Pnrr, per le modifiche il governo punta sui colossi di Stato

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Rimodulazione delle risorse, trasloco di progetti. Così Palazzo Chigi intende modificare il Piano Nazionale di Ripresa, in modo da avere più flessibilità nell'uso delle risorse europe e più tempo. E per farlo, punta sugli investimenti in mano alle grandi partecipate pubbliche 

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Il governo vuole modificare il Piano Nazionale di Ripresa e, per avere più flessibilità e tempo, pensa di dirottare alcuni progetti verso altri programmi, finanziati sempre con soldi europei.

Oltre 5 miliardi in più sul piatto

Il fulcro è il RepowerEu, il piano comunitario che permette di avere nuovi denari da aggiungere al Pnrr per ridurre il caro energia ed emanciparsi dal gas russo. Si tratta di 2,7 miliardi in più, concepiti per nuovi investimenti e per i quali serve comunque l’approvazione di Bruxelles. A questi quattrini potrebbero aggiungersi altri tre miliardi, provenienti da altri fondi con scadenza di spesa al 2027 e, quindi, un anno in più rispetto al Pnrr.

I progetti in lizza richiedono 10-15 miliardi

I progetti papabili sono molti ma richiederebbero più del doppio delle risorse che ci sarebbero a disposizione. Tra le ipotesi, ci sono i nuovi incentivi e sgravi all’industria che impiegherà tecnologie per tagliare l’uso di combustibili fossili. Il grosso, tuttavia, è rappresentato da investimenti in capo alle grandi società partecipate dallo Stato, in grado di anticipare i soldi in attesa delle rate da Bruxelles.

Gli investimenti di Snam e Eni

In prima linea, Snam, col potenziamento del gasdotto adriatico, per aumentare il flusso di metano proveniente da Sud verso il Nord Europa, nell’ottica di azzerare le importazioni da Mosca, ma anche l’ipotesi di una terza nave per trasformare il gas liquido. Eni, invece, ha in mano il progetto per catturare l’anidride carbonica prodotta dall’industria e immagazzinarla nei giacimenti di gas esauriti al largo di Ravenna.

I potenziamenti sul tavolo di Terna ed Enel

Imponente il piano di Terna per la rete elettrica, col raddoppio del collegamento col Montenegro e il potenziamento dell’elettrodotto fra Sardegna, Sicilia e Campania e di quello che arriva in Toscana dalla Corsica. Uno degli obiettivi è sfruttare la produzione di energia rinnovabile nelle isole e sulle fonti pulite si basano anche gli investimenti di Enel che potrebbero usufruire del RepoweEu. In lizza, l’ampliamento della fabbrica di panelli fotovoltaici di Catania e sistemi per immagazzinare eolico e solare, in pratica batterie per avere sempre a disposizione energia non inquinante.

 

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