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Enel, aumento dell’utile e uscite per 21 miliardi: ecco il nuovo piano

Economia
©IPA/Fotogramma

Il colosso energetico punta a snellire la struttura aziendale e aumentare i profitti concentrandosi in soli sei Paesi giudicati strategici: Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia. Agli azionisti andrà un dividendo 2023 di 0,43 euro. In programma anche dimissioni da record per ridurre il debito e nuovi investimenti per 37 miliardi. Il ceo Starace: “Sostenibilità perno strategico, decarbonizzazione ed elettrificazione nostre parole d'ordine” 

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Dismissioni che taglieranno il debito di 21 miliardi di euro. Uscita dai Paesi considerati non più strategici. Elettrificazione sostenibile con generazione da fonti rinnovabili al 75% del totale. Digitalizzazione dell’80% dei clienti di rete. Sono gli elementi fondamentali del piano strategico 2023-2025 presentato oggi da Enel. Un programma di crescita che porterà il colosso italiano dell’energia ad aumentare i profitti fino a 7,2 miliardi di euro nel 2025 confermando per gli azionisti una cedola di 0,43 euro. Il ceo Francesco Starace: “Sostenibilità nostro perno strategico, puntiamo a decarbonizzazione ed elettrificazione”. 

Dimissioni record e nuova geografia  

Al centro del piano c’è un programma di dimissioni da 21 miliardi di euro che dovrebbe produrre una riduzione del reddito dai 58-62 miliardi di euro stimati in precedenza a 51-52 miliardi entro la fine del 2023. Per allora, anche la geografia del gruppo verrà ridefinita e andrà a concentrarsi nei sei Paesi ora considerati strategici, sempre nell’ottica di avere una struttura societaria più snella e flessibile: si tratta di Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia, sui quali sarà indirizzato l’80% delle vendite di energia del gruppo attraverso contratti a prezzo fisso. Già completata l’uscita dalla Russia, al quale entro fine anno si andranno a sommare la vendita degli asset di trasmissione in Cile, la cessione delle reti di distribuzione di Goiás e l’operazione relativa a Gridspertise.

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Gli effetti sui conti

Il livello massimo di riduzione del debito sarà raggiunto nel 2023, quando il contributo derivante dalle dimissioni dovrebbe superare i 12 miliardi di euro. Di conseguenza, si stima che il rapporto indebitamento netto/ebitda scenda dal valore di 3-3-3 volte stimato nel 2022 a 2,4-2,5 volte nel 2023, per poi rimanere stabile nella restante parte del periodo di riferimento. Per effetto della strategia finanziaria, si prevede che il costo del debito rimanga sostanzialmente stabile a circa 3,4-3,5%, nonostante il recente incremento dei tassi di interesse. Anche altre voci del conto economico beneficeranno del programma di cessioni: l’impatto sull’ebitda ordinario a regime è calcolato in circa 2,8 miliardi di euro, quello sull’utile netto ordinario intorno ai 900 milioni di euro nel 2024.

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Utili in crescita e cedola intoccabile

Sul fronte finanziario, Enel vuole assicurare la crescita e la solidità finanziaria coniugando un tasso di crescita annuale composto dell’utile netto ordinario del 10-13% con un rapporto tra fondi da operazione e debito netto del 28% a partire dal prossimo anno. Tradotto: a fine piano i profitti saliranno a 7-7,2 miliardi di euro dai 5-5,3 miliardi di euro attesi per quest’anno. Da qui anche la scelta di mantenere un dividendo per azione pari a 0,43 euro durante tutto il triennio, cifra in aumento rispetto agli 0,4 euro del 2022. Quanto alla marginalità, nel 2025 l’azienda si aspetta che l'ebitda ordinario di gruppo raggiunga i 22,2-22,8 miliardi contro i 19-19,6 miliardi stimati per quest’anno.  

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Gli investimenti: quanto e dove

Enel prevede anche di fare nuovi investimenti per circa 37 miliardi di euro, di cui il 60% a sostegno della strategia commerciale integrata (generazione per il 50%, clienti e servizi per il 10%) e il restante 40% a favore delle reti, considerate i veri abilitatori della transizione energetica. Il piano si focalizzerà quindi su quattro azioni strategiche: bilanciamento della domanda dei clienti e dell’offerta per ottimizzare il profilo di rischio-rendimento; decarbonizzazione per assicurare competitività, sostenibilità e sicurezza; rafforzamento, sviluppo e digitalizzazione delle reti per abilitare la transizione; razionalizzazione del portafoglio di business e delle aree geografiche. 

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Il nodo rinnovabili

Tra gli aspetti su cui il colosso energetico italiano sembra voler puntare di più c’è la decarbonizzazione. Enel ha infatti confermato l’impegno ad azzerare le emissioni al 2040, con obiettivi in linea con lo scenario di 1,5 gradi e in corso di validazione da parte della Science Based Targets Initiative. Entro il più breve orizzonte del 2025, l’obiettivo è di gestire un totale di circa 75 GW di capacità rinnovabile (inclusi 4 GW dai sistemi di accumulo), pari a circa il 75% della produzione totale, portando la quota di generazione senza emissioni all’83%. Ma a rimanere sostenibile sarà anche la finanza: si prevede che la quota delle fonti di finanziamento “green” rispetto all’indebitamento lordo totale salga al 70% a fine piano rispetto al 60% stimato nel 2022. “La sostenibilità continua a collocarsi alla base della nostra strategia, facendo anche leva sull'accelerazione dell'elettrificazione in tutte le economie”, ha detto l’ad Starace. Che ha aggiunto: “Quelli in arrivo saranno due anni di turbolenza per il mercato del gas e questo significa che occorre una fornitura energetica a basso rischio basso costo e sostenibile. Si tratta di tre obiettivi raggiungibili solo con l'elettrificazione e la decarbonizzazione”.

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