Manovra 2023, Bonomi: "Manca visione, soldi per energia finiranno a marzo"

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Il giorno dopo la presentazione della Finanziaria da parte del premier Giorgia Meloni, il presidente di Confindustria attacca le misure varate dal governo per il prossimo anno: “Due terzi degli interventi sono sul caro bollette ma cosa succederà da aprile?”. Poi le critiche sul fisco: “Serve una riforma strutturale, taglio al cuneo non risolutivo” 

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A meno di un giorno dalla conferenza stampa con cui il premier Giorgia Meloni ha illustrato i dettagli della manovra, ecco arrivare le prime critiche al bilancio programmatico predisposto dal governo per il 2023. A muoverle è Carlo Bonomi, che dalle pagine de La Stampa accusa l’esecutivo di aver scritto una legge a legge a tempo e senza visione. “Hanno concentrato due terzi degli interventi sul caro energia, ma solo sino al 31 marzo”, spiega il presidente di Confindustria. Che avverte: “Cosa succederà dopo?”. Poi l’attacco su tasse e cuneo fiscale. 

Problema di prospettiva

“Oggi la legge di bilancio è prudente sui saldi e noi lo apprezziamo. Ma dal 1° aprile cosa ci aspetta?". Questa è la domanda che Bonomi si pone nel corso dell’intervista al quotidiano di Torino affrontando il tema della crisi energetico. Quanto al resto della legge di Bilancio, il numero uno degli industriali italiani sottolinea in particolare "la mancanza di visione sulla lotta alla povertà, occupabilità e produttività", pur osservando come sia “un bene aver tenuto la barra dritta sulla finanza pubblica". Ma dal suo punto di vista i veri problemi restano quelli prospettici. “Le riforme sono slittate di un anno, dal reddito di cittadinanza alle pensioni. E se non ci saranno le risorse, il rinvio diventerà un non fare", avverte. 

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Riforma del fisco inadeguata

Per quanto riguarda le tasse, Bonomi sottolinea come sul cuneo non sia stato attuato un intervento davvero decisivo. "Una vera riforma del fisco deve essere organica, deve comprendere Irap, Ires e Irpef, il Patent box abolito, la disciplina tributaria degli asset d'impresa. In Italia si interviene invece solo e sempre a margine dei tributi esistenti”, spiega il presidente di Confindustria. Che prosegue attaccando la flat tax incrementale: “Non esiste, esistono regimi forfetari ispirati dall'esigenza di rispondere a constituency elettorali. Se riduci le tasse sugli autonomi, il lavoratore dipendente che ha la stessa retribuzione paga tre volte tanto".

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Musk?: Non è investitore che vorremmo"

A Matteo Salvini, che aveva auspicato investimenti in Italia da parte di "geni come Elon Musk", Bonomi replica: "Sono favorevole, anche se non su Musk, perché uno che licenzia migliaia di lavoratori per e-mail non è l'investitore che vorremmo". Rispetto al rischio di conflitti sociali più acuiti "dobbiamo dare le risposte alle ansie delle persone creando lavoro. Negli ultimi anni abbiamo duplicato la spesa sociale e raddoppiato i poveri. Vuol dire che le politiche sociali non stanno funzionando". 

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