
Superbonus e proroga ai condomini: le ipotesi allo studio del governo
La gestione della misura per favorire il settore edilizio continua ad agitare gli esponenti del governo, come ha dichiarato il ministro dell’Economia Giorgetti: al Forum di Cernobbio ha sottolineato "gli effetti negativi sui conti pubblici, che non lasciano margine ad altri interventi”. L’idea di un’ulteriore stretta non è da escludere, ma c’è il rischio di mettere in difficoltà molti cittadini e imprese, ancora indietro con i lavori

Limitare i danni, cercando allo stesso tempo di salvare i lavori avviati, soprattutto per quanto riguarda i condomini. La mina superbonus continua ad agitare le riunioni ministeriali dedicate alla preparazione della manovra, come d’altronde ha già fatto nei provvedimenti governativi in materia degli ultimi mesi, che hanno imposto una rigorosa stretta
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“A pensare al superbonus mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti domenica al Forum Ambrosetti di Cernobbio
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Il Superbonus "va nel patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026 come pure per quanto riguarda il Pnrr, per tutta la parte dei 150 miliardi non coperti da grant e coperti da debito, essi costituiscono spesa pubblica e andranno a gravare i conti del 2025, 2026 e io auspico anche 2027 e 2028”, ha sottolineato il ministro
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L’idea di un’ulteriore stretta non è da escludere, ma al momento la priorità è evitare che al danno per i conti, che in larga parte è già fatto, si aggiunga in forma aggravata quello per imprese e cittadini
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Come è noto, per i condomini la percentuale di detrazione scenderà dal primo gennaio 2024 al 70 per cento, dal 110 ancora applicato a quelli che lo scorso autunno avevano perfezionato la delibera e la successiva comunicazione nei tempi prescritti (gli altri sono già passati da quest’anno al 90 per cento). Il punto è che molti di questi cantieri sono in ritardo e non riusciranno a completare i lavori entro il 31 dicembre, con il rischio che molti debbano perciò pagare di tasca propria
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Sarà quindi inevitabile concedere una proroga che però avrà con tutta probabilità dei paletti abbastanza rigidi: ad esempio la richiesta di un avanzamento dei lavori almeno al 60 per cento, mentre verrebbero in ogni caso esclusi i condomini che hanno aspettato troppo per avviarli. Un buon filtro potrebbe essere l’Isee, in modo da capire chi potrebbe realmente essere in difficoltà

Una proroga più limitata è stata già messa nero su bianco nel decreto Omnibus di agosto per quanto riguarda le abitazioni unifamiliari: i lavori nelle villette potranno andare avanti fino alla fine di quest’anno, scavalcando la precedente scadenza fissata al 30 settembre. Da valutare un ulteriore abbassamento della percentuale, che potrebbe avere implicazioni inquietanti sul mondo dell’edilizia

Il settore delle costruzioni mostra infatti i primi rallentamenti, che spiegano bene anche le ragioni per le quali l’economia sta faticando in questo periodo. Sulla vicenda hanno un peso decisivo anche i crediti bloccati, frenati dalla limitata capacità delle banche di assorbirli a fronte dell’ondata di cessioni. Un problema noto da tempo su cui l’esecutivo sta cercando le migliori soluzioni

Il problema maggiore, però, resta l’impatto sui conti pubblici: da una previsione di spesa originaria quantificata in 36,6 miliardi per il superbonus e in 5,9 per il bonus facciate si è passati con la Nadef del 2022 a 61,2 e 19 miliardi, con un incremento complessivo di quasi 38 (mentre le stime per gli altri bonus edilizi erano rimaste invariate). La valutazione dell’impatto del 110 per cento è poi ulteriormente cresciuta a 67 la scorsa primavera ed ora si dirige verso quota 80-85

Queste spese andranno soprattutto a gonfiare il disavanzo del 2023, ben oltre le aspettative iniziali. A questo punto l’auspicio è che la “normalizzazione” al 70 per cento dell’agevolazione, con il conseguente minore appeal, riporti questa spesa nell’ambito delle voci gestibili con le normali modalità di bilancio
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