
Nonostante l'adeguamento di stipendio da parte delle imprese, lo studio di Odm Consulting stima che caro bollette e aumento dei prezzi al consumo porteranno a una riduzione del potere d'acquisto di 1.500 euro nel 2022. Per molti lavoratori, si tratta di un importo pari se non maggiore a quello della gratifica natalizia

Come ogni anno, sono milioni i dipendenti italiani che aspettano di incassare la tanto agognata tredicesima. Questa volta, tuttavia, la busta paga aggiuntiva pensata per aiutare i lavoratori a sostenere le spese per le festività Natalizie promette di essere molto meno incisiva del solito
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A diminuire non sarà tanto l'importo assoluto della mensilità, che in molti casi risulterà anzi più alto in scia alla crescita degli stipendi nel 2022, quanto invece il suo potere di acquisto. Si tratta di una conseguenza diretta dell'inflazione, che a novembre l'Istat stima all'11,8%
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In sostanza, tra caro bollette e aumento generalizzato dei prezzi al consumo, specie quelli dei prodotti alimentari, la tredicesima quest’anno rischia di avere un effetto quasi nullo per una gran parte dei lavoratori
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A sostenerlo è Odm Consulting, la società di consulenza per le risorse umane di Gi Group, che ha utilizzato un ampio database di profili retributivi sul mercato del lavoro, riguardanti oltre 15 milioni di lavoratori dipendenti delle imprese private

L'analisi di Odm ha riguardato in particolare 728 aziende e gli stipendi del primo semestre. Come emerge dai dati raccolti, è vero che le retribuzioni sono aumentate del 2,8% rispetto al 2021 ma a fine 2022 il carovita è salito quasi quattro volte di più, precisamente dell’8,7%, con la promessa di crescere di un ulteriore 5,5% nel 2023

Numeri in base ai quali la società di consulenza calcola una perdita del potere di acquisto netta per il 2022 di circa 1.500 euro, cui andranno a sommarsi altri 500 euro nel 2023 per un deflusso complessivo di 2mila euro nel corso del biennio

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Secondo lo studio, il 70% delle aziende ha infatti cercato di compensare l’inflazione nella revisione dei salari (il 51% dice di averlo fatto abbastanza, il 17% molto, il 24% e solo il 6,5% per nulla) ma spesso l'effetto della compensazione si è rilevato insufficiente a causa del ruolo occupato dal singolo lavoratore
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"Mediamente un dirigente percepisce 4,4 volte in più di un operaio", spiega Odm. "Questo significa che riceve uno stipendio base di circa 119mila euro all'anno contro poco meno di 27mila del suo sottoposto", prosegue la società
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A fare la differenza è poi anche la dimensione dell’azienda. Il dirigente di una grande impresa guadagna il 5,8% in più rispetto alla media. Per i quadri, siamo al 3,7% in più, per gli impiegati arriviamo al 7,7% e per gli operai all’8,2%. Incide infine la collocazione geografica: gli impiegati di Sud e Isole guadagnano il 12,1% in meno
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