Cos’è la direttiva Bolkestein e perché viene contestata da chi ha concessioni balneari
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Nella lettera di richiamo sul ddl Concorrenza, inviata a Governo e Parlamento dal capo dello Stato, viene citata la direttiva europea 2006/123/CE. Sono tre gli ambiti principali su cui interviene: l'eliminazione degli ostacoli alla libertà di stabilimento delle attività nei diversi Stati e alla libera circolazione dei servizi e la creazione di una fiducia reciproca tra gli Stati membri con una progressiva armonizzazione delle politiche
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- Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi ha promulgato il ddl Concorrenza con una lettera di richiamo indirizzata a Governo e Parlamento. Si tratta di un provvedimento annuale dedicato ai cosiddetti "ambulanti", che ricorda quello dello scorso febbraio sui balneari per il quale il capo dello Stato decise di intervenire allo stesso modo
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- Nella lettera inviata da Mattarella ai presidenti della Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni viene citata la direttiva europea 2006/123/CE, che impone la concorrenza nel settore dei servizi, aprendo anche alla possibilità di trasferire le attività da uno Stato all'altro. È la cosiddetta direttiva Bolkestein, dal nome del commissario europeo Frits Bolkestein che l'ha promossa e sostenuta
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- Un nome, quello di Bolkestein, che spesso ha campeggiato sui cartelli durante le manifestazioni organizzate dalle diverse categorie interessate, dagli ambulanti ai balneari fino ai tassisti. Sono tre gli ambiti principali su cui interviene la direttiva: l'eliminazione degli ostacoli alla libertà di stabilimento delle attività nei diversi Stati, l'eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione dei servizi e la creazione di una fiducia reciproca tra gli Stati membri con una progressiva armonizzazione delle politiche
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- La direttiva Bolkestein chiede di semplificare le procedure amministrative, di eliminare l'eccesso di burocrazia e soprattutto di evitare le discriminazioni basate sulla nazionalità o per coloro che intendono stabilirsi in un altro Paese europeo per prestare dei servizi. Sono queste le norme alla base della creazione di sportelli unici per svolgere tutte le formalità burocratiche
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- È uno dei punti più contestati perché prevede il principio del Paese di origine, secondo il quale un prestatore di servizi che si sposta in un altro Paese europeo deve rispettare la legge del proprio Paese di origine (ad esempio per i permessi, il rispetto di regolamenti) con l'esclusione però di alcune tutele fondamentali - dal salario minimo, alla sicurezza alla salute - e con alcune deroghe per alcuni servizi, come quello postale o quelli energetici
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- La direttiva promuove l'armonizzazione delle legislazioni dei Paesi membri in ambiti quali la tutela dei consumatori, l'assicurazione professionale e la risoluzione delle controversie; promuove anche la collaborazione tra autorità nazionali e la creazione di codici di condotta
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- I fautori della direttiva sottolineano i benefici della concorrenza nei settori dei servizi, che consentono di ridurre i prezzi e di abbattere le lobby. I detrattori ne evidenziano invece gli aspetti di dumping sociale. In Francia, ad esempio, il tema si è concentrato sull'impatto 'dell'idraulico polacco' sul mercato del lavoro locale. Qualcuno ha attribuito alla Bolkestein la colpa del fallimento, in Francia e in Olanda, del referendum sulla Costituzione europea
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- In Italia l'attenzione si è concentrata soprattutto sui settori legati a concessioni pubbliche - commercio ambulante e gestione di aree demaniali balneari - nei quali le proroghe hanno di fatto reso impermeabili i relativi servizi alla concorrenza, vanificando con il timore di perdita di posti di lavoro e di investimenti la possibilità dell'apertura a nuove realtà economiche
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- La sostanza dei rilievi presidenziali si concentra ancora una volta sul deficit di concorrenza e l'uso delle proroghe che sta provocando libere interpretazioni a livello locale. Il Quirinale cita l'articolo 11 della legge approvata che "introduce una nuova proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo di 12 anni, una cosa incompatibile con i principi ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato
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- Inoltre, si osserva, "i criteri generali per il rilascio di nuove concessioni sono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee (direttiva Bolkestein ndr), i concessionari uscenti"
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- "Sorprende che il Quirinale, con tutti i problemi che attanagliano il Paese, e le vicinissime aree oggetto di pericolosi conflitti, trovi il tempo per porre la sua attenzione sulla questione delle concessioni questa volta del commercio ambulante dopo che l'anno scorso già intervenne per le concessioni balneari con affermazioni prive di fondamento, dimostrate poche settimane fa dalla sentenza di Cassazione a sezioni unite", replica Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Confindustria