
Caro bollette, le mosse finali di Draghi in Europa: dal gas all’energia
Tre i punti chiave della strategia: far abbassare il prezzo del gas, avviare la riforma dell’elettricità e ottenere un fondo di solidarietà europeo che alleggerisca lo sforzo economico dei governi

Al suo penultimo vertice con gli altri leader europei a Praga, prima di quello del 19 e 20 ottobre a Bruxelles, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha puntato alla sfida dell’energia. Il meeting di fine ottobre sarà l'ultima chance per portare a casa un risultato concreto. Tre sono i punti chiave della sua strategia: far diminuire i prezzi del gas, avviare la riforma dell’elettricità e ottenere un fondo di solidarietà europeo che alleggerisca lo sforzo economico dei governi
GUARDA IL VIDEO: Draghi: energia, condivido proposta Gentiloni su Sure
Per Draghi serve un price cap al gas che fermi speculatori e sfili l'arma del ricatto alla Russia. E serve che sia applicato in maniera uniforme a tutta l'Europa, anche se nella sua forma flessibile (o dinamica). L'alternativa è il 'si salvi chi può'. Ed è una strada che - è il ragionamento del governo italiano - porterebbe conseguenze nefaste non solo all'Italia ma a tutta l’Ue
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
Gli effetti, fanno notare a Palazzo Chigi, sono visibili in tempi brevissimi: è bastato che a Praga l'Ue abbia mostrato di dirigersi verso misure concrete che il prezzo del gas è sceso a 155 euro, ovvero il -12% in meno all'indice Ttf
Gas, price cap dinamico: cosa prevede
Draghi, davanti ai leader, ha fatto un lungo elenco delle ragioni per cui un price cap è necessario. E, si apprende ancora, ha sottolineato come un ritardo di 7 mesi nell'azione europea potrebbe rendere più concreto lo spettro della recessione
Vertice Parga, i Paesi a favore del price cap dinamico a gas
Il 'level playing field', insomma, è l'assioma dal quale Draghi non vuole deviazioni. A Praga il premier lo ha sottolineato e il riferimento alla Germania e al suo scudo da 200 miliardi è nell'ordine delle cose. I leader, è stato il suo ragionamento, sono chiamati a dare una risposta comune, il che significa anche poter disporre di fondi comuni
Gas, nei Paesi Bassi il più grande giacimento europeo. Ma sta chiudendo per i terremoti
Che lo si chiami Sure - che ha dei tempi di messa in vigore molto brevi - o in altro modo poco importa. L'Italia lo chiedeva sette mesi fa. Ora che ci sono Paesi che hanno esaurito il proprio spazio fiscale, lo chiede con ancor più forza. Anche perché l'alternativa sarebbe fare più debito, e contrasterebbe proprio con quanto Germania, Olanda e la Commissione chiedono dalla fine della crisi del Covid

L’Italia insiste da mesi sulla proposta di un tetto al prezzo del gas e se all’inizio dentro i summit europei dominava lo scetticismo, ora la questione è presa sul serio da tutti i Paesi. Von der Leyen ha assicurato che la Commissione farà una proposta per un “corridoio di prezzi equi con fornitori affidabili” e per porre un limite all’influenza del gas nella formazione del prezzo dell’elettricità

La speranza di Draghi è che questa rotta porti a un pacchetto di misure concrete. Intanto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è fiducioso: "Penso porteremo a casa la nostra ultima proposta di dynamical price cap basata sui migliori indici di mercato. Così si definisce una forchetta che, nei fatti, mette un tetto al prezzo del gas”

Inoltre, nel pacchetto di misure europee potrebbero spuntare anche gli acquisti di gas a livello comunitario. Su questo almeno i 27 Paesi sono tutti d’accordo e se questa soluzione ottenesse il via libera Draghi segnerebbe un punto, perché la contrattazione comune porta a contenere il prezzo del gas. Il premier e Cingolani continueranno invece a ostacolare l’estensione della cosiddetta «eccezione spagnola»: un tetto amministrato al prezzo del gas che serve a produrre elettricità, oltre il quale sarebbe lo Stato italiano a pagare la differenza

Draghi infine incalza gli altri leader europei perché parta la “prima riforma del mercato dell’elettricità”, per la quale occorre superare le resistenze di Germania e Olanda. Lo stesso discorso vale per la proposta dei commissari Gentiloni e Breton di un fondo comune modello Sure. Draghi, insieme a Macron, preme perché si arrivi a un meccanismo di prestiti che rassicuri Austria e Olanda, riduca la pressione sui Paesi più fragili dal lato del debito ed eviti la frammentazione della Ue
Vertice a Praga, Draghi: "Sull'energia è in gioco unità Ue"