
Taglio del cuneo fiscale, quanto vale l’aumento in busta paga deciso dal Dl Lavoro
Per il periodo luglio-dicembre i lavoratori che hanno una retribuzione fino a 25mila euro lordi vedranno crescere il loro salario grazie alla sforbiciata di sette punti del cuneo fiscale, mentre sarà solo di sei per coloro che hanno uno stipendio fino a 35mila euro lordi. Resta il problema delle coperture per il 2024, visto che la ripetizione di una simile misura costerebbe tra i 12 e i 13 miliardi

Un vantaggio tra gli 80 e i 100 euro al mese. A tanto ammonta il taglio del cuneo fiscale corrisposto in busta paga per i lavoratori che hanno retribuzioni lorde fino a 35mila euro
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LE TEMPISTICHE - L’intervento, però, sarà una tantum e varrà per il periodo compreso tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2023 (senza ulteriori effetti sulla tredicesima), perciò soltanto per sei mesi, anziché gli otto (maggio-dicembre) originariamente previsti dal governo, che puntava ad uniformare il taglio di 4 punti per tutti fino a fine anno
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LE RISORSE PREVISTE - Questa misura, finanziata attraverso i miliardi recuperati con il Def 2023, si aggiunge all’intervento previsto dalla Legge di Bilancio, in vigore a partire da gennaio, che ha portato ad un taglio di tre punti di cuneo per i lavoratori dipendenti fino a 25mila euro di retribuzione lorda annua e la conferma di due punti nella fascia retributiva tra 25 e 35mila euro
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COSA C’È NEL PACCHETTO LAVORO – Tutto questo è stato incluso nel cosiddetto “pacchetto Lavoro” discusso dal Cdm il primo maggio: il taglio del cuneo per il periodo luglio-dicembre sarà pari a sette punti complessivi (tre più i nuovi quattro) per i lavoratori che hanno fino a 25mila euro di retribuzione lorda e di sei punti (due più quattro) per chi si trova tra 25 e 35mila euro
Taglio al cuneo, quanto risparmio in busta paga? Le prime simulazioni
LA VOLONTÀ DI RAFFORZARE LA BUSTA PAGA - La scelta di concentrare tutte le risorse disponibili sul cuneo è stata presa da Palazzo Chigi e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per dare un segnale tangibile in busta paga in chiave antinflazione. L’idea è che la crescita del Pil e la buona tenuta di occupazione e tessuto produttivo possano, in autunno, aprire spazi per nuovi interventi come la conferma degli sconti in busta paga, che per ora terminerebbero a dicembre
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LA SIMULAZIONE – Ma quale sarebbe l’impatto di tali misure sulle buste paga? Secondo le simulazioni dello studio De Fusco Labour & Legal per un lavoratore con una retribuzione di 25mila euro, la riduzione del 2% del carico dei contributi previdenziali che gravano sul dipendente, salita con il governo Meloni al 3%, ha prodotto un beneficio di 41,15 euro mensili. L’ulteriore taglio del 4% produrrebbe un vantaggio di 54,87 euro, con un totale di risparmio per il lavoratore di 96,03 euro mensili che, proiettato su 5 mesi, equivale a quasi 580 euro
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FINO A DICEMBRE – Il vantaggio è evidente se prendiamo come metro di paragone la precedente ipotesi di un uniforme taglio di 4 punti di tutto il cuneo, sia che si abbia una retribuzione di 25mila o di 35mila euro. Da fine dicembre si tornerà alla situazione attuale, ma probabilmente l’effetto del venire meno del taglio dei 4 punti sarà attenuato dal fatto che il lavoratore riceverà la tredicesima, oltre a conservare l’attuale sforbiciata di 2 o 3 punti (a seconda della retribuzione)

IL PROBLEMA PER IL 2024 - Resta il problema del finanziamento del taglio del cuneo nel 2024. Sarà la manovra a doversene occupare, considerando che secondo primissimi calcoli per confermare il taglio di 6 e 7 punti di cuneo alle attuali fasce retributive per tutto il 2024 servirebbero 12-13 miliardi

I FRINGE BENEFIT - Sempre a proposito del sostegno ai redditi nel Dl Lavoro, da segnalare un nuovo intervento sui fringe benefit, con un aumento della soglia di non imponibilità che passa dagli attuali 258 euro a 3mila euro, anche se solo per i lavoratori con figli. Lo scorso anno la soglia di non imponibilità era stata prima portata a 600 euro, poi a 3mila euro per la parte finale del 2022. Adesso si risale a 3mila euro, solo per i lavoratori che hanno figli
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