La Cambogia chiede un cessate il fuoco immediato alla Thailandia

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"Vogliamo tregua immediata e risoluzione pacifica del conflitto", ha detto l'ambasciatore cambogiano all'Onu. La tensione tra i due eserciti alla frontiera, avverte il primo ministro ad interim thailandese Phumtham Wechayachai, "potrebbe sfociare in una guerra, anche se per ora rimane limitata". Si contano vittime anche tra i civili. Phnom Penh: "Contro di noi bombe a grappolo". Oltre 100mila evacuati

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Resta altissima la tensione alla frontiera tra gli eserciti di Thailandia e Cambogia. Phnom Penh ha chiesto un cessate il fuoco "immediato" e "incondizionato" con la Thailandia durante una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sugli scontri tra i due Paesi. "Abbiamo anche chiesto una risoluzione pacifica del conflitto", ha detto l'ambasciatore cambogiano all'Onu, Chhea Keo, ad alcuni giornalisti dopo la riunione a porte chiuse. Nessun altro partecipante ha voluto rilasciare dichiarazioni. Nella giornata del 25 luglio, il governo militare in Thailandia ha decretato la legge marziale in otto distretti del Paese che confinano con la Cambogia. Il premier ad interim thailandese Phumtham Wechayachai avverte: "Se la situazione dovesse degenerare, potrebbe sfociare in una guerra, anche se per ora rimane limitata agli scontri". La Cambogia accusa la Thailandia di aver utilizzato munizioni a grappolo (vietate per il loro effetto indiscriminato sulla popolazione civile), in quello che ha definito un ripetersi delle "tattiche brutali" impiegate dall'esercito thailandese durante gli scontri del 2011. Si alza intanto il numero di evacuazioni forzate: il ministero della Salute di Bangkok parla di almeno 138.013 civili sfollati (stessa sorte per 428 persone ricoverate negli ospedali), la Cambogia di almeno 1.500 famiglie. Per quanto riguarda le vittime, sarebbero almeno 14 i morti civili in Thailandia, uno in Cambogia. Mentre l'Onu preme per il dialogo, la Malesia si offre di mediare nello scontro.

La Thailandia apre alla mediazione della Malesia

Il primo ministro malese Anwar Ibrahim, parlando in qualità di prossimo presidente dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean) per il 2025, ha dunque offerto l'assistenza di Kuala Lumpur per facilitare il dialogo tra Thailandia e Cambogia. Bangkok si dice aperta all'ipotesi. "Siamo pronti, se la Cambogia desidera risolvere la questione attraverso canali diplomatici, bilateralmente o anche attraverso la Malesia, siamo pronti a farlo. Ma finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta", ha dichiarato iil portavoce del ministero degli Esteri thailandese, Nikorndej Balankura.

Conflitto Cambogia-Thailandia, cosa sta succedendo

Al centro della vicenda c’è ancora una volta il tempio di Preah Vihear. Conteso da decenni, dal 1962 è sotto la sovranità della Cambogia, come stabilito da una sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja poi confermata nel 2013 (dopo il sanguinoso conflitto di due anni prima). La questione, che affonda le radici nel periodo coloniale francese agli inizi del 1900, è riesplosa lo scorso maggio, quando uno scontro armato ha provocato la morte di un militare cambogiano. Tutto sembrava essersi placato con una telefonata tra la ex premier thailandese Paetongtarn Shinawatra e Hun Sen, lo storico leader fdi Phnom Penh e attuale presidente del Senato, che ha ceduto la premiership al figlio Hun Manet. Poi è però è emersa la registrazione - diffusa dalla parte cambogiana - della conversazione in cui l'ex premier thailandese ha osato chiamare 'zio' Hun Sen, un appellativo identificato come rispetto e sottomissione. I militari che controllano la Thailandia non hanno gradito e alla fine la premier ha dovuto dimettersi, aprendo al nuovo caos politico e gettando le basi per riaprire le ostilità con il paese vicino.

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