
Patto Ue-Germania sugli e-fuel. Che cosa sono i carburanti sintetici
Intesa raggiunta tra la Commissione europea e la Germania per consentire che anche dopo il 2035 i motori termici possano essere venduti a condizione che utilizzino solo ed esclusivamente e-fuel, ovvero carburanti sentiteci a impatto zero al posto di quelli tradizionali. Questi electrofuels saranno destinati ad alimentare anche le vetture di Formula 1. Ma la produzione al momento risulta essere ancora molto costosa e limitata

Il 25 marzo è stato raggiunto l'accordo tra la Commissione europea e la Germania sugli e-fuel. L'intesa consentirà di commercializzare gli autoveicoli con motori termici anche dopo il 2035 - quando scatterà il divieto di vendere auto a benzina e diesel - a condizione che siano alimentati con carburanti sintetici, cioè in grado di garantire la neutralità climatica
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Una notizia che dovrebbe spianare la strada all'approvazione definitiva della norma che prevede lo stop delle vendite di auto a benzina e gasolio dal 2035. Ma che lascia l'Italia senza un alleato fondamentale nella battaglia ingaggiata a Bruxelles su questo fronte solo qualche settimana fa con l'obiettivo di aggiungere, insieme agli e-fuels, pure i biocarburanti tra i combustibili utilizzabili dai motori termici dopo il 2035
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L'intesa raggiunta tra la Commissione europea e la Germania è dunque finalizzata a consentire che anche dopo il 2035 i motori termici possano essere venduti a condizione che utilizzino solo ed esclusivamente e-fuel, ovvero carburanti sentiteci a impatto zero al posto di quelli tradizionali
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Alla domanda se, nell'accordo, ci sia anche la possibilità di includere i biocarburanti e non solo gli e-fuels oltre il 2035, un portavoce della Commissione, Tim McPhee, il 27 marzo, ha sottolineato: "Non è il momento di speculare su quali saranno i prossimi passi del processo legislativo"

Gli e-fuel sono destinati ad alimentare in un futuro molto prossimo - si parla del 2026 - anche i bolidi della Formula 1 all'insegna della neutralità climatica. Il nome completo dei carburanti sintetici è electrofuels e deriva dal fatto che essi vengono prodotti attraverso un processo di elettrolisi dell'acqua - da eseguire utilizzando esclusivamente energia proveniente da fonti rinnovabili - al fine di ottenere idrogeno
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Quest'ultimo viene poi miscelato con il CO2 catturato dall'aria. Questo consente di realizzare un combustibile liquido adatto ad essere bruciato dentro i motori a scoppio e che può essere distribuito alla clientela attraverso le infrastrutture già esistenti. Tuttavia, anche il consumo di e-fuels produce CO2 che però, dal punto di vista della neutralità climatica, viene compensato da quello che deve essere catturato e usato per la loro produzione
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Inoltre, alcuni studi hanno indicato che gli e-fuels consentono di eliminare le emissioni di particolato, un inquinante che avvelena l'aria di molti dei grandi centri urbani. Ma la produzione dei carburanti sintetici al momento risulta essere ancora non solo molto costosa e limitata ma anche impattante sul fabbisogno idrico

Per ottenere un litro di questo carburante sono necessari circa due litri di acqua. E per ora il suo costo finale, secondo alcuni studi tecnici, arriverebbe fino a 10 euro. Un ostacolo che potrebbe però essere risolto, secondo i sostenitori di questa tecnologia, grazie ad economie di scala

Per Markus Duesmann, patron dell'Audi (gruppo Volkswagen), i carburanti sintetici "non sono destinati a giocare, nel medio termine, un ruolo rilevante nel settore delle auto più vendute". E in funzione del loro costo molto elevato, secondo altri esperti, verranno utilizzati al massimo per vetture di lusso

Intanto, aumenta la preoccupazione in Italia. Da noi il settore automotive rappresenta il 13% del Pil occupando 250mila posti di lavoro. Secondo la ricerca Uilm-Està la transizione ecologica impatterà sull'automotive mettendo "a rischio fino a 120mila lavoratori", perché se un autoveicolo tradizionale con motore endotermico è composto da 7mila componenti, uno elettrico arriva ad un massimo di 3.500/4.000, per cui si prevede che "il 40-45% degli occupati italiani, sarà impattato dal passaggio all'elettrico"
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