
Pensioni, da Opzione donna al Bonus Maroni: ecco le novità in arrivo nel 2023
Saranno molteplici gli interventi in materia previdenziale già nei primi giorni del nuovo anno: già il 19 gennaio governo e parti sociali si incontreranno per discutere di una nuova riforma previdenziale per il 2024 che sostituisca definitivamente la Legge Fornero. Inoltre, il contributo all’esodo femminile potrebbe essere allargato nel decreto Milleproroghe, anche se rimane il problema dei costi

La legge di Bilancio è stata approvata ma, per quanto riguarda le pensioni, saranno necessari altri passaggi. Infatti, già il 19 gennaio scatterà il confronto tra governo e parti sociali sulla nuova riforma previdenziale che, a partire dal 2024, avrà il compito di superare gradualmente la legge Fornero
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GLI INTERVENTI NECESSARI – Sono possibili alcuni ritocchi ad Opzione Donna già nel decreto Milleproroghe, ma soprattutto i ministeri di Economia e Lavoro dovranno emanare l'indispensabile decreto ministeriale per definire le modalità di attribuzione ed erogazione del cosiddetto bonus Maroni, da garantire a chi deciderà di posticipare la pensione pur avendo i requisiti per Quota 103
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OPZIONE DONNA PIÙ STRINGENTE – L’impostazione data al testo dall’esecutivo è parsa subito chiara: si tratta di una proroga annuale dell’uscita anticipata per le lavoratrici, che però dovranno soddisfare dei requisiti più severi. Infatti, adesso sarà permesso uscire solo per caregiver, lavoratrici “licenziate” o con un'invalidità civile uguale o superiore al 74% che abbiano un requisito anagrafico di 60 anni, (che può scendere a 59 anni se con un figlio e a 58 con due o più figli). La platea così si restringe a sole 2900 lavoratrici
Pensioni 2023, vie d'uscita da gennaio: da Quota 103 a Opzione donna
IL TENTATIVO DI ALLARGARE LE MAGLIE - Durante tutto il passaggio alla Camera della manovra, l'opposizione ha insistito per allentare questa stretta e aprire la strada a una proroga secca dell'attuale schema. Lo scoglio che non è stato superato durante la navigazione parlamentare della manovra è stato quello delle risorse: per rendere possibile una proroga con gli attuali requisiti sarebbero necessari 80 milioni per il 2023 e 240 milioni per il 2024
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LA POSSIBILITÀ DEL MILLEPROROGHE – Per chi vorrebbe una proroga con gli attuali termini una strada percorribile sarebbe il decreto Milleproroghe, varato dal governo lo scorso 21 dicembre. Visto il costo di una proroga secca, una possibile soluzione praticabile potrebbe essere quella di prevedere il prolungamento della misura con lo schema attualmente in vigore ma alzando la soglia anagrafica da 58 anni (59 per le “autonome”) a 60 anni. Un’operazione che ridurrebbe soltanto di poco i costi
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IL BONUS MARONI – I lavoratori dipendenti che nel 2023 saranno in possesso dei requisiti per Quota 103 (cioè almeno 62 anni d'età e 41 anni di contributi) potranno eventualmente rinviare l'uscita usufruendo di un bonus molto simile al vecchio incentivo Maroni
Pensioni, quali saranno le linee guida della riforma 2023IN COSA CONSISTE – Nato con la Legge n 243/2004, voluta fortemente dall'allora ministro Roberto Maroni, il bonus serviva per contenere le spese previdenziali e consisteva nel trasferimento diretto in busta paga della quota contributiva a carico del lavoratore stesso (circa il 9,19%), che in precedenza finiva all'ente previdenziale

IL DECRETO MINISTERIALE – A beneficiarne dovrebbero essere circa 6500 lavoratori ma, senza un decreto, rischia di non poter essere utilizzato. Infatti, la stessa legge di bilancio prevede che a definire le modalità attuative (e di erogazione) del bonus sia un provvedimento ministeriale che dovrà essere emanato entro la fine di gennaio 2023 dal ministero del Lavoro di concerto con il ministero dell'Economia
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