
Superbonus e altri bonus edilizi, c’è chi può ancora usufruire della cessione del credito
Lo spartiacque è temporale: la data a cui far riferimento è quella del 17 febbraio, quando è entrato in vigore il decreto che di fatto ha lasciato soltanto la detrazione in dichiarazione dei redditi per usufruire delle agevolazioni. In alcuni casi la si prende a parametro per l'invio della Cilas, in altri per l'inizio dei lavori (che sono però da dimostrare)

Il governo lavora alla sospensione del decreto che ha bloccato le cessioni di credito e gli sconti in fattura per il Superbonus e gli bonus edilizi: si parla di case popolari, onlus e sismabonus, oltre che di una proroga per i proprietari di villette, fino al 31 marzo, che abbiano terminato almeno il 30% dei lavori al 30 settembre scorso. È però chiaro che non si tornerà più del tutto indietro: cessioni di credito e sconti in fattura costano troppo per lo Stato. C’è chi però potrà ancora goderne, rientrando in precisi requisiti temporali
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Tutto ruota attorno alla data di entrata in vigore del decreto che ha messo lo stop nero su bianco. Spartiacque è quindi il 17 febbraio 2023, ma la situazione è più complicata di quello che sembra. Come ricorda il Corriere della Sera, bisogna infatti distinguere tra i diversi bonus edilizi
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Per l’agevolazione principe, il Superbonus, la data da guardare è quella del 16 febbraio, entro cui deve essere datata la Cilas (comunicazione inizio lavori asseverata superbonus) oppure il via libera alla demolizione e ricostruzione di un immobile. Un po’ più macchinosa la questione per altri incentivi
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Per tutti i bonus che richiedono che ci sia una comunicazione asseverata di inizio lavori o un documento simile, basta che il documento sia sempre datato entro il 16 febbraio. Gli atti non devono quindi risultare dal 17 in poi. Negli altri casi, quindi in quelli di edilizia libera, entro il 16 febbraio bisogna invece avere iniziato i lavori, condizione che però va dimostrata. Come?
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È ancora il Corriere a sottolineare come sul punto sarebbe necessario un chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate, perché circolano diverse opinioni. Alcuni sostengono ad esempio che basta essere in possesso di bonifico parlante con data che non superi il 16 febbraio
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Resta da vedere cosa dirà l’Agenzia delle Entrate, se lo farà. Quello che è invece certo è che con la detrazione, l’unica opzione rimasta per usufruire dei bonus edilizi, si torna al sistema di qualche anno fa, insieme ai suoi paradossi. Soltanto i redditi più alti, o comunque medio-alti, potranno usufruire delle agevolazioni

La detrazione in dichiarazione dei redditi funziona così: lo Stato restituisce, nella misura consentita dalla legge e spalmandola su diversi anni, la spesa per gli interventi eseguiti. L’accesso agli sconti fiscali è quindi subordinato al pagamento di una certa soglia di tasse, altrimenti non si riesce a detrarre nulla

Il reddito minimo per poter rientrare in questo meccanismo è di 24mila euro annui, altrimenti non si arriva nemmeno a pagare 5mila euro di tasse. Dati fiscali alla mano, il 66% degli italiani ( più o meno i due terzi) sono al di sotto questa soglia
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