In tutto sono state liquidate 187mila pensioni nei primi tre mesi dell'anno, molte meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il dato dovrebbe essere dovuto alla stretta introdotta dalla legge di Bilancio sulle uscite anticipate. L'importo medio è di 1.225 euro con grandi differenze tra le gestioni, i settori (nel pubblico più alte, nel privato più basse) e fra uomini e donne. I primi hanno un assegno maggiore del 32%
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- Nei primi tre mesi del 2024 sono state liquidate 187mila nuove pensioni, il 16,16% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023: il dato, secondo quanto emerge dalle tabelle dell'Osservatorio Inps sui flussi di pensionamento, è legato alla stretta introdotta dalla legge di Bilancio sulle uscite anticipate, ma anche al calo dei nuovi assegni di vecchiaia, di invalidità e ai superstiti
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- Per la vecchiaia la spiegazione potrebbe essere legata all'uscita anticipata di buona parte delle coorti che quest'anno avrebbero raggiunto l'età di vecchiaia grazie alle diverse Quote. In pratica i lavoratori nati nel 1957 che avrebbero raggiunto nel 2024 l'età di vecchiaia potrebbero essere usciti nel 2019 a 62 anni avendo almeno 38 anni di contributi grazie a Quota 100
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- L'importo medio delle nuove pensioni è di 1.225 euro con grandi differenze tra le gestioni (888 euro medi per le pensioni di vecchiaia e 2.017 per quelle anticipate, legate a un numero più alto di contributi) e tra i settori con i dipendenti pubblici con le pensioni medie più alte
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- Ma la differenza maggiore è legata al genere con le nuove pensioni liquidate alle donne che valgono in media 999 euro a fronte dei 1.473 medi degli uomini (il 32% in meno). Il dato risente delle carriere contributive più corte e delle retribuzioni in media più basse delle donne ma anche del più basso tasso di occupazione femminile
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- Per gli uomini le nuove pensioni ai superstiti sono meno del 10% di quelle complessive con decorrenza nel primo trimestre mentre per le donne sono oltre il 41% del totale. Per le donne c'è stato un crollo degli accessi ad Opzione donna con 1.276 uscite a fronte delle 11.514 dell'intero 2023 dopo l'innalzamento di un anno del requisito dell'età
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- Le nuove pensioni liquidate con decorrenza tra gennaio e marzo sono 86.031 per i lavoratori dipendenti del settore privato. L' importo medio mensile di 1.446 euro e 57.332 per l'insieme dei lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani e commercianti) per 867 euro medi al mese
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- Le pensioni liquidate ai dipendenti pubblici sono state 18.905 per 2.268 euro medi grazie soprattutto al peso dei trattamenti anticipati che sono oltre la metà del totale (10.287) per un importo medio di 2.483 euro. Per i parasubordinati sono stati liquidati con decorrenza nel primo trimestre 9.752 assegni per 221euro medi al mese
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- Gli assegni sociali sono l'unica categoria in crescita sul primo trimestre del 2023 con 24.955 assegni e 497 euro medi al mese
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- Il settore che ha avuto il calo più consistente per gli assegni è quello dei dipendenti pubblici con il passaggio da 29.059 a 18.905 pensioni liquidate (-34,94%) con un calo registrato per la vecchiaia e le anticipate ma soprattutto per le invalidità (da 1.192 a 225 assegni) e i superstiti (da 11.076 a 4.602)
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- Se si escludono i parasubordinati e gli assegni sociali le pensioni anticipate rispetto all'età di vecchiaia con decorrenza nel primo trimestre sono state 56.660 con un calo del 10,83% mentre quelle di vecchiaia sono state 40,475 con un calo del 14,97%. Il calo più consistente si è avuto per gli assegni ai superstiti (46.770, -26,3%)