
Mutui per la casa, passaggio dal tasso variabile al fisso: cosa prevede la Manovra 2023
La Legge di Bilancio è andata a recuperare una norma valida durante il 2012 che, ad alcune condizioni, permette di rinegoziare un contratto di mutuo già in corso d'opera per passare al più vantaggioso tasso fisso. Ecco come funziona

La Manovra finanziaria per il 2023 ripristina una norma valida nel 2012 che permetterà a chi ha siglato un contratto di mutuo ipotecario di passare dal tasso variabile al fisso. Ad anticiparlo, a lavori ancora in corso per chiudere il testo della legge entro il prossimo 31 dicembre, è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (in foto). Intanto, il testo arriverà in Aula alla Camera mercoledì 21 dicembre alle 13
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In un intervento di domenica 18 dicembre in commissione Bilancio alla Camera, Giorgetti ha sottolineato l’importanza della misura che - “oltre ad avere un impatto sulla finanza pubblica” – agevola la situazione economica di chi ha acquistato un immobile a fine abitativo
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Chi ha comprato casa con stipula di mutuo a tasso variabile potrà quindi passare al tasso fisso rinegoziando il contratto, almeno fino alla fine del 2023. La norma interviene in un momento in cui la Banca centrale europea ha fortemente inasprito i tassi di interesse, causando quindi importanti rialzi per i mutui a tasso variabile
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Era stato il governo Tremonti ad approvare la legge adesso recuperata dall’esecutivo di Giorgia Meloni. Non si trattava però di un meccanismo del tutto libero. Erano infatti previsti diversi requisiti per poterne beneficiare. Tra questi c’era innanzitutto il valore del mutuo, che non poteva superare i 200mila euro
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A questo si aggiungevano un paletto di tipo reddituale (l’Isee del mutuatario non doveva superare i 35mila euro) e di condotta (non ci doveva essere stato alcun ritardo nel pagamento delle rate già corrisposte)
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Il tasso fisso da applicare dopo la rinegoziazione del contratto non poteva essere più alto del valore minore che si otteneva confrontando l’Irs a dieci anni e l’Irs per la durata del mutuo ancora aperta (e da pagare). A questo tasso si aggiungerà lo spread previsto nel contratto di mutuo. Se non si interverrà sul testo della norma nei prossimi giorni, tornerà in vigore questa versione della legge

Intanto, un’analisi della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) ha stimato che, con il costo del denaro aumentato dalla Bce di mezzo punto percentuale al 2,5%, l'orizzonte del 6% per i mutui non sembra più un’ipotesi così lontana

La Federazione dei bancari sottolinea che "se i tassi medi si sono attestati, nel mese di ottobre, attorno a quota 3,2%, quando il costo del denaro era al 2%, sul mercato alcuni intermediari propongono, già oggi, mutui con interessi superiori al 5%”. La decisione di Francoforte “farà alzare i tassi di interesse sui mutui alle famiglie, ad eccezione di quelli a tasso fisso, già contratti con le banche”

Conferme di futuri rialzi arrivano peraltro direttamente dai vertici della Bce. Il vicepresidente dell'istituto Luis de Guindos (in foto), intervenendo pochi giorni fa al Nueva Economia Forum a Madrid, dopo aver detto che l'azione della Banca "non è ancora sufficiente", ha infatti sottolineato che "i tassi saranno rialzati fino a che l'inflazione non ritornerà al target" del 2%, aumentandoli di 50 punti base ogni volta

Dalla Fabi arrivano quindi commenti positivi per la misura, che “va nella direzione di aiutare le fasce della popolazione più deboli” in un contesto in cui il rischio povertà – tra pandemia e guerra in Ucraina – riguarda milioni di italiani, ha detto il segretario generale del sindacato bancario, Lando Sileoni

"Per quanto riguarda gli effetti causati da questa novità sul settore bancario – ha aggiunto Sileoni - se è vero che le banche potrebbero vedere lievemente ridotti i margini di guadagno su alcuni contratti, contemporaneamente si potrebbero assicurare il rimborso delle rete evitando di avere nuove sofferenze e quindi procedere con ulteriori accantonamenti"
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