
Price cap gas, cosa cambia per gli utenti? Gli effetti sui prezzi e i pareri degli esperti
L’Ue ha stabilito un tetto di 180 euro per MWh, immediatamente disattivabile in caso di emergenza nella sicurezza dell'approvvigionamento. Tuttavia secondo Stefano Besseghini, presidente Arera, il price cap non porterà a un abbassamento dei prezzi, mentre altri esperti del settore - pur giudicando positivamente il raggiungimento dell’intesa - ritengono il prezzo troppo alto e di difficile applicazione

Nell’ultimo Consiglio Affari Energia del 2022 è arrivato l'accordo Ue sul price cap al gas. Un tetto attivabile per venti giorni, a partire dal prossimo febbraio, se il prezzo all'ingrosso supera i 180 euro per MWh per tre giorni lavorativi e che sarà superiore di 35 euro al prezzo del Gnl sui mercati globali. Il cap fa riferimento al Ttf, ovvero alla Borsa di Amsterdam
Price cap, come funziona il tetto al prezzo del gas
Una volta attivato non sono consentite transazioni sui futures sul gas naturale che rientrano nell'ambito di applicazione del "tetto" al di sopra di un cosiddetto "limite di offerta dinamica". Nell'intesa è inclusa l'ipotesi che possa essere applicato anche alle transazioni fuori Borsa. Il meccanismo di correzione del mercato viene monitorato dall'Acer. In caso di emergenza nella sicurezza dell'approvvigionamento il cap può essere disattivato immediatamente
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Ma sugli effetti del price cap sui prezzi del gas, le prime valutazioni sono prudenti, se non scettiche. Alcuni esperti non pensano che la misura avrà l’effetto di abbassare le bollette, altri pensano che servirà a poco
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Secondo Stefano Besseghini, presidente dell'Arera, il price cap al gas non porterà a un abbassamento dei prezzi. "Credo che al momento possano influire molto di più le condizioni del meteo - dice in un’intervista a Repubblica - I prezzi prima delle decisioni della Ue stavano iniziando a salire perché era arrivato il freddo. Ma da qui alla fine dell'anno le previsioni sono buone e le temperature ci aiutano a consumare di meno"
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“L'accordo raggiunto ha un grande valore e non solo simbolico - prosegue Besseghini - Ora bisognerà verificare la reazione del mercato. Per esempio, capire se i fornitori vorranno rinegoziare le condizioni commerciali. Molti contratti sono indicizzati alla variazione dei prezzi sui mercati finanziari e ora, con il tetto, potrebbero pretendere un aumento visto che poi, in caso di rincari, non potranno andare oltre una certa cifra"
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Subito dopo la notizia dell’ok al price cap, Besseghini aveva già osservato che “per il gas l'inizio della fase invernale porterà sicuramente a un aumento. Tra 15 giorni c'è la formazione del prezzo. Vediamo come reagisce il mercato (al tetto del prezzo, ndr) e gli effetti che si determineranno nel medio periodo. Certamente in qualche maniera gli scambi verranno mitigati"
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Per Besseghini, 180 euro al megawattora "rimane un prezzo alto rispetto a quello industriale. Un prezzo deve inevitabilmente confrontarsi con i mercati internazionali, con il Gnl, ci sono tutta una serie di parametri. Trovare un equilibrio non era facile. Vediamo quale sarà l'evoluzione"

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Anche altri esperti di energia non esultano: "Non è facile comprendere l'impatto finale" del price cap a 180 euro al megawattora, "date tutte le salvaguardie previste", commenta Simone Tagliapietra, del think tank di Bruxelles Bruegel. Per Tagliapietra, le cose che contano sono altre: "I Paesi dell'Ue dovrebbero ora concentrarsi sulle soluzioni concrete alla crisi, come l'incentivazione del risparmio energetico e la promozione delle energie rinnovabili"

Davide Tabarelli di Nomisma Energia è ancora più scettico. Il price cap del metano a 180 euro al megawattora "sarà difficilissimo da applicare. Rischiamo di andare in contenzioso con i fornitori. Nei contratti si legge che il prezzo del gas è legato alla quotazione del Ttf, non si parla di price cap"

Per Tabarelli, il tetto Ue "può essere un correttivo, speriamo non sia un palliativo. Sembra di vedere un apprendista stregone". "Comunque - conclude - adesso una decisione è stata presa, basta con questa discussione sul price cap. Per far scendere i prezzi, serve far calare la domanda e aumentare l'offerta"

Come prevedibile l’accordo Ue non è piaciuto alla Russia che, come riferito dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov (nella foto), lo considera "inaccettabile" e definisce l'intesa una "distorsione del mercato", promettendo "una reazione" da parte di Mosca
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