
La Golar Tundra di Snam è arrivata nel porto toscano: entrerà in servizio da metà maggio e, dopo i tre anni concessi per la permanenza, sarà offshore nell'alto Tirreno o nell'alto Adriatico. Sulla vicenda non mancano le polemiche, con chi si chiede se non sia possibile ridurre la dipendenza dalla Russia in altri modi. Il tema è stato al centro della puntata di Numeri andata in onda il 20 marzo su Sky TG24. Quello che emerge dai dati è che rimpiazzare tutto quel gas con metodi diversi in tempi brevi è complicato

Nei giorni scorsi la nave rigassificatrice Golar Tundra di Snam è arrivata nel porto di Piombino. Aiuterà l’Italia ad affrancarsi da una significativa quota di dipendenza di importazione di metano dai gasdotti transazionali di terra, dalla Russia e dall'Azerbaigian. In servizio da metà maggio, dopo i tre anni concessi per la permanenza a Piombino sarà offshore nell'alto Tirreno o nell'alto Adriatico. Sulla vicenda non mancano le polemiche e incombe una sentenza del Tar. Il tema è stato al centro dell’ultima puntata di Numeri, andata in onda il 20 marzo su Sky TG24

Tra chi contesta la presenza della nave c’è chi sostiene che, invece di far venire qui una rigassificatrice, potremmo consumare meno gas. Dai dati, però, emerge che quest’anno in Italia se ne è già consumato di meno. Nel 2022, infatti, il consumo di gas in Italia è stato del 10% più basso rispetto all'anno prima. Nell'autunno-inverno, che è stato molto mite, il calo è stato addirittura del 22%. L’Italia, quindi, sta già consumando meno gas rispetto a prima della guerra in Ucraina
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Altra contestazione è sul perché appoggiarsi a una nave rigassificatrice, senza utilizzare altre fonti d’energia. Il problema, però, sono i tempi. Guardiamo alla generazione di energia elettrica in Italia nei primi due mesi di quest’anno: se andiamo a vedere la tipologia di energia generata, vediamo che l'idroelettrico è calato; sono in calo anche solare ed eolico; stiamo facendo andare meno anche le centrali a gas; sono cresciute, invece, le importazioni e il carbone. Oggi come oggi, dunque, rimpiazzare tutto quel gas in tempi brevi in altri modi è complicato
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Bisogna ricordare che, per fare a meno del gas russo, l’Italia ha iniziato a fare accordi commerciali con diversi Paesi, come mostra la cartina in alto. Ad eccezione dell'Algeria, il gas di questi Paesi arriva a noi via nave e va, quindi, rigassificato
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Al momento, i rigassificatori operativi in Italia sono tre e sono al massimo delle loro possibilità: Rovigo, Livorno e La Spezia. Con Piombino si va ad aggiungere una capacità di altri 5 miliardi di metri cubi all'anno
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Riassumendo, senza la Russia ecco dove possiamo prendere il gas: il 40% dall’Algeria, il 23% dai tre rigassificatori già esistenti, il 15% dal gasdotto Tap, un altro 15% da Italia, Libia e Norvegia, l’ultimo 7% dalla nave rigassificatrice di Piombino. Senza Piombino, quindi, ci mancherebbe il 7% dei consumi: non è poco, vuol dire un mese di consumi di tutto il Paese
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