Bonus luce e gas, Arera: nel 2023 aumenteranno i beneficiari

Economia
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Il presidente Besseghini, presentando la Relazione annuale, ha spiegato che "si può stimare un ulteriore incremento dei beneficiari dei bonus sociali elettrico e gas, che potrebbero ammontare rispettivamente a circa 4,7 e 2,8 milioni di nuclei familiari. Un ripensamento sul beneficio sarà negli ultimi mesi dell’anno”. Secondo Arera, sono stati risparmiati 3 miliardi con il prezzo mensile del gas per utenti in tutela. “Serve puntare su risparmio energetico”

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Questa mattina il presidente dell'Arera, Stefano Besseghini, ha presentato alla Camera la Relazione annuale 2023 dell'Autorità di Regolazione per Energia Reti e ambiente, sullo stato dei servizi e l'attività svolta. Nell’occasione ha spiegato che "per l'anno 2023, si può stimare un ulteriore incremento dei beneficiari dei bonus sociali elettrico e gas, che potrebbero ammontare rispettivamente a circa 4,7 e 2,8 milioni di nuclei familiari". Si osserva che "gli ultimi mesi dell'anno in corso vedranno necessariamente una fase di ripensamento dei bonus sociali; saranno necessarie valutazioni e scelte relativamente alla soglia Isee di accesso e ai valori economici degli sconti in bolletta". Se a partire dal 2024 si ripristinassero le normali condizioni di erogazione del bonus (pari al 30% del costo annuale per il settore elettrico e del 15% per il settore gas) con assunzioni prudenziali sulla platea dei beneficiari e sull'evoluzione dei costi dei prodotti questo determinerebbe un onere per la finanza pubblica di circa un miliardo di euro l'anno, indica la relazione.

Arera: risparmiati 3 miliardi con il prezzo mensile del gas

Besseghini ha poi detto che "nel semestre invernale 2022-2023 il cambiamento" fatto a partire da luglio del 2022 "della modalità di fissazione del prezzo per il servizio di tutela gas" da "una indicizzazione basata su prodotti Ttf trimestrali forward, a un indice basato sul prezzo ex-post, mensile, formato al Psv italiano" ha comportato "un vantaggio, per il consumatore in tutela", stimato "in circa 3 miliardi di euro". Il presidente dell'Arera, aggiungen che "considerando l'elevata quota di contratti nel mercato libero, indicizzati al prezzo di tutela, il vantaggio complessivo è ben più elevato".

“Mercati ancora tesi, puntare su risparmio energetico”

Secondo Besseghini, “la crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda-offerta, che sono state intraprese nel corso dell'emergenza. Tra queste, mantiene il suo valore per agibilità ed immediatezza dell'efficacia nel contenimento della domanda, il risparmio energetico".

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Nel 2022 consumi globali di gas -1,5%, top Europa -14%

L’Arera nella relazione annuale spiega che a livello mondiale c’è è stata una contrazione dell'1,5% circa dei consumi di gas, ma l'Europa ha conosciuto il maggior calo percentuale segnando il -14,0%. Considerando i primi cinque mercati dell'Unione europea per dimensione, Germania, Italia, Francia, Olanda e Spagna, si osserva come la riduzione dei consumi si muova in un intervallo che va da un minimo di -3,8% della Spagna fino al -22% dei Paesi Bassi. L'Italia registra un - 9,9% e la Germania -15,3%. La produzione mondiale di gas è risultata costante, ma al suo interno è aumentata la produzione di gas non convenzionale, passata dal 25% del totale 2021 al 31%. In Europa, la produzione è cresciuta del 3,6%, grazie all'apporto di Norvegia e Regno Unito. L'Ue-27 ha segnato invece una diminuzione del -7,7%, cui ha contribuito la programmata discesa della produzione del giacimento di Groningen in Olanda. A seguito della guerra in Ucraina, è cambiato il sistema di approvvigionamento europeo, un massiccio ricorso al Gnl disponibile sul mercato internazionale, sono stati realizzati e/o programmati nuovi terminali di rigassificazione (galleggianti e su terraferma); in secondo luogo, vi è stato l'aumento, dove possibile, delle importazioni via gasdotto alternative al gas russo, ricorda l'Arera. Nel 2022 le importazioni complessive sono diminuite a circa 360 miliardi di metri cubi (-3,6%), di cui il 64% via gasdotto e il 36% attraverso il Gnl. Le importazioni tramite gasdotto si sono ridotte del 21% circa (-63 miliardi di metri cubi).

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"In calo consumi e produzione elettricità nel 2022"

I consumi di energia elettrica si sono ridotti dell'1,1% nel 2022 e la diminuzione è stata più sensibile nell'industria (-3,9%), nel residenziale (-2,8%) e nell'agricoltura (-1,7%), in aumento invece nel settore terziario (+4%). La domanda nazionale è stata soddisfatta per poco più dell'86% dalla produzione nazionale, mentre per la parte rimanente dal saldo con l'estero. Questi valori sono in linea con quelli del 2021 (ma nel 2020 la quota di produzione nazionale era stata invece del 90%). La produzione nazionale lorda è passata dai 289,1 TWh del 2021 ai 286,9 TWh del 2022 (-1%), mentre le importazioni sono cresciute dell'1,8% e le esportazioni del 16,4%. Le rinnovabili hanno contribuito per circa il 35% al mix della produzione elettrica nazionale, meno che nel 2021 (era del 40%). Le fonti rinnovabili sono risultate in calo del 13,9%, ma al loro interno il fotovoltaico è cresciuto del 12,3%. In particolare: generazione idroelettrica -37,8%, data l'emergenza idrica registrata nel 2022; generazione da bioenergie -8,5%, da eolico -1,8% e da geotermico -1,7% rispetto al 2021. Per l'anno 2022, i costi derivanti dall'incentivazione delle fonti rinnovabili sono risultati pari a circa 6,4 miliardi di euro, in rilevante calo rispetto agli anni precedenti (10,5 miliardi di euro nel 2021), per effetto degli elevati prezzi di mercato dell'energia elettrica. 

