Tasse non pagate, nuova possibilità di rottamazione quater: cosa sappiamo
Si sta ipotizzando di riaprire i termini delle prime due rate, scadute il 31 ottobre e il 30 novembre e che avevano già ottenuto una mini-proroga al 18 dicembre, per estenderla fino a fine marzo 2024. Le multe e le tasse non pagate, però, toccano quota 1.185 miliardi
- Il governo sta lavorando a un intervento per riaprire il capitolo della rottamazione sulle cartelle con lo sconto su sanzioni, interessi e aggio alla riscossione. Si ipotizza di inserirlo come emendamento al decreto Milleproroghe, che è all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera
- L’intervento in questione punta ad andare incontro ai decaduti, cioè a coloro che avevano presentato la domanda di adesione e poi non hanno rispettato le scadenze di pagamento
- Al momento si sta ipotizzando di riaprire i termini delle prime due rate, scadute il 31 ottobre e il 30 novembre. Queste date avevano in precedenza già ottenuto una mini-proroga nel corso della conversione del decreto Anticipi, che aveva rinviato la scadenza al 18 dicembre
- Si pensa ora di spostare la data di salvataggio per i decaduti al 31 marzo 2024. Questa nuova possibilità consentirebbe di non perdere l’opzione di pagare il debito con la riscossione, ma in misura scontata
- La rottamazione quater non è l’unica misura della tregua fiscale su cui i parlamentari chiedono di rivedere il calendario. Sia la maggioranza sia le opposizioni chiedono per esempio di estendere il ravvedimento speciale (sanzione ridotta a un diciottesimo) anche al periodo d’imposta 2022, con la possibilità di presentare la dichiarazione correttiva e versare la prima o unica rata entro fine marzo. Lo ricorda Il Sole 24Ore
- Il ministero dell’Economia è anche l’idea di dare più tempo anche ai contribuenti colpiti dalle alluvioni (in foto, l'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna nei mesi scorsi)
- C’è però da fare i conti con i numeri, in particolare l’insieme di tasse e multe non pagate: toccano quota 1.185 miliardi. Lo ha detto il viceministro all’Economia Maurizio Leo nell’audizione in commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. Il valore è ancora in crescita rispetto al 2022, quando si era fermato a 1.153 miliardi
- Il Sole 24Ore ricorda come, tra il decreto fiscale di fine 2018 (Governo Conte 1 con maggioranza M5S-Lega), il decreto Sostegni (Governo Draghi a maggioranza “ampia”) e manovra 2023 (Governo Meloni) sono stati varati stralci per oltre 81 miliardi di euro