Lavori a rischio, quali sono i settori travolti dalla crisi?
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A soffrire maggiormente sono i settori interessati dalle grandi transizioni in corso: automotive, siderurgia, produzione dell’energia, chimica di base, telecomunicazioni. Ma anche altri settori non vivono una crisi meno dura
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- L’analisi è impietosa: sono oltre 183 mila le lavoratrici e i lavoratori travolti dagli effetti di crisi aziendali o di settore nei comparti dell’industria e delle reti. A fornire i dati è l’Area delle Politiche industriali della Cgil
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- A soffrire maggiormente sono i settori interessati dalle grandi transizioni in corso: automotive, siderurgia, produzione dell’energia, chimica di base, telecomunicazioni. Ma anche altri settori non vivono una crisi meno dura
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- Altri tre mesi di cassa integrazione per cessazione d’attività per i 51 lavoratori della Minermix, azienda di produzione e commercializzazione di materiali da costruzione con sedi a Galatina (Lecce) e Fasano (Brindisi) rimasta invischiata nella palude che ha coinvolto Acciaierie d’Italia (ex Ilva), sua principale committente
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- Giovedì 28 dicembre è stato raggiunto l’accordo che differisce il licenziamento collettivo, legando la proroga della cig in scadenza il 26 marzo prossimo, al rifinanziamento del fondo inserito nella legge di bilancio. Situazione molto complicata alla Fontanot di Cerasolo di Coriano e Villa Verucchio (Rimini), impresa specializzata nella produzione di scale. L’azienda fortemente colpita dall’alluvione del maggio 2023 è in stato di liquidazione, e il curatore giudiziale ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per gli ultimi 37 lavoratori
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- I sindacati chiedono invece di avviare la cassa integrazione straordinaria per cessazione attività così da salvaguardare l’occupazione e indire un’asta pubblica per la vendita dell’intero complesso aziendale. E ancora la Italiana Costruzioni che ha licenziato via whatsapp, il 21 dicembre scorso , 50 operai dei 64 impegnati nel cantiere per la costruzione del centro di biotecnologie Rimed di Carini (Palermo)
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- Cig a zero ore fino al 30 settembre prossimo, con possibile proroga di tre mesi, per i 468 telefonisti dei call center Almaviva di Palermo e Catania. Il loro servizio (il numero 1500 istituito dal ministero della Salute per l’emergenza Covid) è stato chiuso il 31 dicembre scorso. E i lavoratori, denuncia la Slc Cgil Sicilia hanno perso anche la clausola sociale per essere stati spostati al servizio 1500 durante la pandemia, lasciando le commesse cui lavoravano e che gli avrebbero ora assicurato un futuro
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- Sempre più drammatica la situazione all’agenzia Dire. Alla scadenza dei due anni di contratti di solidarietà, il 28 dicembre l'editore Stefano Valore ha licenziato 11 giornalisti e poligrafici nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda nel settembre scorso. E il 31 dicembre ha comunicato via mail ad altri 17 giornalisti e poligrafici della redazione romana la sospensione dal lavoro e dallo stipendio
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- Sospesa il 1° invece gennaio la produzione alla Elcograf di Treviglio (Bergamo). I 95 dipendenti verranno via via trasferiti negli altri impianti del gruppo, ma fino al 30 luglio saranno in cassa integrazione straordinaria
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- La società (gruppo Pozzoni), attiva nel settore di stampa e tipografia, ha anche dichiarato 20 esuberi, le cui modalità sono ancora da definire. per questo la nostra protesta continua, a partire dall’impegno per contrastare una legge di stabilità sbagliata, che aumenterà il divario nella distribuzione della ricchezza, impoverirà le lavoratrici e i lavoratori, farà crescere il precariato
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- Il 24 gennaio scorso la multinazionale svizzero-americana Te Connectivity, produttrice di componenti per l’elettronica, ha ribadito la chiusura entro settembre 2025 dei due stabilimenti di Collegno (Torino) e il licenziamento di 220 lavoratori. La decisione si deve alla volontà di spostare in altri Paesi la fabbricazione di connettori per l’industria degli elettrodomestici
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- Si è risolta, invece, la vertenza della Hydro Extrusion di Ornago (Monza e Brianza), specializzata nella produzione di estrusi per l’automotive. Il 7 novembre è stato siglato l'accordo di gestione della procedura di licenziamento collettivo per nove dipendenti su 160 addetti, aperta dalla società il 28 settembre scorso che dovrebbero scendere a otto con il riconoscimento di un sostegno economico e un programma di outplacement messi a disposizione dalla società
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- Finisce la quasi trentennale storia della ex Pasta Julia di Spello (Perugia), oggi In Food, e dei suoi 26 dipendenti. Il 23 dicembre l’azienda ha comunicato ai sindacati la dismissione dell’attività e la messa in mobilità dei lavoratori, in cassa integrazione a zero ore già da aprile 2023. Ora è in corso un’interlocuzione con la Regione Umbria per la possibile reindustrializzazione del sito