
Natalità, Italia sestultima al mondo per numero di figli. LA CLASSIFICA
Secondo i dati della Central Intelligence Agency, il nostro Paese è agli ultimi posti per numero di nati ogni mille abitanti: dietro di noi soltanto Giappone, Corea e piccoli Stati come Andorra, Monaco e Saint Pierre et Miquelon. A fare la differenza è soprattutto il calo della popolazione femminile fertile, un effetto dell’inverno demografico avvenuto tra il 1970 e il 1995, e un mercato del lavoro che spinge molte donne a procreare più tardi

Sestultimi al mondo. Secondo la Central Intelligence Agency l’Italia sarebbe agli ultimi posti al mondo per tasso di natalità, con 7 nati ogni 1000 abitanti. Dal dopoguerra fino alla metà degli anni ’70, il nostro era il Paese che metteva al mondo il maggior numero di figli in Europa occidentale. Oggi siamo scesi a poco più di un terzo delle nascite raggiunte al picco del baby boom, nel 1964
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SAINT PIERRE ET MIQUELON – All’ultimo posto nella classifica mondiale ci sono le isole di Saint Pierre et Miquelon, arcipelago dell’Oceano Atlantico Settentrionale appartenente amministrativamente alla Francia, della quale fa parte come COM, Collettività d’Oltremare. Secondo i dati CIA i nati ogni 1.000 abitanti sarebbero 6,54
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MONACO – Un gradino più su c’è il Principato di Monaco, anch’esso di lingua francese sebbene indipendente da Parigi. Secondo i dati CIA i nati ogni 1.000 abitanti sarebbero 6,61
La classifica CIA
ANDORRA – Si trova a metà tra Francia e Spagna il Paese presente al terzultimo posto: è il Principato di Andorra che, secondo i dati CIA, avrebbe 6,87 nati ogni 1.000 abitanti
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GIAPPONE – Al quartultimo posto c’è invece il Giappone, Paese che oggi conta oltre 125 milioni di abitanti (l’undicesimo più popolato al mondo). Da tempo però Tokyo si trova a dover fronteggiare un crescente problema di natalità, unito a regole severe in materia di immigrazione. “Il Giappone è al limite della possibilità di continuare a funzionare come società: il Parlamento agisca ora o mai più”, ha dichiarato il premier Fumio Kishida ad inizio anno. Secondo i dati CIA i nati ogni 1.000 abitanti sarebbero 6,90
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COREA DEL SUD – Non molto meglio la situazione della Corea del Sud, Paese al quintultimo posto. I dati CIA evidenziano come i nati siano 6,95. Di recente c’è stata anche una polemica proprio sul rallentamento demografico e di questo sono state incolpate le donne, in particolare le femministe. A farlo è stato il presidente, Yoon Suk-yeol, che ha suggerito come fosse colpa del femminismo l’aver bloccato le “relazioni sane” tra uomini e donne
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IN CIMA ALLA CLASSIFICA – Nei primi 20 posti della classifica ci sono quasi soltanto Paesi africani: unica eccezione l’Afghanistan, al sedicesimo posto con 34,79 nati ogni mille abitanti. In cima alla classifica presenti tre Stati africani: al terzo posto il Benin (con 40,72 nati ogni mille abitanti) e poco più su l’Angola, al secondo posto con 41,42 nuovi nati ogni mille abitanti. In cima c’è il Niger, con 46,86 nascituri ogni mille abitanti
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GLI ALTRI PAESI OCCIDENTALI – Molto staccati tutti i Paesi occidentali, un segnale di un problema comunque comune a tanti: 162esima la Francia, con appena 11,56 nati ogni mille abitanti; 199esima la Germania, con 9,02 nati ogni mille abitanti e addirittura 222esima la Spagna, con soltanto 7,12 nati, un gradino sopra l’Italia. Non va molto meglio se si guarda Oltreoceano: gli Stati Uniti sono 149esimi, con 12,21 nati ogni mille abitanti, mentre va addirittura peggio al Canada, in posizione n.185 con 10,11 nascituri ogni mille abitanti
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E L’ITALIA? – La situazione del nostro Paese è molto differente a seconda di come la si guardi. Per esempio, da quando la recessione demografica è iniziata nel 2008, Bolzano ha visto crescere il suo tasso del 7% a 1,72 figli per donna nel 2021, mentre Prato l’ha visto crollare del 30% (1,1 figli per donna) e Roma del 22% a 1,18 figli per donna: così la capitale è molto sotto la già bassa media del Paese
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I FATTORI – A far la differenza si dice che sono spesso i servizi, come l’assistenza alle famiglie. Eppure, se per esempio si analizza il numero di posti di asili nido, si può notare come la provincia di Trento abbia quasi il doppio dei posti in asilo nido per ogni cento bambini entro i 36 mesi di età rispetto a Bolzano, ma dal 2008 ha visto scendere il suo tasso a doppia cifra. Rimini dal 2008 presenta il secondo più forte crollo della natalità in Italia, eppure ha molti più posti in asilo nido della media italiana
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IL CALO DELLA POPOLAZIONE FEMMINILE – Il collasso della natalità sembra potersi spiegare con un dato piuttosto semplice: le province nelle quali le nascite diminuiscono di più o sono più basse, dal 2008 in poi, tendono a essere quelle nei quali è diminuita di più la popolazione femminile in età fertile. Dal 2008 al 2019 la media italiana ha evidenziato un calo di numero di donne fra i 16 e il 45 anni di età del 14%, mentre il tasso di natalità è diminuito del 13%
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MERCATO DEL LAVORO RILEVANTE – A ciò si aggiunge anche il mercato del lavoro, che spesso porta le donne a procreare tardi (in questo modo si spiegano i cali di Milano, Roma e Firenze). L’Italia paga anche l’inverno demografico avvenuto tra il 1970 e il 1995, che ha portato al calo del 43% delle nascite: sempre meno donne che fanno sempre meno figli, visto che spesso partoriscono ad un’età avanzata
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L’IMMIGRAZIONE – Non è un caso, infatti, che il presidente uscente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, ripeta spesso come neppure le politiche più efficaci possano riavvicinare le nascite alla media di due figli per donna, che manterrebbe inalterata la popolazione. Le misure per la natalità sono dunque necessarie ma insufficienti, da sole, per stabilizzare il quadro demografico nel Paese. Per questo l’immigrazione e la sua gestione possono essere uno spartiacque dal quale dipendere nel prossimo futuro
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