
Dopo aver superato in settimana la soglia dei 100 euro per tonnellata di anidride carbonica equivalente, i future sulle emissioni di carbonio hanno chiuso a quota 94 euro, ma negli ultimi tre anni il loro valore è quintuplicato. E secondo gli analisti il trend al rialzo non si fermerà

Dai minimi di marzo 2020, quando i future sulle emissioni di Co2 erano sotto i 20 euro, si è arrivati il 21 febbraio 2023 a superare la soglia dei 100 euro per tonnellata equivalente, superando tutti i record. Poi la leggera frenata con la chiusura della settimana a quota 94. Ma in tre anni i certificati che produttori e aziende devono comprare sul mercato sono quintuplicati. Anche guardando la media più ponderata di quel periodo, sono comunque cresciuti del 300%, e il trend non sarebbe destinato a invertirsi

Gli aumenti sono dovuti in larga parte all'uso del carbone compiuto in modo massiccio in quest'ultimo anno condizionato dalla guerra in Ucraina e al recente allentamento dei prezzi del gas che potrebbe stimolare l'attività industriale mondiale
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Secondo gli analisti i certificati che le aziende possono acquistare per compensare le loro emissioni sono destinati a proseguire il loro trend al rialzo. Questo perché, nonostante non si veda una all'orizzonte la risoluzione del il conflitto in Ucraina, l'Europa non ha rinunciato ai suoi obiettivi ambientali, a partire da quelli del pacchetto Fit for 55
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L'obiettivo della politica europea è di ridurre la produzione di gas a effetto serra, considerando costi ed efficienza economica di chi li emette. Con questo sistema l'Ue limita il volume di gas che può essere prodotto dalle industrie ad alta attività energetica, dai produttori di energia e dalle linee aeree dei Paesi membri, oltre che di Islanda, Liechtenstein e Norvegia, che hanno aderito al progetto

È quindi l'Europa a stabilire i tetti massimi. I soggetti economici ricevono o acquistano le quote, le quali possono essere anche scambiate. In questo modo è nato un mercato che è direttamente collegato all'obiettivo di riduzione delle emissioni di almeno il 40% entro il 2030 nel vecchio continente

I settori che devono rispettare il sistema Ets nel 2025 dovranno aver ridotto le proprie emissioni del 43% rispetto al 2005, anno di avvio delle regole ambientali. Inoltre, a dicembre è stato aggiunto il nuovo piano Fit for 55, con l'Europa che chiede ai settori produttivi di portare il taglio delle emissioni al 62%, con una parallela riduzione del numero delle quote di emissione

In questo quadro, ci si aspettano nuovi record anche a causa del calo del prezzo del gas. I prezzi dell'energia in discesa potrebbero infatti dare una spinta all'attività industriale, creando maggiori necessità di certificati Ets. Ci sono già delle evidenze: da metà ottobre il prezzo del metano è sceso del 68% mentre i future sono cresciuti del 30%
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