
Manovra, dal Pos al Piano oncologico: tutte le misure non approvate
Non ci sarà nessuna tassa piatta per tutti i lavoratori, gli assegni pensionistici minimi non arriveranno a mille euro, gli esercenti continueranno a essere tenuti ad accettare pagamenti elettronici. Molti interventi di cui si era discusso in campagna elettorale e che figuravano nelle prime versioni della Legge di Bilancio non sono entrate nel testo approvato in via definitiva. Ecco quali sono

Reddito di cittadinanza, pensioni, flat tax e smart working sono solo alcuni degli ambiti in cui la Manovra finanziaria 2023 è intervenuta. Non tutto quello che era previsto nelle prime versioni del testo è però contenuto nel testo della legge, firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso 29 dicembre
Manovra, dalla flat tax alle pensioni: le misure
LIMITE POS - Tra le misure che sono saltate nelle ultime fasi dell’approvazione della Manovra c’è ad esempio la tanto discussa norma sul Pos. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si era mostrato risoluto nel voler fissare a 60 euro la soglia entro la quale qualsiasi esercente avrebbe potuto rifiutare i pagamenti elettronici, con bancomat o carte di credito. Come le opposizioni, anche la Commissione europea si era detta contraria: si sarebbe rischiato di aumentare l’evasione fiscale
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REDDITO DI CITTADINANZA – Altro punto fisso dell’agenda politica del governo è il superamento del Reddito di cittadinanza. Da quest’anno, la misura simbolo del MoVimento Cinque Stelle viene stravolta. L’assegno sarà ricevuto soltanto per sette mesi e in ogni caso non verrà accreditato a chi rifiuterà la prima offerta di lavoro utile. In precedenza, era stato previsto il decadimento dal Reddito soltanto per chi avesse rifiutato un’offerta “congrua”
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SMART WORKING E GENITORI – Eliminata anche la possibilità per i genitori di figli under 14 di chiedere al datore di lavoro di continuare con il regime di smart working. Nella versione finale della Legge di Bilancio questa possibilità resta soltanto per i lavoratori fragili (fino al 31 marzo 2023)
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PENSIONI – Sul dossier pensioni ci sono state diverse divisioni anche interne alla stessa maggioranza. Forza Italia ha provato fino all’ultimo a fissare a mille euro il limite sotto il quale non sarebbe potuto scendere l'importo dell’assegno pensionistico. Molto diverso quello che è entrato in Manovra: la soglia è fissata a 600 euro ed è soltanto per chi ha più di 75 anni. Le risorse limitate non avrebbero permesso alla proposta degli azzurri di trasformarsi in realtà
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Un altro punto su cui ci sono stati vari cambiamenti in corso d’opera è stato quello delle rivalutazioni delle pensioni all’inflazione. Solo gli assegni fino a quattro volte il minimo (2.101,52 euro lordi al mese) riceveranno la rivalutazione completa. In alcuni momenti dei lavori si era pensato di trattare allo stesso modo anche altre fasce. Non sarà così

Per gli assegni tra le quattro e le cinque volte la rivalutazione sarà dell'85%, per gli assegni tra le cinque e le sei volte il minimo sarà del 53%. Si scende al 47% per quelle tra sei e otto volte il minimo, al 37% per quelle tra otto e dieci volte e al 32% oltre le 10 volte

MULTE – È entrata in Legge di Bilancio la norma che va a stralciare le cartelle non saldate d’importo fino a mille euro e datate tra il 2000 e il 2015. Destino diverso per le multe stradali, che inizialmente avrebbero dovuto ricevere lo stesso trattamento

FLAT TAX – Sta facendo molto discutere anche la scelta di applicare una flat tax al 15% soltanto ai redditi di autonomi e partite Iva, nel limite di 85mila euro annui. I detrattori della misura evidenziano come si vada a introdurre nell’ordinamento una disparità di trattamento con i lavoratori dipendenti che hanno lo stesso reddito. In passato, specie in campagna elettorale, si era parlato di una tassa piatta per tutti i lavoratori

SCUDO PENALE PER REATI FISCALI – Non è passata, fra le proteste delle opposizioni e le divisioni all'interno del governo, il tentativo di introdurre in Manovra una sorta di moratoria per i reati fiscali. L'ipotesi iniziale riguardava i reati come l'omessa dichiarazione e la dichiarazione infedele (che nei casi gravi prevedono la reclusione fino a tre anni)

SALUTE E SANITÀ – C’è malcontento per il mancato approdo del piano oncologico nazionale che prevedeva uno stanziamento di 10 milioni di euro per il 2023 e di altri 10 per il 2024. Niente di fatto anche per l’anticipo delle indennità aggiuntiva per il personale del pronto soccorso che sarebbe dovuto partire proprio oggi, 1° gennaio 2023
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