Dipendenti statali, fuga dal Nord Italia: coperto solo il 75% dei posti disponibili
Come dimostra l’ultima indagine del Formez, il tasso di copertura dei bandi al Nord risulta essere doppiato dal Centrosud, dove si raggiunge il 150%. Tra i motivi c'è il costo della vita più basso, che rende ormai superata la migrazione dei lavoratori pubblici dal Meridione al Settentrione
- Nord sempre più svuotato, Centrosud che registra il pienone. È questo quello che sta accadendo ai concorsi pubblici in programma già a partire dalla prossima settimana, con le prime prove selettive per entrare nell’Agenzia delle Entrate
- La conferma arriva anche dall’ultima indagine del Formez in materia, secondo cui al Nord lo scorso anno il tasso di copertura dei posti messi a bando dalla Pa raggiungeva giusto il 75%, e risultava “doppiato” da quello riscontrato al Meridione e nelle Regioni del Centro Italia. A pesare sono i costi maggiori del Settentrione, dagli affitti al carrello della spesa, fino ai trasporti
- Ad essere più svantaggiate sono Lombardia e Veneto, regioni dove il caro prezzi o il carrello della spesa costano sensibilmente di più rispetto ad altre regioni
- Questa storia è nota da tempo, quando a inizio 2022 l’ex ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, certificò il flop delle selezioni per assumere personale nelle motorizzazioni e nei provveditorati, andate deserte soprattutto al Nord. Poi c’è stato il flop del concorsone regionale della scorsa primavera per assumere a tempo indeterminato 639 infermieri in Friuli-Venezia Giulia; il caso del piccolo Comune di Olgiate Comasco, dove il sindaco, che cercava due geometri sempre a tempo indeterminato per 1.400 euro al mese, si è arreso per mancanza di candidati
- Se un tempo si assisteva a una migrazione da sud verso nord per i posti nella PA, oggi le cose sono cambiate: chi aspira a un posto nella Pubblica amministrazione, dove le retribuzioni sono le stesse in tutta Italia a prescindere dal costo dell’affitto e del carrello del supermercato, si fa adesso più di due conti prima di decidere se vale la pena spostarsi
- Una dimostrazione la dà il concorso del Fisco, uno dei più attesi di quest’anno. Circa 188 mila le domande di partecipazione: nell’istanza andava indicata la regione in cui si vuole essere collocati, pena l’esclusione dalle selezioni. Saranno reclutati 3.970 funzionari a tempo indeterminato per l’attività tributaria e 530 esperti di servizi di pubblicità immobiliare
- La differenza si nota nei numeri: in Veneto sono stati messi a disposizione 680 posti totali, poco meno degli 800 del Lazio. Eppure, si sono fatti avanti soltanto in diecimila, un quinto rispetto ai candidati della regione del Centro Italia
- Tante le domande presentate in Abruzzo, Marche e Umbria, dove i posti messi a bando sono una manciata, ma hanno suscitato l’interesse di molti. In Abruzzo per 100 posti hanno fatto domanda in 8.300, un dato quasi 4 volte superiore a quello registrato in Liguria, dove per 150 posti le domande sono state poco più di duemila. Nelle Marche l’Agenzia delle Entrate cerca 80 funzionari tributari: qui hanno chiesto di partecipare al concorso in 3.487. In Umbria sono solo venti i posti da coprire e in 2.145 sperano di aggiudicarsene uno
- Lo stesso schema si ripete anche per le candidature dei funzionari di servizi di pubblicità immobiliare, 58 mila sulle 188 mila totali. Campania, Sicilia, Lazio e Puglia hanno assorbito più della metà delle domande, oltre 30 mila, per appena 150 posti, meno di un terzo di quelli messi a bando. In Lombardia le posizioni da ricoprire sono 86, ma le candidature superano non di molto la soglia delle 4.500 mila unità, contro le quasi 9 mila del Lazio (per 50 posti) e le 8.200 della Sicilia (32 posti)
- Come ha rilevato il Formez, la percentuale di posti messi a concorso tra il 2021 e il 2022 e rimasti scoperti è stata di circa il 20 per cento. Se per il Nord, come detto all’inizio, il tasso di copertura dei posti è stato del 75%, al Sud e nelle isole ha superato il 150%