L’anno scorso sono nati 180mila bambini in meno rispetto a 15 anni fa. Come si sosterrà economicamente il nostro territorio nei prossimi decenni? E quali misure concrete vengono introdotte o annunciate per invertire la tendenza?
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Il tema della natalità è al centro del dibattito in Italia. Nel nostro Paese l’anno scorso sono nati 180mila bambini in meno rispetto a 15 anni fa. Come si sosterrà economicamente il nostro territorio nei prossimi decenni? E quali misure concrete vengono introdotte o annunciate per invertire la tendenza? Di questo si è occupata la puntata di Numeri, di Sky TG24, andata in onda il 21 aprile. Ecco tutte le domande e risposte sulla questione.
Il calo della natalità è recente?
Ancora 15 anni fa c’era un numero di nuovi nati molto più alto di quello di adesso. Se si guarda alla curva del numero di figli per donna, si vede che c’è stato un calo fortissimo dagli anni ’60 e ’70 in poi. Quindi è un fenomeno che è in atto da anni. Ad oggi, il 2008 è stato l'anno in cui c’è stato l’ultimo picco nel numero di nascite nel nostro Paese.
Gli altri Paesi in Europa hanno problemi simili?
Sì, più o meno tutti hanno problemi simili, soprattutto quelli più ricchi. Se si guarda a Francia, Germania, Italia e Spagna, si vede che la situazione è simile, ma che noi e la Spagna siamo messi peggio, soprattutto per quanto riguarda il numero di nuovi nati. Guardando il numero medio di figli (tasso di fecondità), l’Italia in Europa è terzultima.
E fuori dall'Europa?
Nel mondo, fuori dall’Europa, ci sono pochi altri Paesi che fanno peggio di noi. Tra quelli con i dati più bassi ci sono anche l’Ucraina (dato pre guerra) e la Cina (per via della politica del “figlio unico”).
Il fatto che non si facciano più figli, dipende solo dalla propensione ad averne o ci sono altri fattori?
Ci sono altre ragioni. Non è solo che i giovani hanno meno propensione, è che ci sono meno donne che possono fare figli. Negli ultimi 15 anni ci sono 2 milioni di donne in meno nella fascia d’età considerata riproduttiva. Per l’Istat il calo delle nascite è da attribuire per 2/3 proprio al calo del numero di donne nella fascia 15-49 anni.
Quanto ci vorrà per far aumentare la natalità?
Ci vorrà molto tempo. Il punto è che si devono avere più persone nella fascia d’età riproduttiva. L’Italia inoltre è l’ultima per popolazione under 25, ed è questa la popolazione da cui dipenderà, o meno, la risalita della natalità in Italia. E non sarà un processo breve
Perché non si fanno figli?
Gli italiani, come emerge da un sondaggio Quorum/Youtrend, sono preoccupati dall’insicurezza economica e dalle prospettive per i giovani che mancano. C’è poi chi non vuole avere figli per altre ragioni e chi invece è preoccupato dalla possibilità di perdere il lavoro. Fra le cause la componente economica è quella maggiore.
Come funzionano gli aiuti negli altri Stati?
Secondo l’Eurostat - dati del 2019 -, la spesa pubblica per figli e famiglie, in Italia è stata veramente bassa rispetto agli altri Paesi. La Germania, per esempio, non ha un tasso di fecondità altissima, ma dà molti aiuti ai suoi cittadini. E ancora, in Francia il dato dei bambini sotto ai 3 anni che vanno agli asili nido è altissimo e molto lontano da quello italiano.
Cosa c’è tra le ipotesi allo studio del governo?
C’è quella di potenziare l’Assegno unico già in vigore e che ha semplificato l’aiuto finanziario alle famiglie. Va in base al numero dei figli e dell’Isee. Le famiglie con meno disponibilità hanno più di 200 euro al mese per figlio, mentre chi ha un Isee sui 40.000 euro in su, prende circa 50 euro.
Stanno aumentando gli aiuti per chi ha figli?
Se si parla di Assegno unico il bilancio è positivo, nel senso che sono aumentati i soldi che vanno alle famiglie. Per un 18% non c’è stata differenza, mentre un 8% con redditi e patrimoni più alti è stato svantaggiato. Ma nella generalità le famiglie stanno avendo un po’ di più rispetto a prima.
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Si tratta soltanto di soldi?
No. Ci sono vari fattori che concorrono. Per esempio, a che età si lascia la casa dei genitori? In Italia in media la si lascia 6 anni dopo che in Francia. Ci sono quindi anche dei fattori culturali che concorrono e che vanno considerati.
Asili nido (0-3 anni), stanno aumentando o meno come previsto dal Pnrr?
Oggi in Italia ci sono pochi asili nido, con poco più di 350mila posti. Nel 2026 l’obiettivo è di arrivare a 615mila posti. Bisogna fare in fretta però, perché a fine giugno c’è una scadenza: dovranno essere iniziati i lavori per costruire i nuovi asili in tutta Italia e non è scontato che ci si arrivi.
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Dove si lavora di più, ci sono meno nascite?
No. Si vede dall’esempio di Bolzano: è la Provincia dove ci sono più nascite in Italia. E questo è, al contempo, il luogo dove c’è l’occupazione femminile più alta d’Italia.
Qual è il ruolo dell’immigrazione?
L’immigrazione gioca due ruoli. Il primo è che il tasso di fecondità delle donne straniere che risiedono in Italia è più alto di quello delle donne italiane. Ci sono regioni come l’Emilia Romagna, per esempio, in cui un quarto dei nuovi nati ha genitori entrambi stranieri. Il secondo fatto è che è una popolazione che numericamente reintegra la perdita di popolazione che si ha con la denatalità.