
Pnrr, nel Recovery italiano 6 miliardi Ue sul dissesto: come potrebbero essere usati
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha ribadito che il NextGenerationEu prevede 6 miliardi per l'Italia, destinati a ridurre i rischi di inondazioni e frane. L’obiettivo è far diminuire di almeno 1,5 milioni il numero di persone colpite dal rischio idrogeologico. Tra gli interventi anche la “rinaturalizzazione" dell'area del Po e opere per la resilienza della rete elettrica

Sono diverse le fonti su cui l'Italia può iniziare a immaginare il percorso di ricostruzione dell'Emilia Romagna (e di alcune zone zone di Marche e Toscana) distrutta dall'alluvione. E una grossa fetta può arrivare dai 6 miliardi di euro per i progetti 'anti-dissesto' nel Recovery italiano. Come ha ricordato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il NextGenerationEu prevede questa cifra per l'Italia, destinata a ridurre i rischi di inondazioni e frane
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Ieri la premier Giorgia Meloni ha ribadito che è fondamentale la "flessibilità dei fondi esistenti”, mentre un portavoce della Commissione Ue ha stimato che il Pnrr italiano "mobiliterà risorse per ripristinare edifici e infrastrutture danneggiate e cercherà di ridurre di almeno 1,5 milioni il numero di persone colpite dal rischio idrogeologico"
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"La riduzione dei rischi idrogeologici è un obiettivo chiave del Pnrr italiano - ricorda Bruxelles -, particolarmente importante se si considerano la frequenza e i danni umani ed economici molto significativi dei disastri legati alle alluvioni che hanno colpito il Paese". Le riforme e gli investimenti previsti dal Piano "consentiranno all'Italia di essere meglio preparata a mitigare gli effetti dei disastri, salvare vite umane e ricostruire rapidamente”
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Alle misure per la riduzione del rischio alluvionale e idrogeologico secondo quanto risulta vanno 2,5 miliardi. Altri 3 miliardi sono destinati a opere di media entità, incentrate sui rischi idrogeologici, e fanno parte dei 6 miliardi totali previsti per interventi sulla resilienza e il rafforzamento del territorio
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Ci sono 357 milioni destinati alla rinaturalizzazione dell'area del Po. Mentre per gli interventi sulla resilienza della rete elettrica sono previsti 500 milioni. Più nel dettaglio, l'investimento per 2,5 miliardi per la riduzione del rischio alluvionale comprende misure strutturali come la messa in sicurezza delle frane o la riduzione del rischio di alluvioni nelle aree metropolitane e altre volte alla riqualificazione, al monitoraggio e alla prevenzione dei rischi emergenti
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La parte del Recovery focalizzata sul rischio idrogeologico per 3 miliardi (dei 6 totali destinati a valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni) mira ad affrontare i rischi geologico-idraulici in aree urbane e metropolitane. Il fulcro degli interventi sarà nella messa in sicurezza degli edifici rispetto ai rischi sismici e idrogeologici e comprenderà azioni per l'adattamento ai cambiamenti climatici e all'efficienza energetica come la riduzione dei consumi energetici degli edifici o l'efficientamento degli impianti di illuminazione pubblica

L'investimento sulla "rinaturalizzazione" del Po affronta l'eccessivo inquinamento delle acque, il consumo di suolo e gli scavi nel letto del fiume dal 1970. Mira a riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità, per garantire il ripristino del fiume e un uso più sostenibile ed efficiente delle risorse idriche

Gli investimenti per aumentare la resilienza della rete elettrica (500 milioni di euro) guardano alla resilienza della rete elettrica agli eventi atmosferici estremi, per ridurre la probabilità di interruzioni prolungate di energia e le conseguenze sociali ed economiche negative sulle aree colpite
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