
Italia divisa in 6 zone, ecco quando si potrà accendere il riscaldamento
La stretta prevista dal piano del governo per ridurre i consumi di gas naturale varierà a seconda della zona climatica. Le misure saranno più stringenti per le zone con un clima più temperato e più flessibili per le zone più fredde

Il ministero della Transizione ecologica ha reso noto il piano per “prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia”. Tra misure di contenimento e risparmi volontari è atteso un minor consumo per 8,2 miliardi di metri cubi. Ma le misure varieranno in base alla zona geografica
Il piano del governo: tutte le misure
Tra le misure previste dal governo, che entreranno in vigore entro la fine del mese, la temperatura giù di un grado per il riscaldamento degli edifici, lo slittamento di 15 giorni per l'accensione degli impianti e la riduzione di un'ora nel corso della giornata
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L'impatto però non sarà uguale in tutta Italia ma varierà in base alle sei zone climatiche in cui il Dpr 74/2013 suddivide il territorio nazionale
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Le 6 zone, spiega Il Sole 24 ore, sono definite in base alla media delle temperature giornaliere. La zona A comprende i comuni con gradi-giorno inferiori a 600, la B quelli tra 600 e 900, la C tra 901 e 1400, la D tra 1401 e 2100, la E tra 2101 e 3000 e la F comprende i comuni con gradi-giorno superiori a 3000
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In base al Piano di risparmio energetico del ministero, nella zona A i riscaldamenti potranno essere accesi per 5 ore al giorno dall'8 dicembre al 7 marzo; nella zona B per 7 ore al giorno dall'8 dicembre al 23 marzo; nella zona C per 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo; nella zona D per 11 ore giornaliere dall'8 novembre al 7 aprile; per la zona E per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile. Per la zona F non è prevista alcuna limitazione
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Tra le località più calde, inserite nella fascia A (in cui si potranno accendere i riscaldamenti per massimo 5 ore al giorno) rientrano ad esempio Lampedusa e Linosa, in Sicilia
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All'estremo opposto, le località dell'arco alpino (come Bressanone, in Alto Adige, o Courmayer, in Valle d'Aosta) sono inserite nella zona F: per loro non è prevista di fatto alcuna restrizione
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Rientrano nella fascia F anche alcune località dell'Appennino, come Abetone, in provincia di Pistoia: anche qui, per il riscaldamento della case, non cambierà nulla, in considerazione del clima particolarmente rigido