"Numeri - La sfida del voto", gas ed elettricità: i nodi europei sul dossier energetico

Politica
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L'Europa continua a discutere di energia. C'è chi, come l'Italia, spinge per fissare un tetto al prezzo del gas, i cui aumenti stanno trainando il rialzo anche il costo della corrente. Berlino apre invece a un "riordinameno del mercato" mentre Spagna e Portogallo si sono già mosse verso il decoupling per separare le due componenti. Questi i temi al centro della seconda puntata del programma di Sky TG24 dedicato alle elezioni, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18:30 alle 19:00

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L’Europa continua a discutere di energia. Bruxelles lavora per frenare l’impennata del prezzo del gas che trascina con sé anche quello dell’elettricità, nel tentativo di impedire effetti a cascata sulle economie nazionali dei Paesi membri. Diverse le proposte avanzate dagli Stati europei. C’è ad esempio quella italiana, che prevederebbe un tetto al prezzo della materia prima da acquistare. La Germania punta invece a un più generale “riordinamento del mercato”. Spagna e Portogallo si sono mosse verso il decoupling. Questo il tema principale al centro della seconda puntata di “Numeri – La sfida del voto”, nuovo format di Sky TG24 dedicato alle imminenti elezioni politiche, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 19 (VERSO IL VOTO, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA – LO SPECIALE DI SKY TG24 – TUTTI I VIDEO).

Il prezzo del gas sui mercati europei

Verso la fine di agosto il prezzo del gas è arrivato a superare i 300 euro al megawattora sul Title Transfer Facility (Ttf), il mercato di Amsterdam. Il Ttf è l’indice principale di riferimento per il costo del gas in Europa: le quotazioni incidono sulle bollette di chi ha attivo un contratto nel regime di maggior tutela. Le tariffe di questo mercato vengono infatti aggiornate sulla base del prezzo al megawattora negoziato su questa piazza. Non si tratta però dell'unico indice europeo esistente in tema di gas. Ci sono anche l’italiano Psv e l’inglese Nbp. Il costo dell’energia sui tre mercati di riferimento, guardando all’ultimo mese, è però praticamente lo stesso: 274 euro ad Amsterdam, 272 in Italia e 276 a Londra. Dal 1° ottobre, in ogni caso, il calcolo del prezzo del gas sul mercato tutelato in Italia cambierà. L'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha annunciato che verrà parametrato a quello del mercato italiano.

11 July 2022, Mecklenburg-Western Pomerania, Lubmin: Pipe systems and shut-off devices at the gas receiving station of the Nord Stream 1 Baltic Sea pipeline and the transfer station of the OPAL (Ostsee-Pipeline-Anbindungsleitung - Baltic Sea Pipeline Link) long-distance gas pipeline. The Nord Stream 1 Baltic Sea pipeline, through which Russian natural gas has been flowing to Germany since 2011, will be shut down for around ten days for scheduled maintenance work. Photo: Jens Büttner/dpa (Photo by Jens Büttner/picture alliance via Getty Images)

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Gas, elettricità e decoupling

Negli ultimi giorni si sta parlando molto di “decoupling” (disaccoppiamento) tra i costi di gas ed energia elettrica. Questo perché il prezzo a cui paghiamo gli elettroni utilizzati in casa è parametrato a quello del gas. Il sistema era stato messo a punto negli scorsi decenni per incentivare la produzione con energie rinnovabili, che prima della recente crisi erano ben più costose delle fonti tradizionali. Un meccanismo pensato dunque per contenere le spese ma che invece adesso, alla luce dei vertiginosi aumenti degli ultimi mesi, finisce per trainarne il rialzo.

L'esperienza di Spagna e Portogallo

Spagna e Portogallo hanno già deciso di seguire la strada del decoupling e quindi di sganciare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. In accordo con la Commissione europea, Madrid e Lisbona hanno imposto un tetto al prezzo del primo, riducendolo rispetto al suo costo effettivo (la differenza la mette lo Stato). Una misura che si riflette sui consumatori nella possibiltà di pagare l'elettricità tre volte meno rispetto a quanto avviene negli altri Paesi. 

29 August 2022, Berlin: Ursula von der Leyen, President of the European Commission takes part in a discussion on the topic "Social-ecological transformation - How to succeed in a climate-just Europe". Photo: Britta Pedersen/dpa (Photo by Britta Pedersen/picture alliance via Getty Images)

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Il price cap al gas

Si continua a discutere anche sull’imposizione di un tetto al prezzo del gas da stabilire a livello europeo. La proposta, avanzata ormai da mesi da Mario Draghi, ha sempre ricevuto il no di Paesi come Olanda e Germania. Nelle ultime ore, sembrava esserci stata un’apertura da parte di Berlino ma secondo Tobias Piller, giornalista del Frankfurter Allgemeine Zeitung, si tratterebbe soltanto di un “malinteso”. In Germania, dice a Sky TG24, c’è stata un’apertura verso "il riordinamento del mercato energetico" ma non su un ipotetico limite massimo al prezzo della materia prima. “Di price cap nel Paese guidato da Olaf Scholz non si parla: si parla invece di garanzie per le aziende che importano il gas che adesso devono comprare a prezzi più alti di prima sul mercato”, dice il giornalista. Che conclude: “Se qualcuno vuole fare una politica di riduzione dei prezzi, va cambiato tutto il sistema europeo. Altrimenti succede come in Spagna e Portogallo, dove è stato ridotto il costo dell’energia elettrica e sono arrivati acquirenti dall’estero a cercare di comprare corrente a prezzo ridotto. Così al momento non può funzionare”. 

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