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Meeting Rimini 2024, Panetta: "Serve un'Europa più forte"

Economia
©Ansa

Quali scelte ci consegneranno un domani migliore? “La risposta possiamo trovarla nei valori che hanno ispirato la nascita e l’evoluzione dell’Unione europea. Dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, l’essenziale per l’Europa è divenuto finalmente chiaro: costruire una società prospera e soprattutto pacifica”. Così il Governatore della Banca d'Italia nel suo intervento alla manifestazione 

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Cosa rappresenta davvero l’Unione europea? Quali sono le sue motivazioni profonde? E come contribuisce alla prosperità, al bene comune, alla convivenza pacifica, a ciò che è essenziale? Questo il tema principale su cui si è sviluppato l’intervento di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, al Meeting di Rimini 2024. “L’Italia e l’Europa sono intrecciate non solo dal punto di vista commerciale e finanziario, ma anche sociale e normativo. Per capire l’economia italiana dobbiamo quindi partire da quella europea”, ha spiegato.

La lezione dell’Europa

“Il progetto europeo ebbe inizio quasi ottant’anni fa, dalle macerie della Seconda Guerra mondiale, come risposta all’aspirazione collettiva di prevenire ulteriori lotte fratricide tra gli Stati del Continente. I due conflitti mondiali che si sono susseguiti in soli trent’anni rappresentarono il culmine di una storia di dispute e combattimenti che aveva tormentato l’Europa per secoli, con al centro la contrapposizione tra Francia e Germania”, ha detto Panetta. “La motivazione alla base dell’integrazione europea è ben riassunta nella celebre dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio del 1950: ‘L’Europa non è stata fatta e abbiamo avuto la guerra». La soluzione che egli proponeva era un’unificazione economica, che rendesse la guerra «non solo impensabile, ma materialmente impossibile».  Questa visione ambiziosa e lungimirante portò, nel 1951, alla creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, ispirata da personalità illustri come lo stesso Schuman, Jean Monnet, Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer. Successivamente, con il Trattato di Roma del 1957, si compì un passo ulteriore verso la creazione di un mercato comune, di un’unione doganale e di strumenti volti a ridurre le disparità regionali. Questa genesi aiuta a comprendere le finalità più alte del progetto europeo: la creazione di interessi e intenti comuni tra paesi con l’obiettivo di generare benessere e prosperità e il fine ultimo di garantire la pace”, ha poi aggiunto. In definitiva, ha sottolineato ancora il Governatore, “la creazione della UE nel 1992 e l’avvio dell’Unione economica e monetaria (UEM) nel  1999 hanno rappresentato due tappe fondamentali, ampliando il coordinamento delle  politiche economiche tra gli Stati membri e introducendo una politica monetaria unica.  Dal 1999 a oggi il commercio tra i paesi dell’area è aumentato di un quarto in rapporto al prodotto interno lordo, e si sono intensificati i legami tra imprese all’interno delle filiere produttive europee. L’euro è diventato la seconda valuta mondiale, rafforzando la nostra sovranità economica e la nostra rilevanza internazionale. Le crisi che hanno colpito il nostro continente in meno di vent’anni hanno però messo a dura prova l’Unione economica e monetaria”.

Riforme profonde

Viste le crisi e le tensioni geopolitiche, le proiezioni demografiche che indicano che nei prossimi decenni si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro e aumenterà il numero degli anziani con il contributo del lavoro alla crescita che sarà contenuto. la nostra sovranità strategica e i nostri valori fondamentali, “per superare le sue debolezze e tenere il passo con il progresso a livello mondiale, l’Unione europea dovrà avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti nei prossimi anni”, ha spiegato Panetta.  Tra queste spicca “l’importanza di creare una capacità fiscale comune, senza la quale l’attuale governance europea – caratterizzata da una politica monetaria unica e da politiche di bilancio frammentate a livello nazionale – rimane squilibrata”.  Mentre, tra le altre riforme necessarie per la competitività dell’economia europea c’è “l’allargamento del mercato unico ai settori oggi esclusi, come  le telecomunicazioni e l’energia, al fine di stimolare concorrenza ed efficienza;  la realizzazione di un ambiente normativo favorevole all’attività imprenditoriale, che possa  attrarre investimenti privati e incentivare l’innovazione; il potenziamento dei legami tra  il mondo accademico e il sistema produttivo, al fine di trasformare i risultati della ricerca in prodotti e servizi competitivi sul mercato globale", ha proseguito.

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Un domani migliore e il contributo dell’Italia

In definitiva, quali scelte ci consegneranno un domani migliore, si è chiesto Panetta? “La risposta possiamo trovarla nei valori che hanno ispirato la nascita e l’evoluzione dell’Unione europea. Dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, l’essenziale per l’Europa è divenuto finalmente chiaro: costruire una società prospera e soprattutto pacifica”, ha concluso.  “Questo valore fondante deve continuare a orientare le nostre scelte, soprattutto in tempi in cui sono riemersi conflitti e tensioni.  Le ricette sono quelle che ci hanno guidato sin qui, basate sul principio della cooperazione e sull’obiettivo di costruire un’economia moderna, capace di affrontare le sfide globali.  Con il fine di conseguire una crescita sostenuta e inclusiva come condizione per il bene comune e la concordia. Il contributo dell’Italia sarà decisivo in questo percorso: affrontare le debolezze strutturali, ridurre il debito pubblico e promuovere una crescita elevata non solo rafforzerà la nostra economia, ma contribuirà anche alla solidità dell’intera Unione europea.  Solo così potremo lasciare alle generazioni future un’Italia e un’Europa che abbiano saputo distinguere l’essenziale dal superfluo, orientando le proprie scelte verso ciò che conta davvero”.

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