Alluvione Emilia Romagna, si teme emergenza sanitaria per rifiuti e acqua stagnante

Cronaca
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Martedì 30 maggio il presidente della Repubblica Mattarella visiterà alcuni luoghi colpiti dall'alluvione. Intanto, la sindaca di Conselice ha firmato un’ordinanza che impone ai cittadini delle zone ancora allagate di lasciare le proprie case per motivi igienico sanitari. Gli acquitrini moltiplicano i rischi dalle zanzare che trasmettono i virus Chikungunya, Dengue e Zika. "Fondamentale flessibilità sui fondi", dice la premier Meloni. Pressing di Bonaccini per la nomina del commissario

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Mentre l’acqua lentamente si ritira dalle zone alluvionate dell’Emilia Romagna, l’emergenza è complicata dal timore delle possibili conseguenze sanitarie. Anche se la situazione è in graduale miglioramento, a Conselice, il paese del Ravennate inondato da tre fiumi, diverse abitazioni restano sott'acqua. Un'ordinanza emessa ieri, 26 maggio, dalla sindaca Paola Pula, obbliga i cittadini residenti in zone allagate a lasciare subito le abitazioni, visto il rischio igienico e sanitario dell'acqua stagnante, unito al caldo di questi giorni che sta facendo proliferare le zanzare (LO SPECIALE SULL'ALLUVIONE). Dopo la visita della presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen e della premier Meloni, nei luoghi dell'alluvione - come Forlì e Faenza - è stato annunciato che martedì 30 maggio arriverà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Intanto, il governatore dem dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, continua a spingere per la nomina di un commissario straordinario per la ricostruzione. E pur sottolineando un clima di "totale collaborazione" con il governo, Bonaccini sottolinea come "abbiamo il dovere di pretendere dallo Stato il 100% del ristoro dei danni per difendere i cittadini, le famiglie, le imprese che sono state colpite".

La situazione a Coselice

“Al momento non ci sono emergenze sanitarie ma il ristagno dell'acqua, il mancato funzionamento delle fognature, le possibili interruzioni nell'erogazione dell'acqua potabile, la presenza di rifiuti non smaltiti, rendono rischioso permanere nell'abitato ancora allagato", spiega la sindaca di Coselice, che nei giorni scorsi ha avuto anche momenti di tensione con i cittadini esasperati. Al momento, non sono molti gli abitanti del paese che hanno effettivamente lasciato le loro abitazioni. Quanto alle tempistiche di un'asciugatura totale della fascia abitata si parla di una settimana come ipotesi peggiore.

La campagna vaccinale

In tempi rapidi è stata organizzata una campagna vaccinale e ieri sono iniziate le somministrazioni contro il tetano e le altre malattie infettive nella Casa della comunità dell'unione dei comuni della bassa Romagna. Invece a Faenza, dove è uscito dagli argini il Lamone, la questione più urgente è quella dei rifiuti, tanto che due grandi aree sono state dedicate allo stoccaggio dei materiali. Mentre a Cesena, dove è stata oramai ripulito il fango del Savio, è stata avviata una prima ricognizione dei danni: in 48 ore sono 1.617 i nuclei familiari che hanno segnalato problemi ad abitazioni, cantine, box auto, depositi, arredamenti, auto e altri veicoli.

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Il punto della Regione su sfollati, frane e strade

Intanto, sono scese a 1.401 - 153 in meno rispetti a ieri - le persone (tra cui 98 minori) accolte nelle strutture di Protezione Civile o in albergo dopo essere state costrette a lasciare le abitazioni nei giorni scorsi: una in provincia di Rimini, 279 in quella di Forlì-Cesena, 858 in quella di Ravenna e 263 in quella di Bologna. Sul fronte della viabilità, la Regione ha spiegato che sono ancora 773 le strade comunali e provinciali chiuse alla circolazione, di cui 302 in modo parziale e 470 totalmente. Nel dettaglio: 216 nel Bolognese (93 parzialmente e 123 totalmente); 312 nel Forlivese-Cesenate (102 parzialmente e 210 totalmente); 202 nel Ravennate (100 parzialmente e 102 totalmente) e 43 nel riminese (8 parzialmente e 35 totalmente). Per quanto riguarda le frane aperte sul territorio, se ne contano 422 principali (sono invece a migliaia le micro-frane attive): 193 in provincia di Forlì-Cesena; 90 in provincia di Ravenna; 100 in provincia di Bologna; 14 in provincia di Reggio Emilia, 13 in quella di Rimini e 12 in quella di Modena. Infine, sono oltre 2mila i volontari di Protezione civile attualmente impegnati sul campo: 771 provengono dalle organizzazioni nazionali di volontariato, 281 dall'Emilia-Romagna e 1.008 dalle colonne mobili di altre Regioni. A questi si aggiungono i 113 volontari in arrivo dall'estero: 25 dalla Slovacchia, 32 dalla Slovenia, 41 dalla Francia e 15 dal Belgio.

Meloni chiede flessibilità sui fondi europei

E si inizia a pensare alla ricostruzione: sono diverse le fonti su cui l'Italia può iniziare a immaginare il percorso post-alluvione. Dai 6 miliardi di euro per i progetti 'anti-dissesto' del Recovery italiano al Fondo di solidarietà europeo, che già aiutò l'Emilia Romagna a rialzarsi dopo il sisma. Poi ci sono i fondi di coesione, e anche un capitolo della nuova Politica agricola comune per emergenze particolari. Secondo la premier Meloni, è fondamentale la "flessibilità dei fondi esistenti”. Mentre Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, dopo la visita nelle aree alluvionate ha ricordato che il NextGenerationEu prevede 6 miliardi per l'Italia, destinati a ridurre i rischi di inondazioni e frane. 

Ursula von der Leyen

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Bonaccini spinge per nomina del commissario

Le dinamiche per chiedere e ottenere sostegni da Bruxelles saranno al centro dell'incontro di lunedì fra il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. "Devo fidarmi, voglio fidarmi" del governo, "stiamo lavorando bene con Meloni e molti ministri", ha spiegato il governatore. Resta il rebus di chi sarà il commissario per la ricostruzione. “Non c'è bisogno di farlo in 48 ore, ma non dovrà passare molto tempo", ha avvertito Bonaccini, secondo cui "entro l'inverno bisogna sistemare gli argini e ricostruire le strade". E ha aggiunto: "Non mi posso autonominare commissario né mi interessa quale sarà il mio ruolo. Ci sarò al di là del ruolo che ricoprirò". La persona che sarà chiamata a svolgere questa funzione, ha detto il vicepremier Antonio Tajani, sarà nominata "al momento opportuno". Sulla scelta del commissario per l'emergenza e i tempi per la designazione è intervenuta anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone: "Non posso rispondere, perché queste sono valutazioni che verranno fatte al Consiglio dei ministri in base a tutto quello che dovrà essere il piano per la ricostruzione, su cui in questo momento ci stiamo dedicando".

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