Introduzione
Gli scontri al confine, esplosi il 24 luglio nei pressi del tempio Ta Muen Thom, hanno provocato decine di morti tra i thailandesi, soprattutto civili, mentre non è noto, per il momento, il numero delle vittime tra le fila cambogiane. Non è la prima volta che i due Paesi dell'Indocina si fronteggiano sul piano militare: le prime tensioni nella regione risalgono infatti ad inizio Novecento, in pieno dominio coloniale francese
Quello che devi sapere
Un confine conteso
Nei circa 820 chilometri sui quali corre il confine tra Thailandia e Cambogia, sono diverse le zone contese, costellate da templi di inestimabile pregio storico-artistico e religioso sui quali entrambi rivendicano la sovranità. La prima divisione risale al 1907 quando la Francia, che occupava la Cambogia, traccia un confine mai accettato da parte thailandese.
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Il mancato intervento della Corte di giustizia internazionale
La controversia territoriale non si risolve nemmeno dopo l'uscita di scena di Parigi, nel 1953. Per risolvere la questione, la Cambogia fa appello alla Corte di giustizia internazionale. L'intervento avrebbe però effetti solo tra i Paesi che riconoscono la sua giurisdizione, tra i quali non figura per l'appunto la Thailandia.
Le tensioni a inizi anni Duemila
Nel 2008 le ostilità riprendono slancio dopo il tentativo di Phonm Penh di candidare a patrimonio Unesco un tempio dell'XI secolo localizzato su un'area contesa. Una decisione che solleva aspre proteste da parte thailandese dando inizio a schermaglie al confine con vittime sia militari sia civili.
La nuova escalation
Lo scorso 28 maggio, l'uccisione di un soldato cambogiano durante gli scontri nel cosiddetto "Triangolo di Smeraldo", al confine con il Laos, ha fatto precipitare ulteriormente le relazioni bilaterali al punto più basso degli ultimi 10 anni. Entrambi i paesi hanno adottato mutue restrizioni alla frontiera. Phonm Penh ha vietato inoltre le importazioni di frutta, verdura, forniture energetiche e servizi internet. Bangkok ha risposto richiamando l'ambasciatore dopo l’esplosione di una mina che aveva ferito un soldato thailandese.
Crisi politica in Thailandia
La disputa con Phonm Penh ha causato in giugno anche una crisi politica interna alla Thailandia, già provata dal terremoto che ha sconvolto il Paese e il Myanmar lo scorso 28 marzo. La Corte costituzionale ha sospeso Paetongtarn Shinawatra, prima ministra in carica, dopo la pubblicazione dell'audio di una sua telefonata con l'ex premier cambogiano Hun Sen. Nella conversazione, Paetongtarn mostra un atteggiamento deferente nei confronti del leader che chiama "zio" e promette di "prendersi cura" delle sue necessità. In un altro passaggio poi sembra screditare l'operato di un comandante militare impegnato nel pattugliamento al confine, parole che hanno innescato proteste di piazza a Bangkok.
Gli scontri del 24 luglio
Nel frattempo è cresciuta la presenza militare sfociata in scontri vicino a un tempio che per la Thailandia si chiama Ta Muen Thom mentre per la Cambogia Tamone Thom. Secondo il Consiglio per la sicurezza nazionale thailandese, l'esercito cambogiano avrebbe impiegato droni per spiare le truppe lungo il confine. Dopo un tentativo di dialogo andato a vuoto, militari cambogiani armati di lanciarazzi che si erano radunati nell'area avrebbero aperto il fuoco innescando la rappresaglia.
Accuse reciproche
Bangkok ha accusato i vicini di utilizzare armi pesanti come i lanciarazzi BM-21 e l'artiglieria su case, ospedali e una stazione di servizio lungo il confine. Secondo Phonm Penh invece i soldati thailandesi avrebbero violato l'accordo sottoscritto in precedenza avanzando verso un tempio Khmer-indù e posizionando del filo spinato intorno, gesto interpretato come un atto ostile. L’esercito thailandese ha confermato di aver impiegato aerei da guerra F-16 per colpire postazioni militari cambogiane.
Il peso del nazionalismo
Oltre alla gestione dei templi, le schermaglie tra Cambogia e Thailandia sono esacerbate dai rispettivi nazionalismi, alimentati da differenze culturali e storiche che affondano nei secoli, da quando i due imperi - Khmer e Siam - si fronteggiavano per il dominio sulla regione.
Rischio di guerra regionale?
La tensione nel sudest asiatico rimane alle stelle anche se emergono spiragli di dialogo. Per il primo ministro ad interim della Thailandia Phumtham Wechayachai la disputa rimane "delicata" e deve essere gestita con cautela nel rispetto del diritto internazionale. Per il primo ministro della Cambogia Hun Manet, c'è la volontà di risolvere la questione "pacificamente" aggiungendo tuttavia che il suo paese "non aveva altra scelta se non rispondere con la forza all'aggressione".
La sicurezza nell'area
Dalle province thailandesi di Surin a Sisaket a Ubon Ratchathani: per il momento gli scontri si concentrano su un'area piuttosto circoscritta, motivo che ha spinto diversi Paesi, come il Regno Unito a non emettere restrizioni specifiche per i viaggiatori. Dopo la chiusura delle frontiere, tuttavia, da più parti fioccano raccomandazioni ad adottare precauzioni, soprattutto per i turisti che desiderano visitare i templi di Preah Vihear, Ta Kwai e Ta Muen Thom. La Cina intanto ha invitato i propri connazionali ad evitare spostamenti nell'area.
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