Von der Leyen: "Tetto a prezzo gas". Gazprom trova nuovo guasto: Nord Stream resta fermo

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Scontro tra Bruxelles e Mosca. "Sono delle ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa", dice la presidente della Commissione Ue. Immediata la risposta del vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Medvedev: "Semplicemente non ci sarà più gas russo in Europa". L'esecutivo comunitario sullo stop di Nord Stream: "Conferma inaffidabilità fornitore"

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Ancora tensioni tra Bruxelles e Mosca sul gas. "Sono delle ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa", dice la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen. Ma a stretto giro arriva la risposta del vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev: il gas russo "non ci sarà più" in Europa se l'Ue imporrà il price cap. Intanto, Gazprom ha individuato alcune perdite di olio nel corso dei lavori di manutenzione  alla stazione di compressione di Portovaya. "I guasti e danni individuati - spiega sul suo canale Telegram - non consentono un'operatività sicura ed esente da problemi del motore della turbina". Per questa ragione "il trasporto di gas" è stato "completamente fermato". Il colosso tedesco Siemens, che costruisce le turbine che permettono al gasdotto di funzionare, ha commentato che una perdita di olio non costituisce una ragione tecnica sufficiente a giustificare la chiusura del gasdotto: "Perdite di questo tipo normalmente non hanno effetto sull'operatività di una turbina e possono essere sigillate sul posto", dice Siemens in un comunicato. "Riscontrare un problema di questo tipo - si legge ancora - non costituisce una ragione tecnica per fermare il funzionamento" del gasdotto. "Un'altra conferma dell'inaffidabilità" di Gazprom come fornitore, il commento del portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer. 

Berlino: "Russia inaffidabile, ma ora più preparati"

"Abbiamo preso atto delle ultime notizie. Non commentiamo il fatto ma abbiamo già visto nelle scorse settimane la mancanza di affidabilità della Russia e abbiamo portato avanti le misure di rafforzamento dell'indipendenza dalle importazioni dell'energia russa in modo coerente e impassibile", fa sapere inoltre una portavoce del ministero dell'Economia tedesco in una nota. "Così adesso siamo sostanzialmente meglio attrezzati di quanto lo fossimo ancora alcuni mesi fa", aggiungono da Berlino.

Michel: la mossa di Gazprom non è una sorpresa

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha commentato che "la mossa di Gazprom purtroppo non è una sorpresa. L'uso del gas come arma non cambierà la determinazione dell'Ue. Accelereremo il nostro percorso verso l'indipendenza energetica".

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Palazzo Chigi: "Segnali incoraggianti su price cap"

Palazzo Chigi, nel mentre, fa sapere che ci sono segnali "incoraggianti" sul "consenso" al price cap europeo. "Il ricatto russo è chiaro a tutti, tra l'altro l'aumento dei prezzi stabilito dal Ttf ha favorito i russi perché ci hanno dato meno gas a prezzo più alto", consentedo di "introitare un sacco di soldi con cui finanziano la guerra", dice il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani al Tg1. "La Russia non può sospendere così rapidamente le forniture perché non ha altri gasdotti dove mettere questo  gas e venderlo altrove. È una partita di poker". E aggiunge: "Le negoziazioni di questi ultimi mesi sono state importanti per convincere i colleghi europei" su un tetto al prezzo del gas e "adesso si comincia a convergere a livello europeo sulla nostra proposta". 

Crolla il prezzo del gas: chiusura a -11,7%

Il prezzo del gas, nel mentre, crolla. Il contratto Ttf  ad Amsterdam, che fa da riferiemento per il metano in Europa, a metà giornata ha segnato un calo del 15% a 206 euro al megawattora, per poi chiudere con un tonfo dell'11,66% a 214,67 euro. E l'euro scivola nuovamente sotto la parità con il dollaro dopo l'annuncio di Gazprom. La moneta unica, che fino all'annuncio del colosso energetico russo si trovava sopra la parità, è scesa repentinamente a 0,996, scontando l'accresciuto rischio di una recessione europea dovuta alla carenza di gas russo durante l'inverno.

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