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“Investire in impianti di Gnl perché sarà riferimento”

"Sarà rilevante il consolidarsi delle numerose decisioni di investimento in impianti di liquefazione del gas che avranno luogo nei prossimi due o tre anni e che, nel determinare un sostanziale riallineamento dello squilibrio tra domanda ed offerta, consolideranno il ruolo del Gnl di mercato di riferimento per il settore del gas", ha detto il presidente dell'Arera Besseghini, rilevando che il mercato "ha risposto con la prenotazione di quasi il 90% della capacità del terminale Gnl di Piombino sul lungo periodo. La realizzazione di questi interventi non può ancora dirsi conclusa e le progettualità di RepowerEu ne è l'evidente dimostrazione" ha aggiunto Besseghini secondo cui "le emergenze richiedono risposte tempestive ma hanno anche costi non indifferenti quali quelli determinatesi con l'onere rilevante delle minusvalenze del servizio di stoccaggio di ultima istanza. Oneri che ben si ascrivono a quegli interventi di ridondanza e sicurezza cui sempre più dovremo prestare attenzione". Besseghini ha aggiunto che "è di fondamentale importanza che il sistema nazionale, così come quello europeo, abbia la forza di tenere nel tempo la motivazione e la decisione sulle scelte fatte" a fronte dell'emergenza gas.

epa10194021 A view of the naturel gas storage facility in Loenhout, Belgium, 19 September 2022. Since 09 September, the quantity of gas stored in Loenhout has been decreasing. Since then, users have been drawing on stocks to compensate for ongoing maintenance work at the Zeebrugge terminal, which can no longer regasify liquefied natural gas.  EPA/STEPHANIE LECOCQ

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“Permangono criticità al Sud e isole su opere idriche”

Besseghini ha anche detto che "dall'analisi degli ultimi dati tecnici disponibili sullo stato delle infrastrutture (riferiti al 2021) emerge la conferma dell'esistenza, nel Paese, di un 'Water Service Divide', con valori dei parametri tecnici che tendono, in linea generale, a rappresentare situazioni di maggiore criticità in corrispondenza dell'area Sud e Isole, sebbene per taluni indicatori si evidenzino miglioramenti più accentuati proprio in tali zone rispetto al resto del Paese". Il presidente dell'Arera, sulle infrastrutture idriche, spiega che "il tasso di realizzazione della spesa programmata" è risultato (considerando complessivamente gli investimenti nel biennio 2020-2021) pari quasi al 100%" in generale, "con un valore più contenuto per i gestori operanti nell'area Sud e Isole".

“Investimenti idrici saliti a 4,5 miliardi nel 2023”

"L'azione regolatoria ha prodotto nel settore idrico un rilevante incremento della spesa per investimenti, passata da valori prossimi al miliardo di euro nell'anno 2012 a circa il quadruplo nel 2022 e a 4,5 miliardi di euro del 2023, favorendo un percorso di miglioramento della qualità del servizio idrico integrato”, ha detto Besseghini, spiegando che "questo risultato deriva dal sommare alla quota (preponderante) di risorse messa a disposizione dall'utente attraverso le tariffe idriche (circa 4 miliardi) quella resa disponibile dalle risorse pubbliche, stanziate nell'ambito degli strumenti del Next Generation Eu. Considerati in termini pro capite, l'Italia si sta finalmente avvicinando ai valori tipici dei paesi più avanzati: per il quadriennio 2020-2023 - spiega l'Arera - una spesa per investimenti pari, in termini pro capite, a 276 euro/abitante (corrispondenti a una spesa annuale per investimenti di 69 euro/abitante)".

“Valutare il servizio acquedottistico come energivoro”

Arera suggerisce di riconoscere al servizio acquedottistico "essenziale ed universale, le caratteristiche di un settore energivoro". Si osserva che "questo consentirebbe, pur nel rispetto della promozione dell'efficienza, l'estensione di strumenti già consolidati per il contenimento dei costi energetici". L'Autorità ha ricordato che "i drammatici incrementi di costo dell'energia hanno impattato anche il settore acquedottistico in cui, ovviamente, i costi energetici sono parte rilevante dei costi di gestione. Per far fronte alla situazione emergenziale, già alla fine del 2021 l'Autorità ha previsto una componente tariffaria aggiuntiva per l'aggiornamento dei costi di acquisto di energia elettrica, volta ad anticipare almeno in parte gli effetti della crescita del costo dell'energia elettrica”.

In una foto d'archivio un bicchere riempito d'acqua di rubinetto, 7 agosto 2021. L'acqua in bottiglia consuma risorse naturali 3500 volte di più rispetto a quella del rubinetto. Lo sostiene una ricerca condotta dal'Istituto di Barcellona per la Salute globale (ISGlobal). ANSANIC BOTHMA

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