Bonus casa, aumentano le ritenute sui bonifici. Cosa significa per imprese e cittadini
Dal 1° marzo, come previsto dalla Manovra 2024, si passa dalla vecchia aliquota dell'8% a quella nuova dell'11%. Per il Fisco si prevede che l'effetto cassa sarà di 622 milioni di euro. Più complicata la situazione per chi ha intenzione di ristrutturare un immobile
- Ancora pochi giorni e scatta l’aumento delle ritenute sui bonifici parlanti legati a tutti i bonus e tutte le agevolazioni edilizie in vigore: dal 1° marzo si passa dall’8% all’11%, come previsto dall’ultima Manovra
- Si tratta di un anticipo delle imposte, che però nel concreto rischia di portare con sé qualche problema a imprese e cittadini
- Il Sole 24 Ore evidenzia come per i cittadini si profili una salita dei prezzi degli interventi. L’aumento rischia di far accumulare alle imprese una quantità maggiore di crediti d’imposta, più difficili da drenare in un secondo momento
- Il punto, spiega il quotidiano economico, è che per chi versa gli anticipi non è data sicurezza di avere più avanti la liquidità necessaria per utilizzare il credito in compensazione
- Insomma, si corre il rischio che il credito resti fermo per chi in un anno non ha un gran numero di versamenti
- La dimensione della novità si comprende guardando alle prospettive che si aprono per l’Agenzia delle Entrate: l'aumento si traduce in un effetto cassa stimato da 622 milioni di euro, come scritto nella relazione di accompagnamento alla Manovra 2024
- La ritenuta sui bonifici c’è già dal 2010, quando era del 10%. Poi negli anni è scesa e risalita più volte. È arrivata anche al 4%. Mai però si era raggiunto l’11% previsto adesso
- Il Sole sottolinea che la recente espansione dei bonus per la casa abbia spinto in su il livello delle ritenute accumulate. I livelli sono schizzati soprattutto quando fu lanciato il Superbonus 110%
- Lo scorso anno, così come nel 2022, con le ritenute si erano superati i 3 miliardi di euro
- Per dare l'idea: nell'anno del lancio, quindi nel 2010, dai dati raccolti da Il Sole emerge come le ritenute fossero arrivate complessivamente a poco meno di 560 milioni di euro