
Aumenti tariffe telefoniche per l’inflazione, quando scattano e per quali aziende
Tim e Wind Tre hanno annunciato, con effetto dal 2024, rincari automatici sui costi degli abbonamenti per i clienti. Le associazioni a tutela dei consumatori, scrive Il Sole 24 Ore, chiedono il dietrofront e invitano il governo a pensare a un intervento complessivo sul settore delle telecomunicazioni

L’inflazione si fa sentire anche sulle compagnie telefoniche. Si apre così la strada a una pratica mai vista finora: l’adeguamento del costo delle tariffe attraverso rincari automatici addebitati agli utenti. Sono due le aziende che hanno già deciso di farlo, Tim e Wind Tre. Gli effetti non saranno però immediati. I rialzi scatteranno dal 2024, sempre che le proteste delle associazioni dei consumatori non riescano a imporre il dietrofront
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TIM – Tim ha annunciato lo scorso 27 novembre che potrà procedere all’adeguamento delle proprie offerte, di rete fissa e mobile, “all’andamento dell’inflazione, incrementato di un coefficiente di maggiorazione predeterminato”. Il costo mensile per i clienti aumenterà “ogni anno in misura pari all’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi, maggiorato di un coefficiente fisso pari a 3,5 punti percentuali”. Complessivamente, i rincari non potranno superare il 10%
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Il primo scatto partirà il 1° aprile 2024, prendendo come riferimento l’IPCA del 2023. E quindi: per chi paga un canone di 10 euro al mese, tenendo conto di un valore IPCA nel 2023 pari al 6,5%, l’anno prossimo il costo sarebbe di 11 euro (6,5% IPCA + coefficiente di maggiorazione del 3,5%)
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L’azienda specifica che, entro 15 giorni dalla pubblicazione da parte dell’ISTAT del valore dell’IPCA per ciascun anno di riferimento, pubblicherà sul proprio sito web uno specifico avviso, con l’indicazione del valore percentuale dell’aumento che sarà applicato. La variazione del costo mensile sarà anche comunicata ai clienti interessati, per ciascun anno di riferimento, con un messaggio dedicato
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WIND TRE – L’aumento delle tariffe di Wind Tre colpirà i nuovi contratti, per cui gli utenti prendono atto e “accettano”, da gennaio 2024, la possibilità di un rincaro del costo mensile pari alla variazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo Foi rilevato dall’ISTAT nell’ottobre dell’anno precedente. L’aumento sarà in ogni caso almeno del 5%, “ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale”
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IL NO DELLE ASSOCIAZIONI DE CONSUMATORI – Il Sole 24 Ore parla di una missiva, spedita lo scorso 21 gennaio al governo, con cui le associazioni a tutela dei consumatori chiedono di ripensare ai meccanismi di rincari automatici annunciati da Tim e Wind Tre

La lettera è indirizzata non solo alla presidenza del Consiglio, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e al sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, ma anche all'Agcom e all’Antitrust. A inviarla sono Federconsumatori, Adoc, Adiconsum, Udicon e Cittadinanza Attiva, scrive sempre Il Sole

Si chiede sia l’eliminazione dei rincari che un intervento complessivo dell’esecutivo. Tutto il settore delle telecomunicazioni, specifica la missiva, dovrà però “trovare una nuova dimensione” nell’economia italiana e non può quindi “essere lasciato a sé stesso”

E ancora, riporta il quotidiano economico, le associazioni firmatarie suggeriscono al governo di pensare a un “contributo economico” a carico degli Ott - le aziende Over-the-top, che offrono servizi e contenuti vari direttamente su Internet – per la loro attività in rete

A questo si aggiungono altre richieste: la riduzione dell’Iva, l'arrivo della rete unica in fibra (con la dismissione di quella in rame) e l’ingresso delle aziende Tlc tra i soggetti ritenuti energivori
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