
Pensioni, rivalutazione e Opzione Donna: cosa dicono gli ultimi emendamenti alla Manovra
La percentuale di adeguamento all'inflazione degli assegni tra quattro e cinque volte il minimo (quindi 2000-2500 euro) è fissata all'85%. Ridotti gli scaglioni per gli importi più alti. L'innalzamento delle minime a 600 euro resta solo per gli over 75. Nessuna modifica a Opzione Donna ma il Pd insiste per tornare alla versione originaria, senza vincoli legati al numero di figli

I lavori del governo per consegnare la Manovra all’esame ultimo del Parlamento continuano febbrili e non smettono di essere apportate modifiche ai grandi temi di cui si discute, come le pensioni. Diversi i fronti su cui agisce la Legge di Bilancio: la rivalutazione degli assegni all'inflazione, l'innalzamento delle minime e Opzione Donna. Intanto, il testo arriverà in Aula alla Camera mercoledì 21 dicembre alle 13
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LA RIVALUTAZIONE DEGLI ASSEGNI - Qualche giorno fa si era parlato di una rivalutazione automatica fino al 100% per alcuni assegni pensionistici. Nelle ultime modifiche la norma è cambiata
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La squadra del premier Giorgia Meloni porta infatti all’85% la rivalutazione degli importi tra quattro e cinque volte il minimo per il 2023 e il 2024
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Si parla quindi delle pensioni da circa 2000-2500 euro, considerando che le pensioni minime corrisposte dall’Inps ammontano a 526 euro
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Per le pensioni più alte gli scaglioni vengono invece rivisti con una riduzione della percentuale, dal 55% al 53% per quelle tra cinque e sei volte il minimo, dal 50% al 47% per quelle tra sei e otto volte il minimo
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E ancora: si porta dal 40% al 37% lo scaglione per le pensioni da otto a 10 volte il minimo e dal 35% al 32% quello per gli assegni che superano di 10 volte la cifra più bassa, arrivando quindi a oltre 5mila euro

L’INNALZAMENTO DELLE MINIME - Non si tratta dell’unica novità in tema di pensioni dell’ultimo momento. Nel testo c’è anche qualche modifica all’innalzamento delle minime, tanto voluto da Forza Italia

Come emerso negli scorsi giorni, soltanto per il 2023 - almeno per ora - solo chi ha più di 75 anni non potrà ricevere un assegno inferiore a 600 euro

OPZIONE DONNA - Non ci sono invece ulteriori modifiche a Opzione Donna tra gli ultimi emendamenti. Resta quindi per il 2023 la possibilità dell'anticipo pensionistico con un'età di 60 anni, che può essere ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni, ma limitatamente a tre categorie specifiche di lavoratrici

Si tratta delle caregiver, le invalide almeno al 74% e le licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto. Il Pd però non molla e insiste ancora per tornare alla versione di Opzione Donna attualmente in vigore, senza vincoli legati ai figli e valida quindi per tutte le donne in generale
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