Reddito libertà, 6 milioni in più per il 2024 per donne vittime di violenza: i requisiti
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La misura è destinata alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguiti dai centri antiviolenza. L'obiettivo è sostenerne l'indipendenza economica. Ecco a chi rivolgersi per ottenere l'incentivo, pari a 400 euro mensili pro capite
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- Sono stati stanziati 6 milioni di euro in più, a decorrere dal 2024, per il Fondo per il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza. È quanto previsto nella Manovra 2024, rendendo quindi strutturale la misura istituita nel 2020
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- Come spiega l'Inps, il Reddito di libertà è stato introdotto dal'articolo 3, comma 1, del decreto del presidente del Consiglio datato 17 dicembre 2020. Si tratta di un contributo economico destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali, con l'obiettivo di sostenerne l'autonomia
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- Le destinatarie del contributo sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie. Se cittadine di Stato extracomunitario, devono essere in possesso di regolare permesso di soggiorno. Possono anche usufruire del contributo le donne straniere con status di rifugiate politiche o status di protezione sussidiaria
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- La misura consiste in un contributo economico, stabilito nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, concesso in un'unica soluzione per massimo 12 mesi
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- Il contributo, spiega l'Inps, è finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l'autonomia abitativa e la riacquisizione dell'autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli o delle figlie minori. La misura, inoltre, è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito
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- Maggiori dettagli sulla misura sono contenuti nella circolare dell'Inps n. 166, datata 8 novembre 2021, dove l'istituto illustra nel dettaglio la disciplina del Reddito di libertà, specificando il regime fiscale e la compatibilità con altre misure di sostegno come Rem, Naspi, Cassa integrazione guadagni e Anf
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- La domanda deve essere presentata all'Inps dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, tramite il Comune di residenza, utilizzando il modello allegato alla circolare sopradetta
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- Il Reddito di libertà è stato introdotto grazie a un emendamento del 2020 a prima firma Lucia Annibali. L'allora ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti si congratulò con lei: "Sono profondamente grata per l'impegno profuso da Annibali", la cui proposta ottenne "una condivisione trasversale. Le donne non soltanto devono essere sostenute nella fase di denuncia, ma devono sapere che non saranno lasciate sole"