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Fisco, flat tax per tutti ma non subito: nodo risorse

Economia

Simone Spina

La bozza della riforma delle imposte voluta dal governo prevede un percorso graduale per estendere la tassa piatta a lavoratori e pensionati. Prima, però, una rimodulazione dei livelli Irpef. Per raggiungere l'obiettivo, taglio a sconti e bonus. Si punta a ridurre il peso anche alle imprese. Ipotesi Iva azzerata per pane, pasta e latte

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L’obiettivo finale è la flat tax per tutti. Ciò un’imposta secca, uguale, in percentuale, per qualsiasi livello di reddito. Per arrivare a questo traguardo il percorso però è lungo, si parla di cinque anni, e costellato di tappe intermedie volte a ridurre gradualmente il peso delle tasse.

Riforma presto all'esame del governo

Questo, e molto altro, è contenuto nella bozza di riforma fiscale che il governo sta elaborando e che necessita di molti miliardi per essere realizzata.  Per questo si punta innanzitutto a tagliare la montagna di agevolazioni.

Forbici sulla giungla dei bonus

Fra detrazioni, deduzioni e altri sconti fiscali si contanto circa 600 voci. Servono a ridurre il carico dei tributi ma molti di essi interessano pochi italiani. Questa montagna di bonus è arrivata a costare 165 miliardi e da lungo tempo si tenta, invano, di dare una robusta sfoltita. Con la riforma le forbici verrebbero azionate in modo progressivo, senza toccare quelli più popolari (medicine, visite mediche, istruzione, casa) e con l’idea di ridurre l’entità degli sconti al crescere del reddito (con stop oltre i 100mila euro).   

Irpef a tre scaglioni, le ipotesi 

Tornando alle tasse, per l’Irpef che versano lavoratori e pensionati, si prevede in un primo tempo di ridurre gli scaglioni dagli attuali quattro a tre. Le ipotesi in ballo sono due e, in linea generale, si punta soprattutto ad aiutare il ceto medio (si passerebbe ad aliquote al 23%, 33% e 43% oppure al 23%, 27% e 43%). A seconda di come verrà posizionata l’asticella e verranno distribuite le fasce di reddito, si capirà chi ne beneficerà e quanti soldi serviranno: secondo alcune stime tra i 6 e i 10 miliardi.  

Cambiano le tasse per le imprese

Novità, in questa ambiziosa riforma che cambierebbe volto al Fisco, anche per le imprese, con l’Imposta sui redditi delle società (l’Ires) che diventerebbe più leggera per chi investe e assume (verrebbe quindi introdotta una seconda aliquota) e il superamento (anche qui graduale) della contestatissima Irap, che si trasformerebbe in una sovraimposta sull’Ires.

Niente Iva per pane, pasta e latte

Anche l’Iva, che si paga quando si compra qualcosa, potrebbe cambiare, con la previsione di azzerarla  per alcuni beni di prima necessità come pane, pasta e latte. Anche in questo caso bisognerà trovare i quattrini, mentre per la lotta all’evasione si punta molto su accordi e conciliazioni tra Stato e contribuente con conti in sospeso.