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Pasta, aumentano ancora i prezzi: Ancona la città più cara, Cosenza la più economica
Assoutenti ha stilato una mappa del caro-pasta in Italia e ha deciso di coinvolgere Mister Prezzi - il Garante per la sorveglianza dei prezzi - affinché faccia chiarezza sull'andamento dei listini di questo prodotto. Anche perché, sottolinea, l'andamento dei prezzi non collima con l'andamento dei listini internazionali del grano. Anche altre associazioni hanno lanciato l’allarme
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Aumentano ancora i prezzi della pasta nel nostro Paese. A lanciare l’allarme, dopo varie associazioni, questa volta è Assoutenti: ha stilato una mappa del caro-pasta in Italia e ha deciso di coinvolgere Mister Prezzi - il Garante per la sorveglianza dei prezzi - affinché faccia chiarezza sull'andamento dei listini di un prodotto immancabile sulle tavole degli italiani. Anche perché, come sottolinea Assoutenti, l'andamento dei prezzi non collima con l'andamento dei listini internazionali del grano
Milano, pasta in bianco a 26 euro in un ristorante del Quadrilatero della Moda
A marzo, in base agli ultimi dati forniti da Assoutenti, il record per l’impennata del prezzo della pasta spetta ad Ancona (nella foto): qui il prezzo medio si è attestato a 2,44 euro al chilo. In seconda posizione troviamo Modena (2,41 euro), seguita da Cagliari (2,40 euro), Bologna (2,39 euro) e Genova (2,38 euro)
Frullati, spezzati o fritti: ecco gli "spaghetti horror" del web
In media, al momento 1 kg di pasta costa in Italia 2,13 euro. La città più economica è Cosenza, dove un chilo di pasta costa in media 1,48 euro, seguita da Palermo e Siracusa (1,50 euro al kg)
Istat, inflazione in Italia rallenta a marzo 2023: 7,6% su base annua
Solo 12 province italiane, denuncia Assoutenti, registrano al momento listini medi della pasta inferiori ai 2 euro al kg. Tra la città più costosa e quella meno cara, quindi tra Ancona e Cosenza, la differenza di prezzo è del 64,8%: si tratta di quasi 1 euro in più al chilogrammo
Inflazione, le città italiane più colpite dall’aumento dei prezzi. LA CLASSIFICA
Se si confrontano i prezzi attuali con quelli di marzo 2022, dice ancora Assoutenti, si scopre che i rincari più pesanti si registrano in diverse province della Toscana: il record, in questo caso, spetta a Siena (nella foto)
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
Nei giorni scorsi anche altre associazioni hanno lanciato l’allarme sul caro pasta. Coldiretti, dopo la diffusione dei dati Istat sull'inflazione a marzo, ha denunciato un aumento del 18% del prezzo della pasta nell'ultimo anno, mentre il grano duro per produrla viene pagato agli agricoltori il 30% in meno. "Non è accettabile che di fronte all'aumento del 18% del prezzo della pasta al consumo rilevato dall'Istat nell'ultimo anno, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato agli agricoltori il 30% in meno, nello stesso periodo", dice
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Coldiretti ha anche fatto notare come il prezzo della pasta vari di molto nelle diverse città - da 2,3 euro al kg a Milano a 2,2 a Roma, da 1,85 a Napoli a 1,49 a Palermo, secondo l'Osservatorio del ministero del Made in Italy - mentre le quotazioni del grano sono pressoché uniformi in tutta la Penisola a 38 centesimi al kg. Una anomalia di mercato sulla quale - sostiene - occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 200mila imprese agricole che coltivano grano
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E la pasta venduta in Italia “rischia di finire sul tavolo dell'Antitrust e delle Procure della Repubblica”. Dopo le denunce di speculazioni lanciate da Coldiretti, infatti, il Codacons sta studiando un nuovo esposto all'Autorità per la concorrenza e alla magistratura penale affinché accerti possibili illeciti sull'andamento dei listini al dettaglio. I rincari, secondo il Codacons, potrebbero configurare l'ipotesi di cartello anti-concorrenza e la fattispecie di manovre speculative su merci
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"La pasta è rincarata in media del 18,2% rispetto allo scorso anno, con ricadute pari in media a +25,5 euro annui a famiglia. Aumenti dei listini che non sembrano giustificati dall'andamento delle quotazioni del grano. È necessario quindi verificare cosa, nello specifico, determina incrementi così forti dei listini e se vi siano anomalie sul mercato tese a mantenere elevati i prezzi al dettaglio di un prodotto molto presente sulle tavole degli italiani, al punto che ogni cittadino consuma circa 23 kg di pasta all'anno", ha detto il presidente Codacons Carlo Rienzi
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“Il prezzo della pasta deve scendere immediatamente”, dice anche il presidente dell'Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona. Secondo un loro studio, i prezzi della pasta salgono ininterrottamente da giugno 2021 e sono esplosi a partire da agosto 2021 per via dei cattivi raccolti in Canada e Usa. Da allora sono rincarati del 37% su giugno 2021 e del 35,6% su agosto 2021. Ma ora la situazione nei mercati all'ingrosso è cambiata: se in Canada la produzione nella stagione 2021/22 era scesa del 59,6% rispetto a quella prima, nel 2023/22 è risalita del 129,8%
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Dona, inoltre, ricorda che gli indici Ismea dei prezzi alla produzione del frumento duro di marzo sono scesi del 3% su febbraio 2023 e del 21,8% su marzo 2022, mentre quelli medi mensili del 2,6% sul mese precedente e del 19,3% su base annua. "Il prezzo della pasta (fresca e secca), secondo i dati Istat, nello stesso periodo di riferimento è invece salito dell'1,3% su febbraio 2023 e del 18,2% su marzo 2022. E se a questo aggiungiamo che le bollette di luce e gas dall'inizio dell'anno stanno diminuendo, ecco che non ci sono più giustificazioni", dice il presidente
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Dopo le denunce, la replica dei pastai di Unione italiana food. "Il grano ha prezzi troppo fluttuanti e non è l'industria della pasta a determinare il prezzo del grano duro, ma il mercato globale con meccanismi e quotazioni internazionali. Contrariamente a quanto viene spesso detto, il grano estero costa anche più di quello italiano (in media +10%), soprattutto in questo momento storico. Spiace che Coldiretti continui ad avanzare dei dubbi su presunte speculazioni, con il consueto intento di confondere i nostri consumatori", dice il presidente Riccardo Felicetti
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Uif sottolinea che i pastai italiani da sempre sostengono gli agricoltori italiani con i contratti di filiera per garantire il giusto prezzo e acquistano tutto il grano duro pastificabile disponibile in Italia. Aggiunge che la pasta che compriamo oggi è fatta col grano acquistato mesi fa a prezzi più alti e che su questo alimento monoingrediente è vero che il grano duro e la semola impattano in modo rilevante sul costo finale, ma ci sono anche altre voci di costo - come energia, materiali ausiliari (imballaggi) e logistica (trasporto) – con rincari ancora elevati
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