Bonus mobili 2025, il limite di spesa è fissato a 5 mila euro. Ecco come richiederlo

Economia
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Introduzione

La nuova Legge di Bilancio ha prorogato il bonus mobili per tutto il 2025, lasciando invariati, rispetto al 2024, tanto i limiti di spesa quanto il perimetro di detrazione fiscale. Ecco cosa sapere su importi, scadenze e beneficiari.

Quello che devi sapere

Come funziona la riduzione Irpef

L'incentivo si concretizza in una riduzione dell'Irpef da spalmare per un periodo di 10 anni per agevolare l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati all’arredamento di immobili oggetto di interventi di ristrutturazione

 

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Scadenza e importi

Entro il 31 dicembre 2025 è possibile usufruire di quest’agevolazione su un limite massimo di spesa annuale che arriva a 5 mila euro. Un importo che si è andato riducendo via via negli anni: nel 2023, questa misura incentivava un limite più ampio di spesa, pari a 8 mila euro, mentre nei primi anni di applicazione si poteva arrivare anche a 16 mila euro (nel 2021) e a 10 mila euro (nel 2022). Possono essere inclusi all’interno della spesa anche i costi di trasporto e montaggio

 

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La ristrutturazione

L'agevolazione, però, può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia: i lavori devono aver preso il via a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. Inoltre, per usufruire dell’agevolazione è necessario che la data di inizio lavori sia anteriore a quella in cui sono state sostenute le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. Come ha spiegato l'Agenzia delle Entrate, "la data di avvio potrà essere provata dalle eventuali abilitazioni amministrative o comunicazioni richieste dalle norme edilizie, dalla comunicazione preventiva all’Asl (indicante la data di inizio dei lavori), se obbligatoria, oppure, per lavori per i quali non siano necessarie comunicazioni o titoli abitativi, da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà”. Altra precisazione: la realizzazione di lavori di ristrutturazione sulle parti comuni condominiali consente ai singoli condòmini - che usufruiscono pro quota della relativa detrazione - di detrarre le spese sostenute per acquistare gli arredi delle parti comuni, come guardiole oppure l’appartamento del portiere, ma non consente loro di detrarre le spese per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per la propria unità immobiliare. Tuttavia, l’acquisto di mobili o di grandi elettrodomestici è agevolabile anche se i beni sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio

Gli interventi che vi rientrano

Le tipologie di interventi edilizi ammessi alla detrazione fiscale comprendono:

  • la manutenzione ordinaria sulle parti comuni di edifici residenziali;
  • la manutenzione straordinaria, il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia delle parti comuni di un edificio residenziali e delle singole unità immobiliari residenziali;
  • la ricostruzione o il ripristino dell’immobile danneggiato da eventi calamitosi;
  • la ristrutturazione di interi fabbricati da parte di imprese o cooperative che provvedano, nel termine di sei mesi dalla fine degli interventi, a vendere o ad assegnare l’immobile;
  • i lavori di manutenzione straordinaria finalizzati all’efficientamento energetico

Quali mobili si possono acquistare

Si può richiedere il bonus sia per mobili nuovi che per grandi elettrodomestici. Rientrano nella lista:

  • gli armadi e i letti;
  • le cassettiere, le librerie e le scrivanie;
  • i tavoli e le sedie;
  • i comodini;
  • i divani, le poltrone e i materassi;
  • le credenze;
  • gli apparecchi di illuminazione se costituiscono un necessario complemento di arredo dell’immobile;
  • forni di classe A;
  • lavasciuga, lavastoviglie e lavatrici di classe E;
  • congelatori e frigoriferi di classe F

Non rientrano nella lista, invece, gli acquisti di porte, di pavimentazioni (per esempio, il parquet), di tende e tendaggi, nonché di altri complementi di arredo

E in caso di più lavori?

La cifra non varia indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione. L’Agenzia delle Entrate ha specificato che “il limite massimo di spesa riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio”

I metodi di pagamento consentiti

Per avere la detrazione è necessario pagare con sistemi di pagamento tracciabili, come bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.  Se il pagamento è disposto con bonifico bancario o postale, non è necessario utilizzare quello (soggetto a ritenuta) appositamente predisposto da banche e Poste S.p.a. per le spese di ristrutturazione edilizia. La detrazione è ammessa anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento

I documenti da conservare

Occhio anche ai documenti da conservare:

  • l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente);
  • le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

La presenza di uno scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente, insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati, si considera equivalente alla fattura. Rispettando ovviamente tutte queste prescrizioni, si può fruire della detrazione anche nel caso di mobili e grandi elettrodomestici acquistati all’estero

 

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