Sinner criticato per Montecarlo: perché gli sportivi (e non solo) scelgono il Principato?
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Qualcuno ha biasimato il tennista italiano, vincitore degli Australian Open, per il fatto che non paga le tasse nel nostro Paese. L’altoatesino, infatti, vive a Monaco. “Ci sono tanti giocatori con cui puoi allenarti, le strutture sono perfette. Lì mi sento a casa”, ha detto. Ma i vantaggi sono anche fiscali: ecco quali sono e come si può ottenere la residenza
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- Dopo la vittoria agli Australian Open, primo italiano a riuscirci, Jannik Sinner ha ricevuto elogi e complimenti. Ma anche qualche critica. In particolare, qualcuno ha biasimato il fatto che il tennista non paghi le tasse in Italia, visto che ha la residenza a Montecarlo. Sinner, comunque, non è l’unico sportivo italiano ad aver scelto di vivere nel Principato di Monaco. I vantaggi, poi, non sono solo economici e fiscali
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- “La cosa più bella di Monaco è che ci sono tanti giocatori con cui puoi allenarti, le strutture sono perfette. Lì mi sento a casa. Sto bene, ho una vita normale, posso andare al supermercato con zero problemi”, ha detto ieri Sinner in una conferenza stampa a Roma. Ha così chiuso, almeno per ora, alla possibilità di riportare la sua residenza in Italia
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- Sinner, originario di San Candido (Bolzano, in Val Pusteria), ha la residenza a Montecarlo dal 2020. Più volte ha spiegato che ha scelto il Principato perché - anche grazie al clima e ai colleghi che ci abitano - è più facile allenarsi. "Ci sono tutti i giocatori più forti, i campi sempre a disposizione. È sicuramente il posto migliore per allenarmi e crescere", ha detto in passato. Tra i tennisti che ci vivono ci sono Matteo Berrettini, Novak Djokovic, Daniil Medvedev, Alexander Zverev, Holger Rune, Stefanos Tsitsipas, Lorenzo Musetti
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- Oltre a Sinner, comunque, sono poco più di 8mila gli italiani residenti a Montecarlo. Molti di loro, come racconta Il Sole 24 Ore, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate: l’obiettivo del Fisco italiano è di stabilire se i vip che dichiarano la residenza in paradisi fiscali vivano davvero nei posti che indicano come residenza fiscale o se sia solo un modo per avere agevolazioni sulle tasse (o, nel caso di Monaco, non pagarle proprio)
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- Gli italiani che vivono nel Principato di Monaco godono di un sistema fiscale vantaggioso rispetto al nostro Paese. Montecarlo, infatti, non prevede imposte sul reddito, sugli immobili, sulle plusvalenze o sul patrimonio delle persone fisiche. Vantaggi anche per le società con sede legale nel Principato: sono soggette all’Iva, ma non ci sono imposte sugli utili se operano nel Paese, mentre se generano oltre il 25% fuori dai confini hanno l’imposta sul reddito con aliquota al 25%
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- Per usufruire delle agevolazioni fiscali bisogna andare a vivere nel Principato, prendere la residenza e ottenere così il permesso di soggiorno. I requisiti, come ricorda il Corriere della Sera, sono tre: affittare o acquistare una casa a Monaco; aprire un conto corrente bancario; dimostrare la propria identità e “moralità” attraverso una serie di documenti come il passaporto e l'estratto del casellario giudiziario emesso dallo Stato di origine
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- Il primo requisito per ottenere la residenza, quindi, è quello di affittare o acquistare una casa a Monaco. In caso di affitto, il contratto non deve essere inferiore ai 12 mesi e deve essere regolarmente registrato. Oltre alla copia del contratto o al certificato notarile di proprietà della casa, per la richiesta bisogna presentare anche una bolletta dell'energia elettrica
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- Il secondo requisito è aprire un conto corrente. Come spiega il Corriere, bisogna aprirlo in una banca privata con filiale locale e chi fa domanda per avere la “carte de resident” deve depositare una somma non inferiore ai 500mila euro. Le autorità monegasche, infatti, vogliono essere certe che la persona abbia abbastanza risorse finanziarie per vivere e mantenersi nel Paese
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- L’ultimo passo per richiedere la residenza consiste nella presentazione di documenti che confermino sia l’identità del richiedente sia la sua buona “moralità”: dal certificato di nascita al passaporto, dal certificato di matrimonio o divorzio a un cv, dal casellario giudiziario alla tessera sanitaria valida nel Principato. Serve anche la richiesta alla Pubblica Sicurezza. Dopo la presentazione della domanda, il richiedente sarà convocato per un colloquio dalla Sezione Residenti. Se la pratica va a buon fine si ottiene la carta di soggiorno
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- Attenzione, però. Come ricorda il Corriere, per essere considerati italiani residenti all'estero ai fini fiscali deve sussistere almeno una di queste condizioni: non essere stati iscritti all'anagrafe delle persone residenti in Italia per più della metà dell'anno; non avere avuto il domicilio in Italia per più di metà dell’anno; non aver avuto dimora abituale in Italia per più della metà dell’anno