Alluvione Emilia-Romagna, l’impatto sull’economia italiana. A partire dall’agricoltura
Le conseguenze dell'ondata di maltempo che ha flagellato la regione avranno effetti immediati su tutto il Paese: dalle zone alluvionate, per fare un esempio, arriva il 40% di grano tenero italiano. Così è anche per il 49% delle pere. Adesso bisogna vedere quanto si riuscirà a salvare e, soprattutto, con quali fondi e attraverso quali strumenti. Di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 22 maggio
L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna mettendola in ginocchio avrà ricadute immediate sull’economia di tutta Italia. A partire dalle decine di milioni di alberi da frutta e dalle centinaia di migliaia di animali da allevamento che sono rimasti coinvolti dall’ondata di maltempo: adesso bisogna vedere quanto si riuscirà a salvare e, soprattutto, con quali fondi e attraverso quali strumenti. Di questo si è parlato nella puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 22 maggio
Emilia-Romagna, tutti gli aggiornamenti
L’AGRICOLTURA - La produzione agricola dell’Emilia-Romagna è centrale per tutta la filiera italiana. Secondo dati ISMEA, relativi al 2021, dalla Regione arriva ad esempio il 20% di tutti gli ortaggi e legumi prodotti. È così anche per il 14% dei cereali e il 6% di frutta e agrumi. La vitivinicoltura vale invece l’11% del totale nazionale
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Ci sono prodotti specifici per cui il contributo dell’Emilia-Romagna è poi del tutto fondamentale: il 40% del grano tenero italiano viene prodotto in queste terre
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La cifra è ancora più alta per le pere. Quasi la metà del totale (49%) viene coltivato in Emilia-Romagna
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COME FAR FRONTE AI DANNI – Le istituzioni si sono subito impegnate per mettere in campo tutte le risorse necessarie. “Il governo c’è”, ha detto la premier Giorgia Meloni in visita nei territori più colpiti dal maltempo. La promessa è che arriveranno "risposte immediate". La consapevolezza è che serviranno "molte risorse" per riparare i "danni", per ora difficili anche soltanto da quantificare
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Uno strumento che il governo ha sul tavolo è quello del Fondo di Solidarietà Ue, che viene attivato in caso di calamità naturali. Dall’anno della sua istituzione (2002) a oggi, l’Italia è in assoluto lo Stato membro che ha chiesto più finanziamenti, anche perché è il più esposto a eventi come l’alluvione in Emilia-Romagna. In 21 anni, Roma ha fatto domanda per 3,1 miliardi di euro. La Germania si è fermata a 1,6 miliardi, la Croazia non supera il miliardo, la Francia non raggiunge i 500 milioni di euro
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In ogni caso, le somme che arrivano da questo fondo non sono particolarmente ingenti. Per i terremoti che hanno colpito il Centro Italia tra il 2016 e il 2017 il finanziamento è stato di 1,2 miliardi di euro. Per il sisma che, nel 2012, aveva fatto tremare sempre l’Emilia-Romagna le risorse erano pari a 0,7 milioni di euro. In seguito al terremoto de L’Aquila (2009) sono arrivati 0,5 milioni di euro
Guardando alle stime totali dei danni per i terremoti del 2016 e del 2017, appare evidente come le risorse che generalmente arrivano dal Fondo non siano risolutive. A fronte di uno stanziamento di fondi europei che di poco supera il miliardo, l'impatto totale di quei sismi è stato valutato in 23,5 miliardi di euro
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