Recensioni di alberghi e ristoranti, verso una stretta del governo contro anonimato online
L’esecutivo dovrebbe decidere per una stretta a breve, anche se al momento la misura non è ancora arrivata in Consiglio dei ministri. A chiederlo è la ministra del Turismo Daniela Santanchè, che più volte ha definito le recensioni anonime “uno strumento scorretto di marketing”
- Oltre al nuovo disegno di legge per gestire le vendite a scopo di beneficenza da parte di produttori e influencer era attesa anche una norma sulle recensioni web: prevedeva nuove regole e un maggiore ordine fra i commenti in merito ad attività come alberghi, ristoranti e locali. Nello specifico, il punto su cui intervenire è l’anonimato di chi scrive le opinioni
- L’esecutivo dovrebbe decidere per una stretta a breve anche se al momento la misura non è ancora arrivata in riunione al Consiglio dei ministri. Recente il caso di cronaca che ha coinvolto Giovanna Pedretti, titolare del ristorante “Le Vignole” trovata morta il 14 gennaio sulle rive del fiume Lambro. Nei giorni precedenti la donna aveva risposto a una recensione di un cliente che si lamentava della presenza di gay e disabili nel suo locale
- A chiedere un intervento in materia è la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Più volte ha definito le recensioni anonime “uno strumento scorretto di marketing: magari lo scopo è quello di far andar male quella determinata attività per mille motivi e quindi usarle negativamente”
- Tuttavia, ha aggiunto, “dobbiamo capire quale sia il modo migliore per sapere chi è che scrive”, perché un commento “può decretare la vita o la morte delle imprese, dei ristoranti e degli alberghi e non si possono continuare ad accettare queste recensioni senza sapere da chi arrivano”
- Quella della ministra Daniela Santanchè, spiega Federalberghi, ''è anche la nostra visione: condividiamo pienamente la sua posizione riguardo la necessità di regolamentare quanto prima le recensioni online al fine di arginare gli effetti devastanti che un cattivo uso di questo strumento può provocare alle nostre imprese, ai lavoratori e agli italiani in genere"
- "In un mondo in cui la tracciabilità è diventata centrale, è necessario intervenire sul tema con procedure certe, per comprendere come tali recensioni vengano fatte, chi le firmi e che base di veridicità abbiano. Le recensioni on line possono avere un loro valore quando e se garantite da una forma di certificato di autenticità. Viceversa possono trasformarsi in vere e proprie armi capaci di distruggere le aziende e le persone stesse. Bene dunque che il ministro ponga in essere azioni mirate in questo ambito, a tutele delle nostre comunità”
- Secondo la Fipe, la Federazione di bar e ristoranti, “la soluzione deve essere quella di garantire che chi scrive la recensione abbia effettivamente vissuto l’esperienza che descrive”
- Diversa, come ripotta Il Corriere della Sera, l'opinione di Carlo Carollo, country manager della piattaforma di prenotazione di ristoranti TheFork: “Le recensioni non vanno demonizzate, sono uno strumento di marketing molto efficace, ma vanno usate correttamente”
- Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, invece, frena: “Io sono sempre per la libertà di esprimersi, è legittimo poter affermare il proprio parere su un’attività”
- “Le opinioni dei clienti sono sempre importanti, possono e devono essere uno strumento di crescita e di miglioramento per gli operatori, ma l'attuale Far West lascia esposti gli imprenditori ad utilizzi impropri o addirittura fraudolenti. L'ipotesi di aprire un tavolo di riflessione sul tema ci trova completamente d'accordo e disponibili partecipare attivamente", ha commentato Maria Carmela Coliaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi