Gas, cosa succede all'Europa e all'Italia senza forniture russe?

Politica

Con la crisi energetica in atto e le tensioni con Mosca, si valutano gli strumenti necessari per non ricorrere ai razionamenti. Questi i temi principali della puntata di “Numeri - La sfida del voto”, programma di Sky TG24 dedicato alle elezioni, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18:30 alle 19:00

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Ancora tensioni sul tema delle forniture di gas russo all’Europa. Oggi la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato che "è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”. A stretto giro è però arrivata la risposta del vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev: il gas russo "non ci sarà più" in Europa se l'Ue imporrà il price cap. Ma qual è la situazione energetica in Italia? Quali le prospettive sugli stoccaggi? E quali le sfide in questo senso che, chi governerà dopo le elezioni del 25 settembre, si troverà ad affrontare? Questi i temi principali al centro della quinta puntata di “Numeri – La sfida del voto”, nuovo format di Sky TG24 dedicato alle imminenti elezioni politiche, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 19:00 (LE NEWS IN DIRETTALO SPECIALE DI SKY TG24 – TUTTI I VIDEO).

 

 

Gli stoccaggi

Se lo scenario fosse quello di un inverno senza gas russo, guardando agli stoccaggi in Italia e alle eventuali carenze, sulle elaborazioni del “Piano gas” del Mite, si vede come i livelli degli stoccaggi - da novembre - non risulterebbero critici se non a marzo, dove si segnala una “linea rossa” con un piccolo ammanco. 

 

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L'ipotesi dei razionamenti

Si ragiona inoltre su possibili razionamenti. Ma quali sono le condizioni perché non si debba ricorrere a questa strada? Occorrerà risparmiare sul riscaldamento, puntare sugli stoccaggi al 90% e poi utilizzarli completamente (comprese le riserve strategiche, ndr), oltre che sperare in un inverno non troppo freddo e approntare il nuovo rigassificatore di Piombino per gennaio. Si punta poi su un maggior uso del carbone. 

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L'aumento dei costi dei materiali

La crisi energetica e l’inflazione galoppante, intanto, si traducono in un grande aumento dei prezzi, anche per quelle materie che vengono utilizzate nei cantieri. Dai dati Ance, da febbraio l’acciaio per fare il calcestruzzo ha registrato un +55%, il bitume un +49%, il pvc un +43%. Nel Pnrr stesso ci sarà un impatto, perché le risorse a disposizione sono di 192 miliardi, ma quale sarà il costo reale dei progetti, visti gli aumenti dell’ultimo periodo? E per Federica Brancaccio, presidente dell'Ance, l'allarme "non riguarda solo il Pnrr ma tutta la filiera produttiva" e arriva dopo "18-24 mesi di rincaro dei materiali indipendenti dal rincaro dell'energia". Il governo intanto è già interventuo e, proprio per tamponare la situazione che interessa soprattutto i costi in aumento per i cantieri, ha elaborato un decreto di 7,5 miliardi in più per stanziare maggiori risorse (ancora da distribuire).

Chi compra il petrolio russo?

Ma chi compra il petrolio russo? L'Ue è un attore importante, e rappresenta il 44% in questo scenario, mentre la Cina segue al 27%. Comprano petrolio russo anche India (12%) e Turchia (6%). Altri Paesi rappresentano una fetta del 21%.

petrolio russo

Soldi Ue a Russia

Nello specifico, sui soldi Ue alla Russia, si vede come, per il petrolio, nel primo semestre del 2021, siano stati mossi 30 miliardi di euro, mentre nel 2022 la cifra sale a 52. Per il gas, nel 2021 sono 7 i milairdi di euro nel primo semestre, mentre nel 2022 la cifra è slaita a 24. Per il carbone, 2 miliardi nel 2021 e 5 nel 2022. In totale, nei primi 6 mesi dello scorso anno i soldi dati dall'Ue a Mosca sono stati 39 miliardi, mentre nello stesso periodo di quest'anno, sono stati 81. Se guardiamo al  totale, dallo scoppio della guerra, la Russia nel 2022 ha guadagnato sia per gas che per petrolio: si tratta di 95 miliardi di euro, rispetto ai 50 del 2021, per lo stesso periodo dell’anno (marzo-luglio).

 

soldi ue a russia
introiti

Come si informano i giovani sui temi politici

Nel corso della puntata è stato affrontato anche il tema dei giovani e di come si informano sui principali temi politici e sociali. Dai dati del sondaggio Quorum/You Trend per Sky TG24, emerge come gli Under 35 e gli Over 35 prediligano i programmi o i canali tv di informazione (46% e 57%). Per quanto riguarda i siti di informazione online, questi sono più usati dagli Under 35 (44%) che dagli over 35 (34%). I più giovani si informano anche molto sui social media (44%), canali invece non così usati da chi ha più di 35 anni (solo il 20%).

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L'informazione sui social

Per l'informazione sui social, Facebook è la piattaforma più scelta da chi ha più di 35 anni, cosa che invece per gli Under 35 avviene con Instagram che è la piattaforma più usata. Un dato molto interessante è poi quello che riguarda TikTok, dopo che negli ultimi giorni molti leader politici sono approdati sulla piattaforma: rimane un canale poco usato per informarsi sia dagli Under che dagli Over 35 (19% e 11%).

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi alla presentazione del libro di Claudio Martelli "Vita e persecuzione di Giovanni Falcone" presso il Teatro Franco Parenti a Milano, 11 luglio 2022.ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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