Eurostat, italiani tra i più “stacanovisti” in Ue: uno su dieci lavora 49 ore a settimana
Il nostro Paese supera la media del Vecchio Continente. Peggio di noi fanno solo Grecia, Francia e Cipro. Tra le categorie più in attività ci sono i manager, gli impiegati in agricoltura e nei servizi
- Un'analisi Eurostat certifica come lo scorso anno, in Italia, un lavoratore su dieci abbia dichiarato di essere in attività in media 49 ore alla settimana
- Il campione di lavoratori preso in esame ha tra 20 e i 64 anni e il dato italiano supera di tre punti la media dell'Unione Europea che si attesta al 7,1%
- Nella rilevazione statistica l'Italia si conferma così tra i Paesi europei con più lavoratori "stacanovisti" dietro solo a Grecia, Francia e Cipro
- L'analisi Eurostat evidenzia come la soglia settiminale delle 49 ore corrisponda a un giorno in più di lavoro. Lo standard in molti casi oscilla invece tra le 36 e le 40 ore
- Gli autonomi italiani senza dipendenti che lavorano 49 ore alla settimana ammontano al 27,4% (23,6% in Ue) mentre quelli impegnati in un lavoro di aiuto all'attività familiare arrivano il 20,1% (contro il 14% nel resto dell'Ue)
- In Italia gli orari lunghi interessano in particolare gli uomini: il 12,9% degli occupati totali dichiara di lavorare 49 ore alla settimana (nell'Ue sono il 9,9%). Anche tra i dipendenti la percentuale aumenta tra gli uomini: è al 5,1%
- Cresce anche il dato che vede le donne italiane lavorare almeno 49 ore alla settimana: sono il 5,1% del totale contro il 3,8% nel resto del Vecchio Continente. Tra coloro nella categoria delle autonome con dipendenti quasi una su tre lavora a lungo a fronte del 29,6% in Ue. Tra le dipendenti sono invece il 2,3%, in linea con la media
- Tra le categorie professionali che più di altre rasentano le 50 ore settimanali spiccano i manager, sia autonomi che dipendenti: nel primo caso arrivano al 40,5%, più del doppio rispetto alla media Ue. Gli orari lunghi vengono dichiarati inoltre dai professionisti, dagli addetti nell'agricoltura (36,3% contro il 27,5% in Ue) e dagli impiegati nei servizi e nelle vendite (10,9% contro il 6,5%)