
Pnrr, tecnici Ue a Roma. Fitto: "Visita di routine. Siamo ottimisti sulla terza rata"
L’Italia aspetta la terza rata del Pnrr, 21,8 miliardi di euro, ed è sempre più vicina la scadenza di fine agosto per la modifica del Piano che il governo ha detto di voler presentare integrando il RePowerUe. Il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr replica alle critiche sui ritardi: "Dobbiamo fare velocemente ma bene, senza alzare il polverone ed entrare in polemica"

Inizia oggi, lunedì 12 giugno, la visita a Roma dei tecnici dell’Unione europea per il Pnrr. Un impegno "di routine" e "programmato da tempo", hanno sottolineato sia il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, che la portavoce della Commissione europea che si occupa dei Pnrr nazionali, Nuyts Weerle
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L’Italia intanto aspetta la terza rata del Pnrr, 21,8 miliardi di euro, ed è sempre più vicina la scadenza di fine agosto per la modifica del Piano che il governo Meloni ha detto di voler presentare integrando il RePowerUe. Una revisione che Fitto ha definito "l'ultima occasione per mettere ordine"
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Fitto si è detto "ottimista" sull'arrivo della rata del Pnrr. E parlando al Forum in Masseria a Manduria ha ribadito come la visita dei tecnici Ue faccia parte di incontri che si svolgono e si sono già svolti "ogni sei mesi" e in "tutti i Paesi, non escludendo comunque polemiche che descriveranno l’arrivo dei tecnici con "caratteristiche incredibili e preoccupanti"
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Fitto ha anche commentato le critiche in merito ai ritardi del Pnrr: "Dobbiamo fare velocemente ma bene", poi ha invitato a criticare nel dettaglio sui fatti e a non "alzare il polverone" ed "entrare in polemica". Infine ha ricordato come certe critiche andavano espresse due anni fa e che al governo, in carica da sei mesi, non possono essere imputati i ritardi
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Rimodulazioni comunque sono in corso. Sia per i progetti che non potranno essere portati a termine per giugno 2026 (e che dovrebbero essere spostati su strumenti senza quelle scadenze) sia per quelli che non rientrano nelle caratteristiche del Piano come gli oramai noti casi degli stadi di Firenze e Venezia
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Un lavoro di coordinamento poi è in corso fra le risorse Pnrr e quelle dei fondi di sviluppo e coesione e le politiche di coesione. E proprio citando questo capitolo e il suo scarso successo negli anni scorsi, l'esecutivo ha ribadito la sua linea di fronte alle regioni: nel 2014-2020 è stato speso solo il 34%, il "sistema non funziona", ha ribadito Fitto. E quindi alle Regioni le risorse andranno solo dietro una lista precisa e puntuale di obiettivi e un cronopogramma
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Una linea sulla quale concordano i due presidenti di centrodestra di Liguria e Sicilia, Giovanni Toti e Renato Schifani. E l'ex ministro dell'Economia, ora sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (nella foto), suggerisce di non "ridursi all'ultimo, perché queste cose vanno discusse, presentate e negoziate, quindi il momento è ora. Il governo si concentri, faccia la revisione, tolga dalle misure che non stanno 'tirando' e metta su quelle che funzionano"

Alle risorse che si recupereranno dai progetti "incagliati" si candida il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso: "Noi come ministero siamo in condizione di usare tutti i nostri fondi", se dovessero arrivarne altri allora potremmo usarli in primis nella "transizione 5.0" per gli investimenti delle imprese nel green e digitale
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