non ha centrato gli obiettivi. Sono una sorta di ‘permesso’ a inquinare di più, che possono essere acquistati e venduti. E qui c’entra di nuovo Elon Musk. Perché la sua Tesla, leader globale delle auto full-electric e quindi a emissioni zero da tempo ormai cede questi crediti a produttori che non riescono a vendere molte auto elettriche e quindi sono prossimi a sforare i limiti di CO2. Nei primi 9 mesi del 2024, la casa del multimiliardario sudafricano ha incassato in questo modo più di 2 miliardi di dollari, che rappresentano circa il 3% del suo fatturato del periodo. È solo un esempio di un mercato molto esteso, che sta portando alla costituzione di due grandi aggregazioni di marchi. Nel primo pool ci sono Stellantis, Mazda, Toyots, Ford e Subaru che hanno stretto alleanza con Tesla; un altro gruppo è stato coagulato da Mercedes, con Polestar, Volvo , Smart, e accolgono altre case fino al 7 febbraio . Ovviamente, il problema di immissioni di gas clima-alteranti resta tutto: questo è un modo, un espediente, solo per evitare multe. E per salvare bilanci, e a cascata fabbriche e posti di lavoro: perché l’importo sarebbe enorme. Così Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer di Stellantis Europe, a SkyTg24 dal Salone dell’auto di Bruxelles: “Bisogna fare squadra con i clienti, ma anche con i colleghi produttori. Il messaggio che vogliamo passare è questo, per proteggere non solo i nostri clienti ma anche i nostri dipendenti e la rete di venditori. È una questione di soldi: se perdi un punto percentuale di ‘mix elettrico’ – spiega Imparato – perdi 300 milioni di euro per le multe. Se devi fare almeno il 20% di elettrico devi vendere più auto elettriche; ma se non riesci a venderle tutte perché il mercato non ti segue, perché il cliente ha altri gusti, devi tagliare la produzione e fermare le fabbriche. E questo per noi è inaccettabile”. Nello specifico, il limite dal primo gennaio è 94 grammi/Km di CO2; ma come emissioni medie, in Ue, siamo a 120 grammi. La sanzione è di 95 euro per ogni grammo che super il limite, da moltiplicare ovviamente per il numero di vetture immatricolate nell’anno. Un salasso valutato, si diceva, tra i 15 e i 16 miliardi di euro. Ce n’è in abbondanza per mandare a monte i bilanci di almeno due terzi dei costruttori europei di vetture, che già soffrono un 2024 di costante calo delle vendite. Insomma, le ragioni della necessaria lotta ai cambiamenti climatici contrapposta alla sopravvivenza di una delle più importanti industrie europee. Con quali conseguenze, nell’immediato ? Lo spiega a Sky Tg24 Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote, la ‘bibbia’ del settore: “Le norme europee, peraltro in vigore dal 2020 non da ieri, sono state mutuate da quelle esistenti negli USA, e hanno sempre funzionato in questo modo: è abbastanza normale unirsi in pool per calcolare le emissioni inquinanti. È molto curioso, però – è la critica di Pellegrini – che noi in Europa stiamo dando un grande vantaggio a Elon Musk: coi soldi incassati dalla vendita dei crediti di carbonio, e sono tanti, quest’anno Tesla potrà permettersi di abbassare ancor di più i prezzi delle sue auto elettriche. Quindi stiamo mettendo in mano al numero uno del settore ancora più potere e quote di mercato, a causa di regole autolesioniste”.

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