Caro energia, a rischio 120mila aziende del commercio

Economia

Simone Spina

Le associazioni di categoria chiedono un intervento del governo contro l’aumento dei costi, triplicati in un anno. Palazzo Chigi lavora a nuovi aiuti e intanto proroga lo sconto sui carburanti fino al 5 ottobre. Ad agosto inflazione in aumento all’8,4%, livello massimo dal 1985

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Con le bollette aumentate di tre volte nel giro di un anno, le imprese del commercio lanciano l’allarme sui rincari dell'energia e chiedono al governo di intervenire subito perché a rischio – sostengono – ci sono 120 mila aziende e 370 mila posti di lavoro. Queste le fosche previsioni, da qui ai primi sei mesi dell’anno prossimo, presentate dalle principali associazioni della grande e piccola distribuzione.

Conto da 33 miliardi

Un settore ampio, che comprende non solo ipermercati e negozianti ma anche ristorazione, turismo e trasporti. Tutti, indica l’ufficio studi di Confcommercio, coi bilanci appesantiti dai costi di elettricità e gas che porterà alla fine del 2022 un conto da 33 miliardi: il triplo nei confronti dell’anno scorso, più del doppio rispetto ai tempi precedenti alla pandemia. Cifre simili a quelle denunciate dagli industriali del Nord Italia, che temono un esborso fino a 40 miliardi, e che portano l’intero mondo delle imprese a ritenere la situazione insostenibile.

Cosa chiedono le imprese

Dal settore del commercio si chiede a Palazzo Chigi l’aumento degli sconti sulle tasse (con un credito d’imposta fino al 50 per cento), il pagamento a rate delle bollette fino a dicembre e una maggiore copertura (fino al 90 per cento) del Fondo di garanzia per i finanziamenti. Misure costose che – si suggerisce - potrebbero essere alimentate dagli extraprofitti delle società energetiche e dai maggiori incassi che lo Stato ha accumulato con l’Iva a causa del rialzo dei prezzi.

Inflazione in aumento, spesa più cara

Prezzi che l'Istat ci dice continuano a correre, con l’inflazione all’8,4 per cento ad agosto, livello massimo dal 1985, e carrello della spesa rincarato del 9,7 per cento in un anno. Il governo uscente sta lavorando a nuovi sussidi, che si aggiungerebbero ai 50 miliardi già destinati per raffreddare il carovita, ma il problema è trovare le risorse senza fare altro debito. Un primo segnale è comunque arrivato, con la proroga fino al 5 ottobre del taglio di 30,5 centesimi al litro per i carburanti.

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