Bonus anziani, stop contante giochi online e riordino riscossione: le novità del Cdm
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Diverse le misure nel Consiglio dei ministri che si è tenuto nel pomeriggio. Per gli anziani, previsto un assegno di assistenza da 850 euro al mese che andrà a sommarsi all’indennità di accompagnamento (531,76 euro), per un totale di circa 1.380 euro. Ma ci sono dei paletti ben precisi da rispettare. Esaminato anche un decreto legislativo con disposizioni in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione, per piani di rateizzazione più lunghi (fino a un massimo di 120 rate)
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- Diverse le novità approvate nel Cdm che si è tenuto nel pomeriggio di oggi, 11 marzo: la riforma sull’assistenza agli anziani in Italia, ma anche - fra l'altro - due decreti legislativi di attuazione della delega fiscale, uno per il riordino del settore dei giochi online (in funzione antiriciclaggio "si mette definitivamente la parola fine all'utilizzo del contante", spiegano fonti di governo) e uno per quello del sistema nazionale della riscossione
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- Previsto per gli anziani un assegno di assistenza da 850 euro al mese che andrà a sommarsi all’indennità di accompagnamento (531,76 euro), per un totale di circa 1.380 euro. Si tratta di una legge-quadro, la 33 del 23 marzo 2023, prescritta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), in risposta alle gravi carenze italiane sulla cura e la presa in carico di over 65, sia abili sia non autosufficienti
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- La prestazione universale riguarderà gli anziani non autosufficienti, ma con dei paletti: a poterne godere sarà per il momento una mini-platea di circa 25mila persone, come spiega Il Sole 24 Ore, già titolari dell’indennità di accompagnamento, non autosufficienti, almeno 80enni e con un bisogno assistenziale “gravissimo”. E con Isee non superiore a 6mila euro
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- La sperimentazione della misura partirà a gennaio 2025 per concludersi a dicembre 2026: due anni in cui se si sfiorerà dal budget di 500 milioni (250 milioni per anno di sperimentazione) recuperato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dopo un braccio di ferro con il Mef, le condizioni di accesso ai benefici potranno essere ulteriormente ristrette
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- Va poi tenuto presente che l’assegno di 850 euro sarà revocato nel caso in cui non dovesse essere speso, come previsto dal decreto, per retribuire il lavoro di cura e assistenza svolto da “badanti” o per acquistare l’assistenza da imprese di servizi
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- La prestazione universale ridisegnata dal decreto ha già attirato le prime critiche di Regioni e associazioni e le Osservazioni delle commissioni di Camera e Senato, che pure hanno “vistato” il decreto anziani nel suo complesso
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- Altro nodo è la soglia minima dei 70 anni per l’accesso a tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie che dovrebbero far seguito alla valutazione multidimensionale dell’anziano nei Punti unici di accesso (Pua), da istituire nelle case di comunità previste dal Pnrr
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- La scelta è stata del Mef. Ma, dal momento che lo stesso decreto fissa a 65 anni l’avvio dell’età anziana, portando la soglia dei servizi sociali, sanitari, sociosanitari e di cure palliative a 70 anni c’è il rischio concreto di creare una categoria di “esodati”, tra i 65 e i 69 anni, lasciata fuori dai Livelli essenziali di assistenza (Lea) e dai Leps (i livelli minimi delle prestazioni sociali che andranno determinati
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- Arriva innanzitutto un allungamento dei tempi per saldare i debiti con il Fisco: si passa dalle 72 rate mensili attuali a un massimo di 120 (su un orizzonte quindi di 10 anni). Oltre i 120mila euro di debito, il contribuente che documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà avrà subito la possibilità di dilazionare il pagamento in massimo 120 rate mensili
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- Sotto quella soglia è previsto aumento progressivo delle rate ogni biennio: per chi "documenta" la situazione di difficoltà è previsto un minimo di rate crescente (aumenta ogni 2 anni, da 85 a 97 a 109) e un massimo sempre di 120 rate; mentre per il contribuente che semplicemente "dichiara" di trovarsi in situazione di difficoltà l'aumento va da 84 rate mensili nel 2025-26 aumentando fino a un massimo di 108 nel 2029. Sarà il Mef a valutare - monitorando gli effetti delle nuove norme sui conti pubblici - se concedere le 120 rate dal 2031
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- Inoltre, emerge che dal 2025 le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno cancellate automaticamente. Si introduce infatti il "discarico automatico" per le quote affidate all'Agenzia delle entrate-riscossione "non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo". L'Agenzia può anche procedere al "discarico anticipato" per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato "la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale" o "l'assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti"
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- Spunta la possibilità per l'Agenzia delle Entrate di svolgere le sue attività di riscossione, affidate dagli enti titolari del credito, "secondo procedure, effettuabili anche con logiche di raggruppamento dei crediti per codice fiscale, pianificate annualmente" con la convenzione stipulata tra Mef e Agenzia stessa
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- Dal 2025 le cartelle di pagamento verranno notificate al creditore entro 9 mesi dall'affidamento del carico. Nella bozza si legge che dal 1° gennaio del prossimo anno il Fisco dovrà assicurare "la salvaguardia del credito con un tempestivo tentativo di notificazione della cartella di pagamento, non oltre il nono mese successivo a quello di affidamento del carico oppure nel più ampio termine che consegue dalle norme di legge che disciplinano gli effetti di eventi eccezionali"
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- Con il decreto legislativo di riordino dei giochi online "si mette definitivamente la parola fine all'utilizzo del contante per i giochi online", sottolineano fonti di governo. Che precisano che "chi vorrà ricaricare più di 100 euro cash dovrà necessariamente utilizzare strumenti elettronici di pagamento tracciabili e sicuri". Una misura, si evidenzia, "importante nella lotta al riciclaggio di denaro"