Il vicedirettore di Sky TG24, Alessandro Marenzi, analizza i motivi per cui il rigassificatore di Piombino è necessario per la sicurezza energetica del nostro Paese
La Golar Tundra è arrivata nel golfo di Follonica dopo un viaggio lungo quasi un mese da Singapore. L'imbarcazione, costata circa 330 milioni di euro alla Snam, sarà in grado di stoccare 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto e potrà rigassificare in modo continuo 5 miliardi di metri cubi l'anno.
"I rigassificatori in uso sono al massimo della capacità"
"Nell’ultimo anno il governo italiano ha fatto il giro del mondo per cercare gas in grado di sostituire quello proveniente dalla Russia, che diventa sempre più precario" ha sottolineato Alessandro Marenzi a Sky TG24. "Abbiamo stretto accordi commerciali e politici con Stati Uniti, Congo, Qatar, Egitto, Algeria, Angola e Mozambico. Tranne dall’Algeria, non arrivano direttamente tubi, quindi tutto il gas giunge via nave e deve essere rigassificato. Attualmente in Italia abbiamo tre rigassificatori: Rovigo, Livorno e La Spezia, con Piombino si arriva a 4. I tre rigassificatori in funzione sono al massimo della propria capacità, nel 2022 hanno lavorato al 90% delle proprie capacità, per questo motivo il rigassificatore di Piombino è assolutamente necessario".
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"Piombino infrastruttura strategica"
"L’Italia, pur avendo diminuito molto i consumi - continua il vice direttore di Sky TG24 -, se non ci fosse più la Russia dovrebbe prendere il gas da altri fornitori, e senza il rigassificatore di Piombino mancherebbe il 7% di gas, in questo momento, il consumo di un mese di tutta la nazione italiana. Per questo Piombino serve, perché i consumi non si sono ridotti ancora a sufficienza. Sostituire il gas con altre fonti è difficile, non ci sono rinnovabili che verranno introdotte a breve: l’idroelettrico è in crisi per la siccità, il carbone è difficile da riutilizzare". Poi ancora: "Quella di Piombino è una infrastruttura strategica, quest’anno con un inverno mite e gas ancora proveniente dalla Russia potremmo ancora farne a meno, ma la sicurezza energetica di un paese non si può basare su queste varianti così volatili".